BOLDONI, Giovanni Nicolò
Scarse e sporadiche sono le notizie biografiche di questo oratore e rimatore sacro che nacque a Bellano (più verosimilmente che a Milano) intorno al 1595. Era figlio di Ottavio e di Cecilia Cattaneo, e fratello di Sigismondo, professore di filosofia, di Ottavio, vescovo di Teano, di Aurelio e Flavio, poeti. Le muse erano, del resto, di casa presso i Boldoni, se si aggiunge che poetesse furono anche due sorelle del B., Aurelia e Livia, sposate rispettivamente a un Castiglione e a uno Scotti.
Professo barnabita nel 1612, il B. intraprese la propria attività letteraria con una orazione elogiativa: In adventu Illustrissimi ac Reverendiss. D. D.Scipionis Agnelli inCasalensem EpiscopumDe communi Casalensiumlaetitia et beatitate oratio, Casali 1624. Più significativa è l'opera che l'autore consegnò alle stampe alcuni anni più tardi: L'Annuntiata,Dramma di Gio. Nicolò Boldoni Milanese,All'Emin.mo e R.mo Sig.re Il Cardinale AntonioBarberino, Bologna 1636.
Si tratta di una operetta edificante in cui vengono usati i metri della favola pastorale. Il B. orna il suo dettato con tutti i ritrovati retorici dell'epoca, che accomunano i suoi versi al gusto barocco più corrente nella poesia di carattere profano. Il successo dell'opera dové essere notevole se lo stesso B. pensò a un suo adattamento per musica e suggerì a questo proposito alcune norme per la rappresentazione: L'Annuntiata,Dramma sacro delM.R.P.D. Gio. Nicolò Boldoni Milanese Da potersi recitare inmusica. In questa nuova edizione riveduto dall'autore. Aggiuntavi una facilità di brevemente rappresentarlo, Spoleto 1642.
Frutto di un ciclo di prediche tenuto durante la quaresima è la Saetta della passione di Gesù nel cuor di Maria, Perugia 1644. Artificiosità di stile, una forte tensione oratoria, che non disdegna scendere a forme popolaresche, costituiscono l'impronta essenziale di questa prosa che si presenta abbastanza sciatta e stilisticamente uniforme per essere accomunata ai più significativi esempi di oratoria barocca.
Seguì una Regula Reverendorum SacerdotumSocietatis Spiritus Sancti Plebis InciniAnno 1489. Instituta reformata anno 1604per Rev. PresbyterumIacobum Longum anno vero 1640. Denuo auctaac dilucidataper Rev. PresbyterumNicolaum Boldonum, Mediolani 1645, e un nuovo dramma sacro: Uranilla, "ad instanza delle Signore Fanciulle educate nel Venerando, et Inclito Monastero delle Angeliche di S. Paolo di Milano", Milano 1647, che non presenta novità alcuna rispetto alla prima fatica teatrale del Boldoni. Qui semmai l'intento edificante si realizza con maggior facilità di mezzi e una monotonia stucchevole.
Più interessante - anche se costantemente ad un livello di pretenziosa enfasi retorica - è la successiva raccolta poetica del B.: Settenari sacri: Scherzi poetici musicali soprai Sette Misteridelle Allegrezze,Eccellenze,Dolori di Maria: Della Età,Giubili,Natalitij,Pianti,Patimenti diGesù, Milano 1650.
Nonostante le macchinose corrispondenze escogitate dal B., l'opera rimane fredda e male articolata: celebra qui il suo trionfo certo glaciale razionalismo di cui la Controriforma aveva importanti modelli tanto superiori all'opera del B., dalla Gerusalemme liberata in poi. Qui semmai è da cogliere l'estrema dissoluzione di questa linea informativa; prive di qualsiasi contenuto affettivo, la religione del milanese e la sua poesia divengono distaccata contemplazione di un mondo dominato dalle leggi divine incredibilmente refrattario ad ogni umano sentimento.
Con la successiva raccolta (Fioretti delle rive di Aganippe. Canzonette e capricci per ariette musicali, Milano 1652) siamo già in un clima che si direbbe arcadico per la svogliata fantasia dell'autore nel ricalcare convenzionali motivi poetici propri del teatro melodrammatico. Seguì una Brevis ratio colendi sanctissimum Divinae Providentiae nomen ex variis Scripturislocis collecta, Mediolani 1661, e un Trattato delle leggi in generale.Opera la quale distese in scioltol'Elevato Accademico Invisibile, Roma 1665. Ad un più saldo contenuto di dottrina sembra ispirata l'ultima opera stampata ancora vivente l'autore: Annuale del Purgatorio. Discorso nei Vangeli correnti delle Domeniche eSolennitadi principalidell'anno. Parte Pasquale, Perugia 1666.
Il B. morì a Milano nel 1670.
Postuma fu pubblicata, in due tomi, la raccolta delle sue prediche: Il cielo e la terra. Prediche quaresimali del molto Rev.Padre D. Gio. Nicolò BoldoniChierico regolare Barnabitafondate nell'Oracolo davidico "Erit firmamentum in terra", Napoli 1677.
È questa l'opera che meglio documenta l'attività oratoria del B., ed anche quella cui sembra meglio affidarsi la fama letteraria dello scrittore. Permangono anche qui i difetti insiti nella altre opere, ma talvolta, nell'empito del discorso, il B. si lascia trasportare da accenti di sincera commozione, rappresenta con forti immagini, e lo stile ricalca il tracciato della lingua parlata. È in questi casi, sempre sporadici e mai avvertiti sufficientemente dall'arte più che modesta dello scrittore, che l'oratoria del B. rasenta i modelli della più "accesa" prosa d'arte del secolo: un'oratoria che sembra lasciare gli studiati equilibri stilistici di un Bartoli e approdare invece alla forte impronta tragica di un Segneri, sempre più attento all'effetto immediato del "parlato" che alla meditazione sulla pagina compiuta.
Al B. spetta il merito della pubblicazione dell'Epistolarumliber Io. Nic. Boldoni fratrisopera in lucem editus, Mediolani 1651, nonché della Caduta dei Longobardi,Poema eroico del sig.Sigismondo Boldoni con argomenti e supplementidel P. D. Gio.Nicolò Boldoni, Milano 1656.
Bibl.: F. S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, Venezia 1740, III, 2, p. 351; IV, 6, p. 685; L. M. Ungarelli, Bibl. script. eCongregatione Cler. Reg. S. Pauli, Romae 1836, pp. 359 ss.; A. Belloni, Il Seicento, Milano 1902, p. 414; G. Boffito, Bibl.barnabitica, I, Firenze 1933, pp. 257 ss.