MESTICA, Giovanni
Letterato e uomo politico, nato ad Apiro (Macerata) il 29 dicembre 1838, morto a Roma il 24 giugno 1902. Insegnante di scuole medie, nel 1881 riuscì vincitore del concorso alla cattedra di letteratura latina nell'università di Pavia e al tempo stesso di letteratura italiana nell'università di Palermo. Preferì quest'ultima. Dal 1887 al '90 tenne la direzione degli studî medî nel Ministero della pubblica istruzione. Dal 1890 alla morte fu deputato al parlamento.
Lasciò scritti latini, traduzioni, poesie e iscrizioni, scritti di legislazione scolastica, discorsi politici, saggi varî di storia politica e letteraria; è specialmente noto per i suoi trattati scolastici (Istituzioni di letteratura, Firenze 1874-75; Manuale della letteratura italiana nel sec. XIX, Firenze 1882-87), per le sue esemplari edizioni di classici, massime del Petrarca e del Leopardi, e per gli Studii leopardiani (Firenze 1901). Fu uno dei primi a riconoscere i meriti del Seicento (T. Boccalini e la letteratura critica e politica del Seicento, Firenze 1868; Gli svolgimenti del pensiero italiano nel Seicento, Palermo 1902).
Il M. superò per modernità e larghezza di vedute e di dottrina la scuola classicheggiante marchigiana, donde era uscito, pur serbandone il pregio dello scrivere con decoro.
Bibl.: G. Natali, G. M., Fano 1903 (da Le Marche); G. Castelli, La vita e le op. di G. M., Roma 1904; A. Gotti, Italiani del sec. XIX, Città di Castello 1911; G. Gentile, Il tramonto della cult. sicil., Bologna 1918, p. 155 segg.