PELLICANI, Giovanni
PELLICANI, Giovanni (Gianni). – Nacque a Ruvo di Puglia (BA) il 12 settembre 1932 da Anna Cantatore, insegnante, ed Emilio, ragioniere. Primo di cinque fratelli, rimase orfano di padre a otto anni; studiò in collegi-convitti per orfani di insegnanti cambiando spesso residenza, sempre lontano da Noale (VE), città dove viveva la madre. Diplomato in ragioneria e trasferitosi nella cittadina veneta si avvicinò alla politica e nel 1949 si iscrisse al Partito comunista ricoprendo subito l’incarico di segretario della sezione locale. In seguito, a Venezia, collaborò all’amministrazione del collegio Rinascita-Biancotto per orfani di partigiani. Attivo nella FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana), fu segretario provinciale (1953-59) e membro della direzione nazionale dal 1957; frequentò la scuola quadri del PCI a Bologna (1955) e nel 1956 entrò nel comitato federale di Venezia. Nel 1960 fu eletto al Consiglio comunale della città, dove sedette fino al 1990.
All’interno del partito si situò nell’area riformista aggregata intorno a Giorgio Amendola prima, e a Giorgio Napolitano poi, adottando quel metodo tipicamente amendoliano inteso a vincolare le scelte politiche ad analisi aggiornate della situazione economico-sociale italiana, spesso entrando in rotta di collisione con buona parte del PCI.
Nel 1959 si sposò con Silvana (Fiorella) Chiarion Casoni con cui successivamente ebbe due figli, Nicola e Ilaria.
Negli anni Sessanta a causa di alcune divergenze con la dirigenza locale del partito, pur rimanendo attivo politicamente, si iscrisse all’ordine dei commercialisti per dedicarsi all’attività professionale. Questo periodo risultò determinante: attraverso la professione entrò in contatto con istanze e ambienti solitamente estranei a quelli di un militante e funzionario del PCI.
In seguito al XIII congresso provinciale (1969), Pellicani assunse un ruolo di punta nel PCI veneziano, prima come capogruppo in Consiglio comunale e in seguito come parlamentare orientando decisamente le scelte politico-amministrative del PCI cittadino prima, PDS e DS poi. Eletto deputato nella VI legislatura, fu confermato nella VII, VIII, X e XI, sempre nel collegio di Venezia-Treviso. Gli ambiti più rilevanti della sua attività alla Camera furono: la politica tributaria nazionale, la riforma finanziaria dei Comuni e un impegno costante sui temi riguardanti Venezia, dalla legislazione speciale alla questione città metropolitana. Nel 1983 divenne segretario regionale del PCI e fu eletto al Consiglio regionale nel 1985.
Negli anni Settanta il PCI veneto cercò di aprirsi ai nuovi soggetti e alle spinte sociali che emergevano in quel periodo – dai movimenti di contestazione operaia e studentesca, fino alle istanze del mondo cattolico post-conciliare –, linea a cui Pellicani contribuì grandemente, attirando così verso il PCI nuove leve, spesso anche distanti dalle sue personali opinioni, nella ferma convinzione che le diversità andassero accolte come fattore di indispensabile arricchimento. Il confronto con aree politiche differenti fu d'altra parte una delle peculiarità del suo operato, interessato soprattutto alla buona amministrazione della cosa pubblica. Esemplare in tal senso il contributo dato, nel 1974, all'approvazione in Consiglio comunale di un documento essenziale per attivare la legge speciale per Venezia (171/73) che, passato grazie al voto congiunto di PCI e DC, venne battezzato 'mini-compresso storico'. Fu inoltre protagonista della 'giunta rossa' (PCI-PSI) che governò Venezia dal 1975 al 1985, ricoprendo l'incarico di vicesindaco (1975-1983) e assumendo deleghe strategiche (bilancio, programmazione, coordinamento della legge speciale, casa da gioco, ecc.) tanto da guadagnarsi l'appellativo di 'Doge rosso'. La giunta riuscì a dotare la città di servizi di base, sociali ed educativi in primis, e a iniziare molti interventi di rinnovamento urbano, in particolare a Mestre.
Dopo i risultati ottenuti come amministratore locale, Pellicani ricoprì incarichi sempre più importanti nel partito. Nel 1983 entrò nel comitato centrale, nel 1984 nella direzione nazionale, nel 1987 nella segreteria nazionale, dove ricoprì fino al 1989 il ruolo di responsabile nazionale per gli enti locali. Gli anni Ottanta videro un forte ricambio nella segreteria del PCI: tra 1983 e 1989 l’unico elemento di continuità fu Achille Occhetto, aumentarono gli incarichi affidati a politici più giovani e, soprattutto, coinvolti in significative esperienze amministrative. Pellicani personificò questa nuova dirigenza, impegnandosi per far uscire il PCI dall’isolamento politico nel quale si trovava dalla fine del compromesso storico. La propensione di Pellicani di far guidare l'azione politica dalla necessità di risolvere problemi concreti si ritrova nell’ultimo importante incarico assunto a livello nazionale, coordinatore del 'governo ombra' del PCI (1989-1992), esperienza ispirata al sistema in voga nei paesi anglosassoni attraverso cui l'opposizione vigila puntualmente sull'operato del governo.
Dal 1994 al 2000 fu presidente della Save spa, società di gestione dell’aeroporto veneziano Marco Polo. Sotto la sua presidenza furono effettuati diversi lavori di ammodernamento e la progettazione (ad opera dell'architetto Frank O. Gehry) della porta acquea di Tessera. L’ultimo incarico, dal 2004, fu quello di consigliere della Fondazione di Venezia.
Morì a Mestre il 21 aprile 2006.
A Pellicani è intitolata la Fondazione omonima con sede a Mestre: nata nel 2007, presieduta da Massimo Cacciari, è attiva in diversi campi e promuove lo studio della cultura politica italiana, della vita politico-amministrativa locale in chiave storica, delle trasformazioni urbale e sociali contemporanee.
Fonti e Bibl.: L’Archivio Pellicani, conservato presso l’Archivio generale del Comune di Venezia, consente di ripercorrere il percorso esemplare di un dirigente del PCI nella 'Prima repubblica'. Altra fonte fondamentale sono 30 videointerviste, conservate presso la Fondazione Gianni Pellicani, raccolte da M.L. Granzotto tra il 2008 e il 2009 a protagonisti della vita politica veneziana. Nel volume postumo G. Pellicani, Governare la città. La sfida del riformismo, Venezia 2008, è ristampata la sola intervista di carattere storico- biografico rilasciata da P. Il volume raccoglie stralci di documenti parlamentari e relativi alla vita di partito da lui redatti.
P. Ignazi, Dal PCI al PDS, Bologna 1992, pp. 93-119; S. Scaglione et al., Venezia derubata, suppl. di Avvenimenti, 1993, n. 20; C. Chinello, Sindacato, PCI, movimenti negli anni Sessanta: Porto Marghera-Venezia, 1955-1970, Milano 1996, ad indicem; 800x600 G. Napolitano, Dal PCI al socialismo europeo: un'autobiografia politica, Roma 2006, ad indicem.