MONTESPERELLI, Giovanni
MONTESPERELLI, Giovanni (Iohannes Petrutii de nobilibus de Montesperello). – Figlio di Petruccio, nacque a Perugia intorno al 1390 e si distinse nella prima metà del secolo XV per l’attività accademica nello Studio cittadino e per un’assidua partecipazione alla gestione della cosa pubblica.
La famiglia Montesperelli era una delle più antiche e note della città: già nella Libra perugina del 1285 figura infatti un dominus Iannes domini Averardi de Montesperello, accatastato per 3000 libre nella parrocchia di S. Lucia di porta Sole, che avrebbe continuato a essere la parrocchia di residenza di gran parte dei membri della famiglia, compreso Giovanni. Nel 1333 i Montesperelli furono inseriti nel cosiddetto Libro Rosso, un elenco di nobili e magnati perugini, fatto stilare dal governo popolare con lo scopo di escludere i membri della nobiltà dagli incarichi di governo.
Al 1409 risale la prima attestazione di Giovanni che, presumibilmente appena addottorato, figura tra gli iudices communis, accanto ai noti dottori dello Studio Sacco di Conte e Crispolto di Vagnolo. L’insegnamento nell’università perugina è testimoniato dall’anno accademico 1415- 1416, quando Giovanni fu chiamato a una delle due cattedre straordinarie di diritto civile di sera, con un salario di 40 fiorini, più un extra di 22 soldi e 6 denari. L’ammontare dello stipendio, modesto per un giurista, fa pensare che Giovanni si trovasse all’inizio della carriera. L’anno seguente il suo compenso fu più che raddoppiato (85 fiorini, più 30 extra) e in seguito continuò a crescere fino a un massimo di 230 fiorini nel 1450-1451. Nel 1430 venne chiamato a Padova come successore di Francesco Capilisti, ma con ogni probabilità non accettò l’incarico dal momento che nello stesso anno il cardinale legato Domenico Capranica lo incaricò di revisionare gli statuti cittadini di Perugia. Nello Studio di Perugia, in cui è attestato per 15 anni accademici fra il 1415 ed il 1462 (tutti quelli testimoniati dalle fonti), già dal 1437-1438 divenne il lettore di diritto civile più pagato. Di certo insegnò Inforziato negli anni accademici 1418-1419 e 1420-1421 (nel secondo caso di mattina) e occupò una delle cattedre ordinarie di Digesto vecchio nel 1443-1444.
Alla brillante carriera accademica Giovanni affiancò un’attiva e costante partecipazione alla vita pubblica cittadina. L’incarico di iudex communis sopra menzionato fu infatti il primo di una lunga serie di uffici, fra i quali ricorrono con maggior frequenza quelli di iudex communis e di consultor, due compiti di norma affidati ai docenti di diritto dell’università. Giovanni fu giudice del comune negli anni 1414, 1417, 1419, 1421, 1427, 1430, 1432, 1433, 1438, 1439, 1441, 1445, 1451, 1458 (sostituito l’8 ottobre da Iacobus Altovisii) e 1461. Come consultor, una sorta di consigliere legale associato a tutte le principali magistrature cittadine, Giovanni assistette gli offitiales armarii (1416, 1432, 1441, 1442, 1446, 1447, 1454), i capitaney partis Guelfe (1441, 1451, 1456), i conservatores monete (1417, 1426, 1434, 1435, 1441, 1445, 1449, 1450, 1451, 1454, 1456, 1460), i directores communis (1421, 1423-1425, 1435, 1437, 1439, 1442, 1459), i massarii (1426, 1430, 1432), i sindicatores del bargello (1432, 1437, 1438, 1451) e del podestà (1428, 1436, 1452).
