MAURIZIO, Giovanni
– Nacque a Laigueglia, nella Riviera ligure di Ponente, il 1° apr. 1817 da Ambrogio e Giacinta Musso.
Iniziò gli studi ad Albenga e li proseguì a Genova, dove si laureò in giurisprudenza nel 1848. Si dedicò all’esercizio dell’avvocatura e, contestualmente, si impegnò nella carriera accademica e nelle attività di amministratore pubblico. La professione forense fu, tuttavia, quella che maggiormente gli dette fama: oltre che membro del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Genova, fu infatti apprezzato avvocato della Cassa ecclesiastica, del Demanio, della Casa reale, del Municipio di Genova, del consolato generale dell’Uruguay.
Per i pubblici uffici la sua scelta fu quella di operare nelle amministrazioni locali, nelle quali fu a lungo presente: dal 1860 al 1877 fu membro della Deputazione provinciale; nel 1872 e 1874 fu presidente della Commissione d’appello per le imposte dirette. Fu inoltre per vari anni componente e presidente del Consiglio provinciale scolastico; delegato scolastico della città di Genova; componente e presidente del consiglio di amministrazione della Scuola superiore navale; membro del Consiglio sanitario provinciale. Le competenze maturate e la capacità dimostrata nell’esercizio di tali funzioni lo videro spesso chiamato a offrire consulenze ai prefetti di Genova e lo portarono a ottenere, nel 1886, le insegne di grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia. Le doti di equilibrio del M. si esplicarono anche nell’opera di mediazione diplomatica a livello nazionale quando, nel 1865, venne inviato dal governo italiano in missione presso la S. Sede per discutere il delicato problema delle sedi vescovili vacanti in Italia. Il clima delle relazioni politiche tra Stato e Chiesa non consentì, nella circostanza, di trovare una soluzione al problema, ma rimane il riconoscimento dell’abilità dei negoziatori, S.F. Vegezzi oltre al M., e la testimonianza della loro opera in un Libro verde, edito a cura del ministero degli Affari esteri (Roma 1865): furono questi i motivi che indussero il ministro U. Rattazzi, a nome del governo, a conferire al M. la nomina a commendatore dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro.
Un altro importante capitolo della vita del M. è legato all’attività di docente. Nel 1852 fu aggregato al collegio della facoltà di giurisprudenza, chiamato a supplire i professori G. Morro nell’insegnamento di procedura civile e C. Parodi in quello di diritto commerciale. Dal 1854 fu dottore collegiato presso la facoltà giuridica e dal 1864 dottore aggregato. Nell’ottobre del 1871 fu nominato professore straordinario di diritto costituzionale e incaricato dell’insegnamento del diritto amministrativo e del diritto costituzionale. L’anno seguente fu il primo professore ad assumere la titolarità separata delle cattedre di diritto costituzionale e di diritto amministrativo (tenne questo secondo insegnamento fino all’anno accademico 1891-92).
Il successivo passaggio da straordinario a professore ordinario incontrò non poche difficoltà. In data anteriore al marzo 1884 il M. presentò al rettore domanda di promozione indicando come propri titoli scientifici gli articoli da lui pubblicati nella Gazzetta de’ tribunali, nonché la direzione della stessa rivista dal 1848 al 1872.
La Gazzetta de’ tribunali era una rivista giuridica che si definiva ambiziosamente come una «raccolta di sentenze con note ed osservazioni, articoli di vario diritto e cronaca del Parlamento». Essa ebbe tra i suoi collaboratori, oltre ad alcuni illustri docenti liguri come S. Castagnola, anche giuristi del calibro di P.S. Mancini e C.J.A. Mittermaier, ma, scorrendola, appare impossibile isolare l’apporto scientifico personale del Maurizio.
La documentazione conservata nel fascicolo personale del M. nell’Archivio dell’ateneo genovese e relativa agli anni compresi tra il 1884 e il 1892, quando finalmente venne l’attesa nomina a professore ordinario, testimonia del ritardato o mancato invio dei titoli al ministero con richieste di proroghe nella convocazione della commissione giudicatrice, e induce a ipotizzare un contrasto sulla valutazione dei titoli stessi.
Anche della sua attività di avvocato la documentazione finora nota è limitata a una allegazione, scritta insieme ad altri colleghi, per un’importante controversia che vide come parte Maria Brignole Sale, duchessa di Galliera, nel 1886. È peraltro significativo, nella linea di una notevole simbiosi fra insegnamento universitario e vita forense, che, nel necrologio del M., pubblicato in Temi genovese del 1894, non si faccia alcuna menzione dell’attività scientifica e si faccia, invece, risaltare la fama di avvocato.
