Figlio primogenito (n. 1389 - m. Milano 1412) di Gian Galeazzo, successe al padre a quattordici anni, sotto la reggenza della madre Caterina, nelle più drammatiche condizioni del suo stato, minacciato all'esterno dall'ostilità di papa Bonifacio IX, dei Fiorentini, di Niccolò III d'Este, e all'interno dalle rinascenti lotte intestine tra guelfi e ghibellini. Dopo un vano tentativo da parte della reggente di riportare l'ordine nel ducato con l'aiuto di F. Barbavara, assunse personalmente il potere (1404) imprigionando la madre che morì dopo poco, pare per veleno, senza per questo porre rimedio all'anarchia. Si appoggiò allora alla fazione ghibellina creando governatore di Milano il condottiero Facino Cane, che assunse di fatto la signoria del ducato. Alla morte di questo, contro G. M., che per la sua crudeltà si era creato numerosi nemici, si formò una congiura di nobili milanesi che lo uccisero mentre entrava nella chiesa di S. Gottardo.