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CALLOUD, Giovanni Paolo

di Sisto Sallusti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16 (1973)
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CALLOUD, Giovanni Paolo

Sisto Sallusti

Nacque a Parma l'11 novembre del 1811 da Giuseppe, francese, cappellaio di corte, e da Teresa Barbieri, e ricevette i rudimenti letterari nel collegio Lalatta dall'abate G. Taverna e da L. A. Melegari, futuro ministro degli Affari Esteri nel primo gabinetto Depretis. Compromesso nei moti del febbraio 1831, fu confinato nel vicino comune di San Secondo, ove si dedicò allo studio della recitazione.

Tornato a Parma in seguito alla morte del padre, egli esercitò la professione del commerciante per otto anni, continuando però a coltivare la sua inclinazione scenica. Nel 1839, quando la Regia compagnia sarda giunse a Parma in tournée, il suodirettore G. Bazzi, intuendo le non comuni qualità del C., lo scritturò come amoroso e brillante. Esordì al teatro Re di Milano, dove nel novembre la critica notò che il suo talento non era stato debitamente messo a profitto ne Ilbugiardo di C. Goldoni e in Agnese di Fitz-Henry di F. Casari; nel marzo 1840, sempre al teatro Re, dette un'interpretazione dignitosa de Ilvagabondo e la sua famiglia diF. A. Bon. Nella stagione 1841-1842 figurò come caratterista nella compagnia di A. Lipparini, cogliendovi i primi successi; nella quaresima del 1846 comparve in ditta con C. Fusarini e C. Marchi al teatro La Pantera di Lucca, sempre come caratterista, e recitò in drammi di sentimento (Maria Giovanna di A. Dennery e A. Mallian, La signora di Saint-Tropez del Dennery e di A. Anicet-Bourgeois), tragedie di argomento medievale (Pia dei Tolomei e Buondelmonte e gli Amidei di C. Marenco, Francesca da Rimini di S. Pellico), commedie romantiche (Ilbicchier d'acqua diE. Scribe, Le educande di Saint-Cyr di A. Dumas padre, A. de Leuven e L. Brunswick), commedie goldoniane (La locandiera, La Pamela), riscuotendo la devota e del primo attor giovane E. Rossi. Nel settembre dello stesso anno, a Genova, G. Modena si unì alla compagnia partecipando alle recite del teatro S. Agostino; essendosi questa sciolta nel 1847 per il matrimonio di Letizia Fusarini, il Modena formò una compagnia nuova, della quale egli fu direttore e il C. capocomico.

Nonostante fosse diverso per carattere (significativi i nomignoli e i giuochi di parole con cui lo gratificò), il Modena nutrì una sincera amicizia verso il C., come attesta la copiosa corrispondenza intrattenuta con lui dal 1842 al 1860; in una lettera datata da Livomo il 18 marzo 1849 e spedita a Parma, così perorava: "Tu ti perdi gettandoti ora sul teatro… Pensiamo all'Italia per ora e non badiamo alle nostre miserie" (effettivamente, dominato dal fervore patriottico, il Modena trascurava i suoi attori che, a lungo inattivi, contendevano "il tozzo di bocca" ai comici di altre compagnie erranti).

