NOVI, Giovanni
NOVI, Giovanni. – Nacque a Napoli il 31 dicembre 1826, da Paolo, colonnello del Genio nato a Siracusa e morto a Napoli nel 1866, e da Marianna Carnevale.
A dodici anni, entrò all’Accademia militare della Nunziatella, dove conobbe Francesco De Sanctis. Congedato il 13 ottobre 1844, entrò come alfiere nel corpo del Genio. In considerazione della buona preparazione matematica, il successivo 29 ottobre fu addetto a prestar servizio nell’Officio topografico e venne aggregato alla sezione geodetica, alle dipendenze del capitano ingegnere geografo Francesco Fergola, con cui partecipò alla campagna del 1845 per la triangolazione tra le isole Eolie, il Cilento e la Sicilia. Nel 1846 lavorò in Calabria con l’alfiere Carlo Avena per completare la rete di collegamento tra la Sicilia e il continente; nel 1847 coadiuvò l’ingegnere Federico Schiavoni nella determinazione di punti di secondo e di terzo ordine nella provincia di Chieti e lungo le coste dell’Adriatico. Nel 1848 avrebbe dovuto collaborare con Schiavoni e con l’astronomo Christian Heinrich Friedrich Peters a un lavoro geodetico intorno al Vesuvio e sulla penisola sorrentina, per una carta dell’intera area; la campagna non ebbe però luogo per i movimenti costituzionali a cui Novi, come altri ufficiali topografi, molto probabilmente aderì. Il 12 aprile fu promosso primo tenente nel corpo del Genio, ma subito dopo venne allontanato dall’Officio.
A seguito della repressione borbonica, lasciò Napoli e si trasferì a Firenze, a insegnare meccanica e artiglieria e poi analisi e meccanica al liceo militare Arciduca Ferdinando. Lasciò l’incarico nel 1859, alla caduta dei Lorena, per assumere la cattedra di algebra superiore all’Università di Pisa. Qui ebbe parte attiva nella riorganizzazione degli studi superiori di matematica, secondo le indicazioni del ministro Terenzio Mamiani volte, agli inizi del 1861, a dare nuove regolamentazioni agli studi universitari, nell’ambito delle varie iniziative prese per adattare alla rinnovata situazione politica la legge Casati sull’ordinamento scolastico.
Nel 1857, sposò a Firenze Teresa Pozzolini, da cui ebbe due figli: Marianna e Paolo, futuro studente di medicina presso l’Università di Firenze.
Teresa era figlia di Gesualda Malenchini, nata da una famiglia di agiati commercianti e proprietari di navi livornesi, e sorella del militare e politico Vincenzo; dopo il matrimonio con Luigi Pozzolini si era trasferita a Firenze e nella sua casa teneva un importante salotto culturale e politico, che animava assieme alla figlia Cesira, scrittrice e moglie, dal 1864, del filosofo leccese Pietro Siciliani e in cui si dibattevano idee patriottiche.
A Firenze, Novi entrò in contatto con i matematici Enrico Betti e Placido Tardy. Con Betti, in particolare, collaborò alla stesura della prima parte del Trattato di algebra superiore (Analisi algebrica), pubblicato a Firenze, per i tipi di Le Monnier, nel 1863.
Dopo aver assunto l’insegnamento di algebra superiore al Liceo civile di Firenze, nel 1854 Betti aveva iniziato la traduzione del Traité élémentaire d’algèbre di Joseph Bertrand (1849), edito a Firenze nel 1856 con il titolo Trattato di algebra elementare. Nell’Avvertimento, Betti preannunciava la volontà di pubblicare un corso di algebra, progetto che rimase invece al livello di raccolta di materiali delle sue lezioni. Novi, che gli succedette sulla cattedra di algebra, accolse il suo invito a portare a compimento il progetto in base agli appunti raccolti.
Già dal 1853 Novi si dedicava a quella che fu la sua principale attività scientifica, la compilazione e traduzione di trattati di aritmetica e di geometria rivolti all’insegnamento della matematica nelle scuole. In ordine cronologico pubblicò: Trattato d’aritmetica, Firenze 1856 (traduzione del Traité d’arithmétique di J. Bertrand, Paris 1849); Elementi d’aritmetica, Firenze 1859; Trattato di geometria elementare, ibid. 1858 (traduzione di A. Amiot, Leçons nouvelles de géométrie élémentaire,Paris 1850). A questo Trattato e ai contributi originali apportativi da Novi nelle note esplicative Luigi Cremona (1860) dedicò un’ampia ed elogiativa recensione.
