NOBILI, Giovanni Pietro Antonio
NOBILI, Giovanni Pietro Antonio (John). – Nacque a Roma il 28 aprile 1812 da una famiglia borghese benestante. Il padre, Domenico, era avvocato, e la madre, Rosa Eutizi, lavorava per la corte pontificia di papa Leone XII.
Ricevuta la prima istruzione in casa sotto la guida di un precettore, a partire dal 1828 proseguì gli studi di teologia e filosofia presso i padri gesuiti del Collegio romano. Dal 1834 al 1840 approfondì ulteriormente la sua educazione con il proposito di dedicarsi all’insegnamento. Tuttavia, negli anni successivi al suo ingresso nell’Ordine gesuita (pronunciò i primi voti nel 1835), maturò gradualmente la decisione di non seguire la carriera accademica, ma di dedicarsi all’attività di missionario.
Scegliendo come destinazione del suo apostolato il Nordovest degli Stati Uniti d’America, dopo essere divenuto sacerdote (1843), lasciò l’Italia per raggiungere il Belgio, dove si unì volontariamente a un gruppo di altri giovani gesuiti, guidato dal belga padre Pierre-Jean De Smet e di cui faceva parte il pugliese Michele Accolti, che gli sarebbe stato accanto nei successivi e più intensi anni di attività. Il 9 gennaio 1844 si imbarcarono, ad Anversa, a bordo del battello Infatigable per raggiungere la missione delle Montagne rocciose nell’Oregon.
Dopo sette mesi di viaggio, che risultarono particolarmente ardui e durante i quali Nobili iniziò a soffrire di pericardite, un’invalidante patologia infiammatoria, finalmente giunsero nel distretto della Columbia britannica canadese, a Fort Vancouver (oggi Vancouver) sulle rive del fiume Columbia: un territorio in larga parte inesplorato, allora oggetto di contesa tra giurisdizioni.
Durante il primo anno, Nobili e Accolti si dedicarono all’apprendimento dei rudimenti delle lingue locali, all’osservazione e allo studio dei costumi, all’esplorazione del territorio e alla pianificazione delle prime azioni missionarie a Fort Vancouver e tra gli indigeni lungo il fiume Willamette (Oregon), per poi stabilire contatti e rapporti di collaborazione con i canadesi francesi allora impiegati nella Hudson’s Bay Company/Compagnie de la Baie d’Hudson.
Nel giugno 1845, grazie alle sue versatili attitudini e alla preparazione acquisita, fu inviato da De Smet a fondare la missione che prese il nome di Nuova Caledonia, nel Canada sudoccidentale. Ebbe così inizio un periodo di grande importanza per la sua formazione e per il suo apostolato. Per tre anni, fino al 1847-48, infatti, intraprese una serie di viaggi in territori sconosciuti, in particolare nell’area intorno al lago Babine, nella Columbia britannica canadese, in luoghi dove nessun missionario cattolico si era più spinto dopo la spedizione del sacerdote, poi vescovo, Modeste Demers tra il 1841 e il 1843. In quell’area individuò e contattò diverse tribù indigene ancora non raggiunte dall’opera missionaria e dalla presenza coloniale, e riuscì progressivamente a creare rapporti di fratellanza, presentando la religione cristiana come un’opportunità alla quale giungere liberamente, senza imposizione. Si convertirono al cristianesimo, ricevendo da Nobili il battesimo, circa 1300 nativi, su un totale stimato tra 4100 e 4800. Tra di loro, vi furono anche alcuni capi tribù e circa 500 bambini in pericolo di morte a causa di un’improvvisa epidemia di vaiolo che aveva colpito quei territori.
La spedizione non aveva avuto un inizio facile. La guida, che Nobili aveva ottenuto grazie ai buoni rapporti con la Hudson’s Bay Company, dopo qualche giorno fuggì, portando con sé viveri e tende. Nondimeno, tratto in salvo da un gruppo di indigeni, non abbandonò l’impresa e proseguì verso nord, giungendo dapprima a Fort Okanagan (Washington) e poi tra gli indiani Siouxwaps. Arrivò, quindi, a Fort Alexandria, lungo il fiume Fraser, dove trovò i resti della chiesetta eretta durante la missione di Demers. Fu poi a Fort George, sulla strada per raggiungere il lago Stuart dove trascorse circa due settimane. Lì riscontrò con soddisfazione come gli indigeni fossero disposti a dismettere pratiche, che giudicava superstiziose, riguardanti la cremazione dei cadaveri e la persecuzione dei membri delle tribù rimasti privi del coniuge.
