OMICCIOLI, Giovanni
Pittore, nato a Roma il 25 febbraio 1901; ha cominciato a dipingere dopo il 1935, maturando lentamente la sua esperienza pittorica. Attivo nell'ambiente romano, e certamente partecipe delle ricerche tonali della "Scuola Romana" e segnatamente di Scipione e di Mafai, O. rivela peraltro in ciò assai più un semplice orientamento di gusto che una programmatica adesione ad una corrente. La sua sensibilità è volta a cogliere gli aspetti più intimi e inespressi delle cose, annotando con rapidità l'emozione fugace che uomini e natura gli comunicano. Il suo vero poetico, tra realtà e fantasia, gli impedisce ogni carattere illustrativo.
La periferia romana, gli orti suburbani, costituiscono i temi cui egli torna con preferenza a distanza di anni. Immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, un'intonazione realistica caratterizza i suoi soggetti (Partigiani impiccati, I bombardamenti di S. Lorenzo, I fucilati della Storta). Il suo interesse si volge poi a cogliere con simpatia la vita umile della gente del Vercellese e dei paesi della Sila. Egli ritrae evitando la tesi e il simbolo, diretto a notare poesia e non ad usare ragione. Ed al colore O. affida la sua libertà di espressione, lo svincolarsi dall'oggetto, la resa emotiva; il disegno, nella sua vibrazione sottocutanea, vivifica senza quasi apparire. Presente in molte rassegne nazionali e internazionali, tra cui la Biennale veneziana e la Quadriennale romana, O. espone in frequenti personali a Roma e nelle principali città italiane, dove pure molte sue opere figurano in collezioni pubbliche (tra cui la Gall. naz. d'arte moderna in Roma) e private.
Bibl.: G. Bassani, Omiccioli, Roma 1952; H. Vollmer, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler des XX. Jahrh.s, III, Lipsia 1956, p. 517; T. Sauvage, Pittura italiana del dopoguerra, Milano 1957, pp. 448 e passim.