Si occupò pure – come egli stesso scriveva – di «un poco di matematica, un poco di cose militari. Le quistioni balistiche m’interessano molto, ma sono estremamente complicate» (lettera a Betti del 16 aprile 1851, in Palladino-Mercurio, 2011, p. 247). Questi studi lo condussero alla realizzazione del lavoro Sul moto dei proietti nell’anima delle bocche da fuoco, pubblicato sugli Annali di scienze matematiche e fisiche (V [1854], pp. 365-408).
Ebbe legami con Giuseppe Battaglini, Barnaba Tortolini, Eugenio Beltrami, Luigi Cremona, James Joseph Sylvester, Riemann, Francesco De Sanctis, Fedele Amante, Pasquale Villari.
Morì il 10 dicembre 1866, a causa di una malattia reumatica che lo aveva afflitto per sette anni.
Nel 1873, Teresa Pozzolini sposò in seconde nozze il letterato Cesare del Chicca, da cui ebbe altri due figli: Francesco e Antonietta.
Opere: Oltre a quelle menzionate: Sopra le trasformazioni generali di date funzioni. Estratto di un opuscolo del sig. O. Schlömilch, in Annali di scienze matematiche e fisiche, I (1850), pp. 517-527; Elogio di Carlo Gustavo Jacob Jacobi letto nell’Accademia delle Scienze di Berlino il 1° di luglio 1852 da Lejeune Dirichlet, trad. dal tedesco, ibid., VII (1856), pp. 342-372; Lezioni di meccanica razionale di O.F. Mossotti, La statica dei sistemi di forma invariabile di F. Brioschi, Milano 1859,Elementi di meccanica razionale di D. Chelini delle Scuole Pie, Bologna 1860, in Annali di matematica pura e applicata, III (1860), pp. 245-251; Riduzione in serie delle facoltà analitiche, in Giornale di matematiche, II (1864), pp. 1-46; Sugl’invarianti e i covarianti delle forme binarie,ibid., pp. 306-330.
Gli è poi attribuita una litografia conservata alla Biblioteca della Scuola normale superiore di Pisa, priva di frontespizio, intitolata Lezioni di artiglieria, su cui è apposto il timbro «Dono Betti».
Fonti e Bibl.: Galatina (Lecce), Biblioteca casa di Dante, di proprietà di Giancarlo Vallone; Ibid., Biblioteca P. Siciliani, Fondo Siciliani; Archivio di Stato di Napoli, Ufficio topografico di Napoli, s. I; Napoli, Associazione nazionale ex-allievi Nunziatella, Registri di Matricola degli alunni dell’Accademia della Nunziatella, 1938; Pia-cenza, Biblioteca comunale Passerini-Landi, Fondo Genocchi, Epistolario, busta QQ; Pisa, Biblioteca della Scuola normale superiore, Archivio Betti, BT IV 233; Archivio di Stato di Pisa, Carte personali dei docenti dell’Università, 3° dep n° 1, fasc. 36; L. Cremona, Considerazioni di storia della geometria, in occasione di un libro di geometria elementare pubblicato recentemente a Firenze, in Il Politecnico, IX (1860), pp. 286-322; A. Pozzolini, Lettere e frammenti inediti, in Scritti editi e inediti, a cura di G. Rigutini - S. Jouhaud, Firenze 1877, pp. 217-253; C. Pozzolini Siciliani, Lettere da Parigi, Firenze 1904, p. 582; F. De Sanctis, Lettere dall’esilio (1853-1860), Bari 1938, p. 370; Id., Lettere a Pasquale Villari, Torino 1955, p. 84; V. Valerio, Società uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d’Italia, Firenze 1993, p. 751; M.A. Signorini - A. Visconti, Il salotto di Gesualda e Cesira Pozzolini nella Firenze del 1859, inSalotti e ruolo femminile in Italia tra fine Seicento e primo Novecento, a cura di M.L. Betri - E. Brambilla, Venezia 2004, pp. 381-403; C. Cerroni - L. Martini, Il carteggio Betti-Tardy (1850-1891), Milano 2010, p. 278; N. Palladino - A.M. Mercurio, La corrispondenza G. N. - Enrico Betti, in Rendiconto dell’Accademia delle scienze fisiche e matematiche di Napoli, s. 4, LXXXVIII (2011), pp. 223-292.