Dal 1851 al 1860 il C. rimase con la compagnia romana di L. Domeniconi ed ebbe agio di affinare le proprie capacità studiando trucco, portamento e voce di una ricca galleria di personaggi minori. Nel gennaio 1854 partecipò, al teatro Valle di Roma, alle rappresentazioni de La famiglia dell'armaiolo di D. Chiossone, di Amante e madre e Gabriella la zingara di T. Gherardi Del Testa, e nel febbraio successivo alla prima de Il padiglione delle mortelle dello stesso (rappresentato per dieci sere), in cui, malgrado il successo d'insieme, non dette un'interpretazione misurata del suo personaggio; felicissima riuscì, invece, la caratterizzazione di Michonnet in Adriana Lecouvreur dello Scribe e di E. Legouvé, portata trionfalmente in tournée in Sicilia nella stagione estiva. Nell'ottobre, in prima al teatro Rossini di Livorno, cadde, per l'impreparazione degli interpreti, La diplomazia nel matrimonio del Gherardi Del Testa, commedia di stampo goldoniano che non meritava la condanna cui la votò l'infelice messinscena. Nel gennaio 1857 al teatro del Cocomero di Firenze il C. ottenne un lusinghiero successo in Battaglia di dame dello Scribe e in Clelia o La plutomania di G. Gattinelli, e fu applaudito ne La serva amorosa e ne La locandiera del Goldoni, mentre il 25 ottobre nella prima ripresa de La satira e Parini di P. Ferrari ricevette i più memorabili elogi della sua carriera: il personaggio del marchese Colombi riuscì una sua creazione personale (intuito il tipo dell'ignorante presuntuoso, seppe tenerlo su un tono di serietà e di sussiego che convinse ed esilarò il pubblico). Nella prima di Egoismoe buon cuore del Gherardi Del Testa (teatro Valle di Roma, 25 genn. 1859) impersonò il protagonista con dignità; nel Mausoleo d'Augusto recitò in Cuore ed arte di L. Fortis nel luglio successivo. Rilevata la compagnia romana da A. Belotti nel 1863 e da A. Diligenti nel 1869, il C. vi proseguì la sua attività di caratterista in ditta con quest'ultimo (l'interpretazione del Nerone di P. Cossa al Mausoleo d'Augusto, il 15 maggio 1872, rimase la sua ultima prestazione notevole), affrontando anche una tournée nel Medio Oriente. Alla fine dell'anno ritornò a Parma ove, affittato il politeama Reynach, dal 1873 allestì spettacoli drammatici, musicali e gare sportive, sopravvivendo alla sua fama.

Morì a Parma il 25 ag. 1878.

Attore discontinuo, ma non mediocre, fu portato da una certa esuberanza di temperamento a caricare le parti affidategli di significati che non avrebbe giustificato se le avesse meditate, quando addirittura non contribuì ad involgarirle (ma una parte del demerito va attribuita senz'altro allo studio frettoloso dei copioni, imposto dal gran numero di opere in repertorio e dalla necessità di toccare, nell'arco di un'attività che non consentiva che rari riposi, il maggior numero di piazze possibili). Fu grande nelle commedie e nelle farse (che predilesse nelle sue beneficiate), e vi prodigò tutte le sue risorse; al contrario, quando non riusciva ad entrare nel suo personaggio, ne recuperava le battute dal suggeritore.

Fonti e Bibl.: Il Pirata (Milano), 15 nov. 1839, 13 marzo 1840, 23 febbr. 1841; L'Arte (Firenze), 14 genn., 19 febbr., 26 apr., 7 giugno, 28 ott. 1854; Lo Scaramuccia (Firenze), 17 e 24 genn., 31 ott., 12 dic. 1857, 6 febbr. e 31 luglio 1858; L'Arte drammatica (Milano), 25 maggio, 7 e 21 dic. 1872, 21 giugno 1873, 31 ag. 1878(necrologio); F. Regli, Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti drammatici…, Torino 1860, pp. 101 s.; G. B. Janelli, Dizionario biografico dei parmigiani illustri…, Genova 1877, p. 91; E. Rossi, Quarant'anni di vita artistica, I, Firenze 1887, pp. 14, 16, 22-24, 37 s.;G. Modena, Politica ed arte - Epistolario con biografia (1833-1861), Roma 1888, pp. 29 s.; Epistolario di G. Modena, a cura di T. Grandi, Roma 1955, ad Indices;L.Rasi, I comici italiani, I, Firenze 1897, pp. 548 s.; Enc. Ital., VIII, p. 441(voce di A. Manzi); N. Leonelli, Attori tragici - Attori comici, I, Milano 1940, pp. 190 s.; Enc. d. Spett., II, coll. 1519-1520.

Vedi anche
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paolo pàolo s. m. [dal nome del pontefice Paolo III]. – Nome dato al grosso papale (detto anche giulio) a cominciare dal pontificato di Paolo III (1534-1549), che lo volle aumentato di peso e migliorato di titolo; il nome fu poi esteso...
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