Sul finire del 1847, fu raggiunto dal gesuita tedesco Antony Goetz con il quale iniziò una stretta collaborazione. Tuttavia, il protrarsi di un regime di vita duro, in un ambiente e un clima ostile, stava compromettendo ulteriormente la salute di Nobili e l’efficacia dell’azione missionaria. L’anno successivo, per evitare un aggravamento che potesse rivelarsi fatale, i superiori della Compagnia di Gesù decisero di chiudere l’esperienza, fino ad allora positiva e proficua, della missione della Nuova Caledonia, e richiamarono in Oregon sia Nobili sia Goetz, che così si separarono.
Nobili, insieme con Accolti, fu destinato alla California. Erano gli anni dell’epopea del Far West e della ‘febbre dell’oro’ che richiamava folle di uomini dall’Est degli Stati Uniti e anche dall’Europa: minatori, carpentieri, mandriani, famiglie di ogni credo, di ogni professione. Nel settembre 1849 i due missionari, primi gesuiti a entrare in California, raggiunsero l’area di San Francisco dove si stabilirono a partire dall’8 dicembre. Accolti sviluppò in questo territorio la sua migliore vocazione, riuscendo a gettare solide basi organizzative per un’opera missionaria stabile e permanente in tutto lo Stato: i frutti di questo lavoro gli fecero poi meritare la nomina a superiore della missione dell’Oregon, che ottenne nel 1850. Nobili impiegò la collaudata esperienza maturata nell’impervia regione del Nord, concentrandosi sull’azione pastorale diretta, in particolare a San Francisco e a San José, finché, nel 1851, il vescovo di Monterey, poi arcivescovo di San Francisco, il catalano-americano Joseph Sadoc Alemany y Conill, assegnò alla Compagnia di Gesù l’incarico di fondare un collegio universitario a Santa Clara, in California, una prospettiva che Nobili accolse con entusiasmo.
Lì dove l’arcidiocesi aveva deciso di stabilire il collegio, anticamente sorgeva una missione francescana, ormai abbandonata. Nobili si insediò nell’area il 19 marzo 1851 e impiegò molto tempo prima di vedersi concessa dalle autorità civili la piena proprietà del luogo. Una volta ottenuto il titolo legale, si dedicò immediatamente alla costruzione dei nuovi edifici e alla ricerca e selezione del corpo docente, un’operazione laboriosa dato che nella zona vi erano missionari, ma non accademici di professione. In seguito, gli venne in soccorso la Compagnia di Gesù della provincia torinese che nel 1854 – con il nulla osta anche di Alemany y Conill, nel frattempo divenuto vescovo di San Francisco (1853) – dichiarò ufficialmente l’Oregon e la California territori missionari permanenti e poté così inviare a Santa Clara docenti e ricercatori.
Il College of Santa Clara fu ultimato nel 1855 e aperto a studenti laici e religiosi. Nobili fu il primo rettore e riuscì a ottenere il riconoscimento pubblico dell’Ateneo da parte dello Stato californiano. Con l’aiuto decisivo di padre Accolti, il quale fu professore e prefetto degli studi a Santa Clara, pur senza abbandonare la sua azione missionaria nel Nord, e il sostegno entusiasta del vescovo Alemany y Conill, dedicò tutto il resto della sua vita allo sviluppo e potenziamento del College, tanto che ancora oggi è ricordato per la grande dedizione e lo spirito di servizio che impiegò alla sua realizzazione.
Morì il 1° marzo 1856, a Santa Clara, dopo aver contratto il tetano.
Dopo i funerali, celebrati da Alemany y Conill, fu sepolto nella chiesa della missione, oggi cappella dell’Università.
Il College, rinominato dal 1985 University of Santa Clara, è l’istituto di formazione superiore universitaria più antico della California ed è a tutt’oggi molto attivo.
Fonti e Bibl.: W.N. Bischoff, The Jesuits of old Oregon, 1840-1940, Caldwell, Idaho, 1945; J.B. McGloin, John Nobili, S.J., founder of California’s Santa Clara College: the New Caledonia years, 1845-1848, inBritish Columbia Historical Quarterly, XVII (1953), pp. 215-222; G.L. McKevitt, The beginning of Santa Clara University, 1851-1856, inSan Jose Studies, 1977, n. 3, pp. 95-107; Id., The University of Santa Clara. A History, 1851-1977, Stanford, California, 1979; G.L. McKevitt, in Diccionario Histórico de la Compañía de Jesús, a cura di C.E. O’Neill - J.M. Domínguez, III, Roma-Madrid 2001, pp. 2825 s.