Sin dal suo primo anno di insegnamento nello Studio cittadino fu chiamato dal Comune a fornire consilia e a espletare altri generi di incarichi nelle più svariate occasioni. Nel 1416 fu eletto fra i cittadini che dovevano vigilare sull’esecuzione della pena prevista per i ribelli di Città della Pieve; nel 1430 e poi ancora nel 1458 fece parte della commissione che revisionò gli statuti cittadini; nel 1433 sovrintese i lavori di riparazione della chiesa di S. Francesco e nel 1453 si occupò della revisione degli statuti dell’arte della lana (Perugia, Bibl. com. Augusta, ms. 968). Nel 1462 fu tra i dieci giuristi dello Studio che diedero parere positivo all’istituzione del Monte dei poveri a Perugia. Inoltre fu più volte chiamato a giudicare petizioni presentate al comune da privati cittadini.
Alla sua origine nobiliare, oltre che alla sua professione, vanno invece ricondotte altre cariche, di natura più squisitamente politica. Nel 1413, ancora giovanissimo, fu eletto tra i sei capitani di parte guelfa, carica che ricoprirà nuovamente nel 1431: in entrambi i casi Giovanni è il primo menzionato nella lista e l’unico dominus (titolo attributo sia ai nobili sia ai dottori di diritto). Nel 1416, appena salito al potere, Braccio Fortebracci lo nominò tra i 17 consiglieri dei magistrati cittadini e del suo luogotenente. Nel 1420 Giovanni partecipò al corteo inviato a Camerino per scortare a Perugia Nicola Varano, futura sposa di Fortebracci. In seguito lo stesso Braccio gli affidò la carica di podestà di Todi. Nel 1424, alla morte del condottiero, Giovanni fu tra gli ambasciatori inviati da Perugia al papa Martino V per trattare la resa della città. Questo ruolo di mediazione fra Perugia e il pontefice fu svolto da Giovanni in più occasioni: nel 1425 e poi ancora nel 1432 fu mandato nuovamente in ambasciata dal papa. Nello stesso 1432 ricevette anche l’incarico di comporre la controversia sorta tra il comune e la Camera apostolica. Nel 1442 fu chiamato a stabilire insieme al governatore quali spese fossero pertinenti al Comune e quali alla Camera apostolica. Nel 1443, con Conte di Sacco, giustificò di fronte al legato pontificio la decisione del Comune di condurre alla cattedra di arte oratoria Enoch da Ascoli, condotta non benvista dal legato. Nel 1447 fu eletto tra i dieci cittadini incaricati di rendere omaggio al nuovo pontefice Niccolò V. Dalla fine degli anni Trenta Giovanni figura inoltre come membro di una serie di magistrature ordinarie e straordinarie, appannaggio della ristretta élite dominante: nel 1438 fu tra i 10 cittadini incaricati di rifare le nuove borse; fu eletto poi tra i 5 recordatores publice utilitatis (1443 e 1451) e tra i decem cives qui dicuntur decem consilii (1444), magistrature straordinarie di durata bimestrale. Membro e portavoce della nobiltà perugina, dovette però essere anche assai gradito ai rappresentanti pontifici, se è vero l’episodio narrato da Pompeo Pellini, secondo il quale nel 1440 i perugini intercettarono una lettera scritta dal tesoriere al cardinale d’Aquileia, camerlengo e legato generale della Chiesa, nella quale il tesoriere affermava che in tutta Perugia solo quattro persone erano fedeli al pontefice: Giovanni Montesperelli, Guido di Carlo degli Oddi, Pietro di Giovanni Crispolti e Nello di Pandolfo Baglioni (Pellini, 1664, II, pp. 461 s.).
Dalla moglie, Candida di Tolomeo di Guglielmo, Giovanni ebbe un figlio, Matteo Francesco, podestà di Fermo nel 1492, e alcune figlie, fra le quali una andò in sposa a Pier Filippo Della Cornea (allievo dello stesso Giovanni) e una a Diamante Alfani. Dopo più di trent’anni di attività lavorativa, in età già avanzata, il 29 febbraio 1446, Giovanni accese il proprio catasto per 1096 libre e 10 soldi.
Morì a Perugia il 4 febbraio 1464 e fu sepolto nella chiesa di S. Francesco con grandissimo onore.
