MUZZIOLI, Giovanni
– Nacque a Forlì il 30 settembre 1915, da Augusto, generale, e da Nella Camporesi.
La sua formazione scolastica, per i frequenti cambiamenti di residenza imposti dalla carriera militare del padre, si svolse dapprima a Bologna, poi a Modena, a Forlì (dal 1928) e finalmente (dal 1930) a Roma dove, iscrittosi nel 1933 alla facoltà di lettere e filosofia dell’Università La Sapienza, nel contempo iniziò a frequentare ambienti e attività della Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI). Alla Sapienza coltivò le discipline paleografiche, in particolare la diplomatica: allievo di Vincenzo Federici e dell’Istituto di paleografia fondato da Ernesto Monaci, con Federici relatore e Pietro Fedele correlatore si laureò con lode, il 12 novembre 1937, discutendo una tesi sulle pergamene del monastero di S. Andrea Maggiore in Ravenna, depositate presso l’Archivio arcivescovile.
Pubblicato il primo articolo scientifico, Urna inscritta nel Museo delle Terme (in Studi e materiali di storia delle religioni, XV [1939], pp. 42-50), ottenne una borsa di studio della Società romana di storia patria, presso cui seguì la scuola di specializzazione in storia medievale e moderna (1937-40), dedicandosi alla regestazione delle pergamene del monastero romano di S. Maria Nova successive al XII secolo quale continuazione dell’edizione intrapresa da Fedele per gli anni 982-1200. Da studente, poi da specializzando frequentò assiduamente la Biblioteca apostolica Vaticana, legandosi ad Augusto Campana con una amicizia duratura che si rivelò decisiva per conferma delle proprie propensioni di studio e l’indirizzo delle scelte future.
Nel 1940 entrò, per concorso, nei ruoli della Biblioteca Casanatense in Roma, ove promosse la compilazione del Catalogo dei manoscritti, con responsabilità di guida dei lavori e di cura della stesura finale del I volume (v. Indici e cataloghi, n.s. II [1949]). Gli anni della Casanatense, fino al 1956, coincisero con la piena maturità scientifica e professionale di Muzzioli, che frattanto aveva sposato nell’immediato dopoguerra Lyda Ricca Rosellini (da cui ebbe i figli Maria Pia, nel 1947, e Francesco, nel 1949) e intensificato le relazioni con la comunità scientifica nazionale e con il mondo accademico, entrando a far parte della Società romana di storia patria (deputato, dal marzo 1947) e della Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna (socio corrispondente dal 1952).
Come esperto di manoscritti e vicedirettore della Casanatense collaborò a diversi progetti di mostre: Trésors des Bibliothèques d’Italie (Parigi 1950), per la quale curò la sezione delle legature con relative schede e saggio di catalogo; la grande Mostra storica nazionale della miniatura (Roma 1954), della quale seguì per due anni l’allestimento con Mario Salmi e redasse il catalogo; l’esposizione sul Libro Mariano (Roma 1954), ove fu responsabile della sezione Manoscritti e relativo contributo nel catalogo; la Mostra storica del libro in Romagna, ancora nel 1954, cui collaborò con Campana nell’ambito delle celebrazioni triennali per il quinto centenario della Biblioteca Malatestiana.
Nel frattempo pubblicava contributi di paleografia e diplomatica: il catalogo delle Collezioni paleografiche dell’Istituto di paleografia, allestito nel 1943 su impulso di Federici, rilevante per i regesti delle carte documentarie, originali e riprodotte, e per la vasta bibliografia; la segnalazione di nuovi autografi di Pomponio Leto (1948); uno studio sul ms. Casanatense 378, Canones Apostolorum nella seconda versione di Dionigi il Piccolo, qui segnalato come membrum disiectum del ms. Verona, Biblioteca Capitolare, LX (58); la trascrizione del Trattatello in laude di Dante di Giovanni Boccaccio dal ms. autografo Toledo, Biblioteca Capitular, 104.6, edito in collaborazione con Alfredo Schiaffini (1955); la stesura definitiva dello studio su nuovi autografi di Pomponio Leto (1959). Altri lavori condotti negli stessi anni – circolati o discussi con colleghi e amici, primo fra tutti Campana – rimasero allo stadio di inediti, sebbene pressoché ultimati (l’edizione di un trattato di tecnica miniatoria trecentesco), o di prima stesura o di presentazione orale (la segnalazione di un testo poetico profano in volgare, notato musicalmente, della fine del XII secolo; uno studio sul ms. Roma, Biblioteca Angelica, 123, dell’XI secolo).