Il necrologio ricordava che appena una settimana prima della morte il M. aveva tenuto «le sue lezioni belle per semplicità, precisione e chiarezza di concetto». Testimonianza, questa, che mette in evidenza come il contributo scientifico più significativo del M. riguardasse il suo impegno didattico. Strettamente legato a questo è infatti il suo lavoro più importante, rimasto inedito, costituito da due volumi manoscritti di appunti delle sue lezioni di diritto costituzionale e, solo in piccola parte, di diritto amministrativo (Università degli studi di Genova, Biblioteca della Facoltà di giurisprudenza, Dipartimento di cultura giuridica «Giovanni Tarello», Sezione di storia del diritto, Mss., 92.4.2: G. Maurizio, Diritto costituzionale e amministrativo).
Il primo manoscritto è composto di centodiciannove fogli, senza alcuna sottoscrizione o indicazione di appartenenza. I primi settantacinque fogli riportano gli appunti del corso di diritto costituzionale e i rimanenti quarantaquattro quelli di diritto amministrativo: in entrambi i corsi gli appunti appaiono incompleti. La data di compilazione è sicuramente successiva all’anno 1876-77 dal momento che la data più avanzata presente nel testo è quella della legge 31 marzo 1877 sui conflitti di attribuzione tra l’autorità amministrativa e l’autorità giudiziaria, e l’autore la definiva «nuova legge». Vi sono spesso citati il codice civile del 1865 e la legge di unificazione amministrativa del 20 marzo 1865. Elemento scientificamente centrale nell’opera del M. è l’insistito richiamo, quasi un contrappunto, a L. Casanova, tra i primi commentatori dello Statuto albertino e caposcuola della dottrina costituzionalistica genovese. Anche la presenza delle citazioni dell’opera di Casanova, la cui ultima edizione a cura di E. Brusa è del 1876, e il raffronto con il secondo manoscritto delle lezioni del M., databile 1885-86, suggeriscono come data più probabile di compilazione degli appunti la fine degli anni Settanta. Lo schema di riferimento era quello dello Statuto albertino, ma mentre la parte amministrativistica era compilazione alquanto piattamente manualistica, senza frequenti riferimenti normativi e dottrinali, l’analisi costituzionalistica appare più ricca e colta.
Ciò emerge anche dal secondo manoscritto delle lezioni del M., che si presenta molto più ordinato del primo e fa parte di una serie di appunti presi alle lezioni della facoltà giuridica genovese verso la metà degli anni Ottanta del secolo XIX dallo studente E.L. Parodi.
Dal punto di vista della cultura generale si può affermare che dal testo del M. emerge una normale base scolastica senza le punte di conoscenza di testi antichi e medievali che, per esempio, il suo predecessore Casanova maneggiava abilmente. Anche la cultura giuridica specifica non pare elevarsi al di sopra di citazioni della dottrina francese ormai egemone, con riferimenti a un giurista non di primissimo piano come C.G. Hello e di qualche scrittore politico come B. Constant. La dottrina italiana è pressoché assente e il M. non sembrava aver apprezzato la scuola di G.D. Romagnosi, come aveva invece fatto Casanova. Si può concludere dicendo che nel panorama italiano questi studiosi facevano emergere una pubblicistica legata alla pratica del foro e sensibile ai problemi della libertà e della garanzia dei diritti individuali. Era la grande tradizione dei commerci che non gradivano barriere doganali, pastoie burocratiche, discriminazioni politiche e a essa si univano gli ardori mazziniani e risorgimentali che pretendevano un impegno personale più ampio e militante.
Il M. morì a Genova il 17 maggio 1894.
Fonti e Bibl.: Università degli studi di Genova, Servizio gestione e sviluppo delle risorse umane, f. pers. cessato, ad nomen; R. Savelli, L’Università del Regno di Sardegna e nel Regno d’Italia, L’Archivio storico dell’Università di Genova, a cura di R. Savelli, in Atti della Soc. ligure di storia patria, n.s., XXXIII (1993), p. 272 (n° dell’inventario 1074); G. Rissetti, Avv. comm. G. M. professore di diritto amministrativo e costituzionale nella R. Università di Genova, in Temi genovese, VI (1894), p. 352; G. M., in Annuario critico di giurisprudenza pratica, VI (1894), pp. XXVI s.; G. Grasso, Prof. G. M., in Annuario della R. Università degli studi di Genova… 1894-95, Genova 1895, pp. 137-143; V. Piergiovanni, G. M.: le lezioni di diritto costituzionale, in Giuristi liguri dell’Ottocento. Atti del Convegno… 2000, Genova 2001, pp. 126-140 (e in Studi in onore di Fausto Cuocolo, Milano 2005, pp. 1009-1031); Id., Lo Statuto albertino in Liguria: le lezioni di diritto commerciale di Ludovico Casanova, in Atti della Soc. ligure di storia patria, n.s., XLI (2001), 2, pp. 193-216; L. Sinisi, Un giurista autodidatta fra impegno scientifico e insegnamento: Giuseppe Saredo (1832-1902), in Giuseppe Saredo, Savona 2005, pp. 7-17; Id., Dal giornalismo all’accademia. Giuseppe Saredo giurista «per caso» nell’Italia postunitaria, in Materiali per una storia della cultura giuridica, XXXVIII (2007), 1, pp. 225-238.