Tra le sue opere, è innanzi tutto da ricordare la duplice edizione veneziana del 1590 dei Consiliorum seu mauis responsorum praeclarissimi ac celeberrimi iurisconsulti Io. Petritij de nobilibus de Monte Sperello Perusini, Liber primus (editi sia da Francesco de Franceschi senese, sia da Damiano Zenaro). Si è inoltre conservato un certo numero di manoscritti: una Lectura de iure e una Lectura Infortiati, entrambe recollectae da Dominicus de Laureto, allievo di Giovanni nel 1435 e nel 1437 (Ravenna, Bibl. Classense, mss. 375 e 376), le Lectiones super Digesta riportate da un altro allievo di Giovanni, Nicolaus Vronnenberg de Gdancek, confluite nella Biblioteca dell’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo. Restano poi alcuni consilia di argomento vario, forniti a diverse istituzioni: un consilium in materia di confini pronunciato per il monastero di S. Vittore delle Chiuse sul Sentino (Sassi, 1962, pp. 227 s.), l’approvazione di un consilium fornito da Matteo di Feliciano in merito a una lettera graziosa inviata da Martino V a Luca di Giovanni della Serra (Arch. segr. Vaticano, Arch. Beni, II, 67L, c. 5r), e infine due consilia raccolti, assieme a quelli di altri giuristi, nel cod. Magl. Cl. xxix della Biblioteca naz. centrale di Firenze e nel cod. 485 della Biblioteca Classense di Ravenna. Un’ulteriore testimonianza della diffusione dei suoi scritti presso i contemporanei è rappresentata dal caso di Lionello di Giorgio da Penne, studente di diritto civile a Padova nella seconda metà del XV secolo, il quale, fra i suoi libri, possedeva due commentari di Bartolo da Sassoferrato ed un commento di Giovanni (Marcon, 1993-94, p. 259).
Fonti e Bibl.: Arch. segr. Vaticano, Arch. Beni, II, 67L, c. 5r; Firenze, Bibl. naz. centr., II, IV, 434, cc. 197r e ss.; Perugia, Arch. di Stato, Arch. stor. del Comune di Perugia, Catasti, I, 20, cc. 201r- 206v; Conservatori della Moneta, 37, c. 10Ar; 40, c. 33r; 44, cc. 42r, 53v; 46, cc. 16r, 18v; 50, c. 19r; 52, c. 17v; 53, c. 21r; 54, c. 5r; 57, c. 19r; 62, c. 12r; 64, c. 14r; 66, c. 13v; 69, c. 5v; 73, c. 9v; 74, c. 9r; 75, c. 5v; 83, c. 3v; 87, c. 5r; Consigli e riformanze, 61, c. 121rv; 63, cc. 37r, 45v-46r; 64, cc. 9v- 10r, 11v; 65, c. 22; 67, cc. 39v-40r, 63r, 115v, 120r, 126v, 127, 132; 68, cc. 29v-30r, 52r; 69, cc. 10v- 11r, 12v, 15r, 36r-37r, 57v, 76v, 105rv, 187v, 204v, 247rv; 70, cc. 157v-158r; 71, c. 104v; 72, c. 38v; 73, c. 15v; 74, cc. 30r-31r, 114r, 135v; 75, c. 69v; 76, cc. 24r, 54r-55r; 77, c. 11r; 78, cc. 85v, 116r, 208, 212r; 79, cc. 8, 13r, 35r, 51, 106v, 137r; 80, cc. 91r, 113v; 81, c. 34r; 83, cc. 11v, 18v, 35r; 84, cc. 24v-25r; 85, cc. 24v-25r, 110v; 86, cc. 54, 61v 62r, 68r, 87v-88r, 96v-97v; 87, cc. 30r, 54v-55r; 89, cc. 116v-117r; 90, c. 11; 94, cc. 42r; 95, 122; 100, c. 32r; Offici, 6, cc. 3r, 25v, 39v, 61r, 69v, 86r, 88r, 91r; 7, cc. 6r, 18v, 27r, 36r, 40r, 47r, 50r, 54v, 66r, 79r, 81v, 82v, 90v, 91r, 93v, 96r; 8, cc. 2v, 9v, 18r, 22r, 29v, 34v, 