Nell’agosto 1956 assunse la direzione dell’Istituto di patologia del libro ‘Alfonso Gallo’ in Roma: qui, coniugando le proprie competenze di formazione umanistica con le problematiche tecniche del restauro, sostenne la progressiva specializzazione in campo chimico e biofisico dell’attività dell’Istituto. Nel nuovo ruolo, ricoprì diverse cariche – membro della commissione per Indici e cataloghi (dal 1957); tesoriere del comitato direttivo provvisorio dell’Associazione italiana biblioteche della quale era socio fin dal dopoguerra (novembre 1960 - aprile 1961) – mentre nel 1960 in Vaticano venne nominato consultore della S. congregazione dei Riti, per la III sezione (storica).
All’attività professionale e scientifica negli anni Cinquanta si affiancò un progressivo impegno nell’insegnamento presso l’Università di Roma: già responsabile delle esercitazioni di paleografia e diplomatica (1940-42), come assistente volontario di Vincenzo Federici, dopo la sua scomparsa fu libero docente di paleografia presso l’Istituto di paleografia negli anni accademici 1953-54 e 1954-55; nel biennio 1956-58 fu incaricato di diplomatica presso la Scuola speciale per archivisti e bibliotecari, e parallelamente succedette a Giulio Battelli nell’insegnamento di paleografia e diplomatica presso la Pontificia Università Lateranense.
L’attività intensificata preludeva a un concorso per la docenza universitaria, al quale Muzzioli progettava di presentare alcuni lavori che in più casi non poterono giungere a pubblicazione (Appunti sulle note dorsali ravennati; Note di paleografia e di diplomatica), mentre fu dato alle stampe nell’agosto 1961 – in tiratura limitata, in previsione di una successiva pubblicazione completa – la prima parte dell’edizione dell’archivio di S. Andrea Maggiore di Ravenna, relativa alle pergamene dei secoli IX e X, cui doveva seguire l’edizione delle carte documentarie dell’XI secolo. La ricerca intrapresa per la tesi di laurea del 1937 era stata nel tempo ampliata, rivista con metodo diplomatistico aggiornato, e dava luogo a una edizione moderna ricca di materiali rilevanti per la conoscenza di formulario e prassi del documento privato in area ravennate, per la storia del territorio e per quella monastica della Ravenna altomedievale, essendo l’archivio di S. Andrea Maggiore collettore di ampia documentazione originaria da sedi dipendenti. L’esigua tiratura e il pregio diplomatistico del volume hanno indotto nel 1987 una edizione postuma, integrata di indici esaustivi, della recensione di Giorgio Cencetti e di una Postilla di Augusto Campana. Tuttavia il secondo volume progettato non vide la luce.
Morì il 6 settembre 1961, in un incidente automobilistico presso Todi, mentre da Roma si recava a Forlì per riconsegnare alla Biblioteca comunale un manoscritto appena restaurato dall’Istituto di patologia del libro e raggiungere la famiglia in vacanza.
