GIOVANNI Marigliano (o Merliano) da Nola
Scultore, nato a Nola dopo il 1480, morto a Napoli nel 1558. Esordì come scultore in legno nella bottega di Pietro Belverte da Bergamo (1500-1508), lavorando alla porta maggiore della S. Casa dell'Annunziata; scolpì un Presepe per I. Sannazzaro nella chiesa di Santa Maria del Porto a Mergellina. L'umanista Pietro Summonte ci attesta che nel 1524 si era già dato, e con successo, alla scultura in marmo. L'influenza dell'ambiente umanistico napoletano appar chiara fin dalle sue prime opere, tra cui la tomba di Antonia Gaudino nella chiesa di Santa Chiara, ove la bellissima dormiente ha già la forza plastica e la serenità delle statue antiche. Il suo primo grande monumento fu la tomba del viceré don Raimondo de Cardona, scolpita a Napoli circa il 1524 e inviata a Bellpuig in Spagna. Altre tombe monumentali eresse, a Guido Fieramosca in Montecassino (1535), ai fratelli Iacopo Sigismondo e Ascanio Sanseverino nella chiesa di S. Severino (1539-45), a Galeazzo Pandone nella chiesa di S. Domenico maggiore e al viceré don Pietro di Toledo nella chiesa di S. Giacomo degli Spagnoli (circa 1550), derivazione quest'ultima del monumento a Carlo VIII di Guido Mazzoni. A lui e ai suoi discepoli è dovuta la bellissima cappella dei Caracciolo di Vico nella chiesa di S. Giovanni a Carbonara, piccola rotonda di pure forme classiche, adornata di tombe e di statue. L'ambiente umanistico tuttora fiorente in Napoli nei primi decennî del sec. XVI, i modelli scultorî lasciati nella chiesa di Monteoliveto da Antonio Rossellino e da Benedetto da Maiano, e il dilagare dell'arte michelangiolesca, influenzarono l'arte di G. da Nola. Non mancò però di personalità. A Napoli tenne il primato in tutta la prima metà del Cinquecento. Creò una scuola fecondissima, i cui migliori rappresentanti furono Giovan Domenico d'Auria e Annibale Caccavello.
Bibl.: A. de Rinaldis, Note su Giov. da N., in Napoli nobilissima, s. 2ª, II (1922), p. 16; A. Borzelli, G. M., Milano 1921; G. Ceci, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIV, Lipsia 1930 (con bibl.).