40v, 43r, 49v, 51v, 55v, 68r, 72r, 73v, 79r, 84v; 9, cc. 6r, 10r, 15r, 25v, 35v, 53r, 58r, 68r, 69r, 75v, 76r, 80v, 87v, 106r, 107v; 10, cc. 3r, 8r, 25r, 28v, 36r, 45v; Perugia, Bibl. com. Augusta, ms. 968; Ravenna, Bibl. Classense, mss. 375, 376 e 485; Consiliorum seu mauis responsorum praeclarissimi ac celeberrimi iurisconsulti Io. Petritij de nobilibus de Monte Sperello Perusini, Liber primus, Venezia 1590; Documenti di storia perugina editi da Ariodante Fabretti, I, Torino 1887, p. 11; O. Scalvanti, Cronaca perugina inedita di Pietro Angelo di Giovanni in continuazione di quella di Antonio dei Guarneglie (già detta del Graziani), in Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria, IX (1903), 1, p. 43; U. Chevalier, Répertoire des sources historiques du moyen âge: bio-bibliographie, II, Paris 1907, col. 3256. P. Pellini, Dell’Historia di Perugia, Venetia 1664 (rist. anast. Sala Bolognese 1968), II, pp. 192, 226, 252, 269, 281, 317, 320, 373, 423, 430, 434, 436, 440, 461 s., 522, 535 s., 559, 577, 594, 596, 613, 674 s.; V. Bini, Memorie istoriche della perugina Università degli Studi e dei suoi professori, I, Perugia 1816 (rist. anast. Sala Bolognese 1977), pp. 326-331; G.B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini e notizie delle opere loro, II, Bologna 1829, pp. 130- 133; U. Nicolini, Dottori, scolari, programmi e salari alla Università di Perugia verso la metà del sec. XV, in Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria, LVIII (1961), pp. 168 s., 177; S. Majarelli-U. Nicolini, Il Monte dei Poveri di Perugia. Periodo delle origini (1462-1474), Perugia 1962, pp. 194, 196, 198 s., 243, 391; R. Sassi, Le carte del monastero di S. Vittore delle Chiuse sul Sentino: regesto con introduzione e note, Milano 1962, pp. 227 s., 242; G. Ermini, Storia dell’Università di Perugia, Firenze 1971, ad ind.; A. Grohmann, Città e territorio tra medioevo ed età moderna (Perugia, secc. XIII-XVI), Perugia 1981, p. 522; Id., L’imposizione diretta nei comuni dell’Italia centrale nel XIII secolo. La Libra di Perugia del 1285, Perugia 1986, p. 207; A. Belloni, Professori giuristi a Padova nel secolo XV. Profili bio-bibliografici e cattedre, Frankfurt am Main 1986, pp. 31, 96, 256; C. Marcon, Studenti, libri, ebrei: due schede d’archivio del 1468 e 1470, in Quaderni per la storia dell’Università di Padova, XXVI-XXVII (1993-1994), p. 259; L. Kisseleva- P. Danz Stirnemann, Catalogue des manuscrits médiévaux en écriture latine de la Bibliothèque de l’Académie des sciences de Russie de Saint- Pétersbourg, Paris 2005, p. 165; D. Quaglioni-G. Todeschini-G.M. Varanini, Credito e usura fra teologia, diritto e amministrazione, Rome 2005, p. 186; E. Bellini, Comune e Studio a Perugia nel Quattrocento, tesi di dottorato di ricerca, Perugia a.a. 2006-2007, pp. 456-468; S. Zucchini, Università e dottori nell’economia del comune di Perugia. I registri dei Conservatori della Moneta (secoli XIV-XV), Perugia 2008, ad indicem.