Opere: rec. di C. Manaresi, In margine ai placiti del “Regnum Italiae”, in Arch. della R. Deputazione romana di storia patria, LXXXIII (1940), pp. 235-238; rec. di R. Vieillard, Codices et volumina dans les Bibliothèque Juives ou chrétiennes. Notes d’iconographie, ibid., pp. 239 s.; Collezioni paleografiche dell’Istituto di paleografia, Roma 1943; Rotulo originale di suppliche per “fiat” di Benedetto XIII antipapa, ibid. 1947; Due nuovi codici autografi di Pomponio Leto (Contributo allo studio della scrittura umanistica), ibid. 1948; Il più antico codice della Biblioteca Casanatense, in Studi di bibliografia e di argomento romano in memoria di Luigi De Gregori, Roma 1949, pp. 323-332; Iscrizioni cristiane e medievali. (Progetto di un “Corpus” e pubblicazione di facsimili), in Riv. di storia della Chiesa in Italia, III (1949), pp. 131-133; Il codice veronese LX (58) (+ Casan. 378) e il vescovo Raterio, Roma 1950; L’errore paleografico di un copista del “Chronicon Vulturnense” , ibid. 1950; La formula testimoniale del memoratorio di Teano (Nota paleografica), ibid. 1950; Reliures, in Trésors des Bibliothèques d’Italie IVe-XVIe siècles, II ed. riv., Paris 1950, pp. 141-165; Il codice veronese LX (58) (+ Casan. 378) e il vescovo Raterio, in Atti del congresso internazionale di diritto romano e di storia del diritto, Verona… 1948, a cura di G. Moschetti, I, Milano 1951, pp. 215-231; Bibliografia degli scritti di Vincenzo Federici, in Arch. della Società romana di storia patria, LXXVI (1953), pp. 14-25; Mostra storica nazionale della miniatura (catal.), a cura di G. Muzzioli, Firenze 1953;Manoscritti, in Libro Mariano (catal.), Roma 1954, pp. 9-32; Libro dei giorni italiani, commento alle immagini, Roma 1958; Due nuovi codici autografi di Pomponio Leto (Contributo allo studio della scrittura umanistica), in Italia medievale e umanistica, II (1959), pp. 337-351; Le carte del monastero di S. Andrea Maggiore di Ravenna, I (896-1000), Roma 1961 (rist., ibid. 1987). Fra i contributi inediti: De arte illuminature librorum. Trattato di tecnica della miniatura del sec. XIV (1955); Appunti sulle notizie dorsali ravennati (1961); Note di paleografia e di diplomatica (1961).
Fonti e Bibl.: Arch. segr. vaticano, Carte Muzzioli; Associazione italiana biblioteche, AIB-Web: http://www.aib.it/aib/stor/dir-icpl.htm; http://www.aib.it/aib/stor/cariche60.htm. Necr.: in Arch. della Società romana di storia patria, LXXXIV (1961), p. 273; G. Bonaventura, G. M., in Boll. dell’Istituto di patologia del libro “A. Gallo”, XX (1961), f. III-IV, pp. n.n.; P. Fontana, G. M., in Boll. d’informazioni A. I. B., n.s., I (1961), pp. 192-194; R. Frattarolo, Per G. M., in Accademie e biblioteche d’Italia, XXIX (1961), pp. 465 s.; M. Maccarrone, G. M., in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XV (1961), pp. 395-401; G.M. Apollonj, Ricordo di G. M., in Almanacco dei bibliotecari italiani, XI (1962), pp. 102 s. G.A. Mansuelli, Relazione sull’attività svolta dalla Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna negli a.a. 1951-52 e 1952-53, in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, n.s., V (1953-54), p. 314; Annuario pontificio 1961, Città del Vaticano 1961, p. 962; P. Brezzi, Il 2° convegno di storia della Chiesa, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XV (1961), p. 405; A. Campana, Ricordo di G. M., in Studi romagnoli, XIII (1962), pp. 9-27, e in Boll. dell’Istituto di patologia del libro “A. Gallo”, XXI (1962), pp. 97-115; Il centenario della Società. Appendice: albo dei soci, in Arch. della Società romana di storia patria, C (1977), pp. 225, 234; A Campana, Postilla 1987, in Appendice a Le carte del monastero di S. Andrea Maggiore di Ravenna, cit. (ed. 1987), pp. 175-185; G. Cencetti, Recen-sione, ibid., pp. 187-195; A. Petrucci, Premessa, in Un secolo dipaleografia e diplomatica (1887-1986). Per il centenario dell’Istituto di paleografia dell’Università di Roma, a cura di A. Petrucci - A. Pratesi, Roma 1988, p. VIII; Id., La paleografia latina in Italia dalla scuola positiva al secondo dopoguerra, ibid., p. 26; L. Mascanzoni, Ricordo di G. M., in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XLII (1988), pp. 592-594; A. Vasina, Presentazione, ibid., XLIV (1990), pp. 494-504; A. Campana, G. M., in Id., Profili e ricordi, Padova 1996, pp. 78-98; G. De Gregori - S. Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX sec. Diz. bio-bibliografico 1900-1990, Roma 1999, pp. 134 s.; S. Buttò, Diz. bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo [2000]: http://3w.aib.it/aib/ editoria/dbbi20/dbbi20.htm; E. Bottasso, in Diz. dei bibliotecari e bibliografi italiani dal XVI al XX sec., a cura di R. Alciati, Arezzo 2009, p. 321.