MARUSIG, Giovanni Maria
MARUSIG (Marushitz, Marussig), Giovanni Maria. – Nacque a Gorizia, dove fu battezzato il 17 giugno 1641, da Damiano; della madre è noto il solo nome di battesimo, Anna. Frequentò le scuole dei gesuiti nella città natale, e completò la sua formazione nel collegio di Klagenfurt, in Carinzia, dove, sotto la guida del gesuita Antonio Cergol, originario di Santa Croce di Vipacco nel Goriziano, studiò teologia morale e diritto canonico preparandosi all’ordinazione sacerdotale, avvenuta non prima del 1665. A Klagenfurt fu anche precettore in una famiglia.
Nel febbraio 1669 il M. tornò a Gorizia, accettando l’invito della badessa del monastero di S. Chiara, Anna Maria Del Mestri, che lo aveva proposto come cappellano. Il commissario del convento, barone Marco Antonio De Grazia, approvò la nomina superando le obiezioni per la giovane età del designato. Il M. mantenne la carica per tutta la vita.
Il 17 apr. 1673 fu nominato confessore delle monache e si trasferì nella casa destinata a chi ricopriva tale incarico, posta di fronte alla chiesa di S. Chiara, dove abitò fino al 1685, quando cessò dall’ufficio.
La biografia del M., apparentemente priva di avvenimenti esterni di rilievo, è scandita dalle opere e dalle dediche che vi sono premesse. I suoi temi d’interesse, oltre alla teologia e alla morale, furono in primo luogo la storia e la cronaca. Il M. fu attento testimone della vita cittadina, alla quale dedicò una fitta serie di scritti, in prosa e in versi, all’epoca rimasti inediti, come del resto la sua intera produzione letteraria.
La sua prima opera conosciuta è costituita dagli Annali, origine e progressi del nobilissimo monastero di S. Chiara in Goritia fin a l’anno del Signore 1675 (Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Handschriftensammlung, 5738, che contiene altri scritti del M., per lo più frammentari, a carattere religioso), arricchita da vignette e disegni acquerellati, alcuni dei quali di buona fattura. La presenza di un apparato iconografico fu una caratteristica costante nelle opere del M., che attraverso la rappresentazione grafica delle persone e dei luoghi menzionati offrivano una testimonianza di grande valore sulla realtà goriziana, in particolare sui caratteri architettonici della città.
Lo scritto al quale principalmente è affidata la fama del M. è il cosiddetto Diario della peste, il cui titolo originale è Relatione del contaggio di Goritia: un’articolata cronaca dell’epidemia di peste che colpì Gorizia nel maggio 1682 provocando oltre 500 morti. Isolata la città, interrotte le funzioni sacre e la vita civile, il M. trascorse una lunghissima quarantena (84 giorni) nella casa di famiglia sulla piazza del Traunich, durante la quale annotò accuratamente quanto accadeva.
Il Diario si svolge dal maggio 1682 al maggio 1683; nella redazione più ampia (Gorizia, Biblioteca civica, Fondi antichi, 158 Civ.), è corredato da 107 disegni, accompagnati da didascalie e versi in friulano; accanto alla cronaca in prosa sono inseriti 23 sonetti, 13 in friulano e 10 in italiano. La dedica al conte Giovanni Gasparo Cobenzl, una delle figure più rappresentative della vita pubblica goriziana, futuro ministro austriaco e cavaliere del Toson d’oro, appartiene sicuramente a un periodo posteriore. Il testo è conservato anche in altri autografi, con caratteristiche diverse soprattutto nelle illustrazioni e nelle sezioni in versi. In particolare i manoscritti 30/6 Civ. della Biblioteca civica di Gorizia e 402-403 della Biblioteca civica di Verona non contengono testi in friulano, a differenza del manoscritto 39 della Biblioteca civica di Gorizia, affine al manoscritto 158 ma mutilo dell’inizio. Il manoscritto 30/6 Civ. fu dedicato al barone Ludovico Vincenzo Coronini, luogotenente della contea di Gorizia, che aveva tenuto il governo della città durante l’epidemia a causa dell’assenza del capitano austriaco Siegmund von Dietrichstein; a lui è indirizzata anche la raccolta di 14 sonetti in italiano intitolati Di Goritia languente rissanata (Gorizia, Biblioteca civica, Fondi antichi, 30/5 Civ.). Nell’opera il M. si rivela osservatore acuto, ma anche autore incline al commento pungente e sarcastico. Questi caratteri sono più chiaramente espressi nei versi in friulano, non a caso modificati o espunti in alcuni manoscritti, come la cinica quartina inserita sotto la data del 13 agosto, quando l’epidemia era al culmine, presente solo nel manoscritto 39 (c. 35): «Bon pan e bon vin in quarantia vevi / e sis chiastrons nel ronch io pascolavi. / L’historia del contaggio ben notavi / e doppo d’ogni muart un poch bevevi» (Durante la quarantena avevo buon pane e buon vino, e pascolavo sei castroni nel prato. Annotavo per bene la storia del contagio e dopo ogni morto bevevo un poco).
Nel 1689 il M. fu nominato segretario della Congregazione del suffragio delle anime del purgatorio, con sede nell’oratorio, costruito dopo il 1680 accanto al duomo. In seguito compose i Discorsi recitati nel oratorio dedicati alla reverendissima madre abbadessa in S. Chiara, che contengono il testo di 22 prediche pronunciate per la Congregazione nei mesi di aprile e settembre di ciascun anno, dal 1689 al 1700 (Gorizia, Arch. stor. provinciale, Mss., 161). Il M. raccolse anche un ampio numero di documenti sulla storia della Congregazione e sui suoi membri, confluiti nella Origo venerabilis Congregationis suffragii animarum (Arch. di Stato di Gorizia, Biblioteca Coronini Cronberg, 1773). Altri due tomi di riflessioni morali intitolati Quint’essenza d’esempi rarri, di detti, motti eleganti, letti uditti e predicati, risalenti al 1697 (Gorizia, Arch. stor. provinciale, Mss., 170 e 141) furono dedicati alla badessa delle clarisse Angelica Marinelli (in carica dal 1669 al 1706). Come scrittore sacro il M. rivela una forte propensione per una prosa infarcita di allusioni erudite, esclamazioni di meraviglia e domande retoriche, secondo il gusto dei tempi.
La maggior parte delle opere del M. è ascrivibile agli ultimi quindici anni della sua vita. Alcune si possono chiaramente riportare all’attività di sacerdote e predicatore, come le Cento meditationi sopra la santissima Passione, delineate in figure, spiegate in volgare, del 1705 (Gorizia, Monastero delle orsoline), contenenti 127 poesie d’argomento sacro e altri testi, o le riflessioni sui Novissimi (Udine, Biblioteca del Seminario, Mss., 360), dello stesso periodo, anch’esse composte da immagini, prose e versi. Più significativi i lavori di carattere storico e cronistico, in cui il M. diede sfogo alla sua vena di collezionista ingordo di fatti e di notizie, attento ai minimi dettagli.
In essi ormai le illustrazioni hanno uno sviluppo pari o superiore alla parte scritta. Nella storia per immagini di Gorizia, anepigrafa (inizia: Gorizia [ebbe la] origine da Norico re), il testo è ridotto a semplice didascalia in tre dei quattro manoscritti goriziani che la contengono, datati tra il 1703 e il 1709 (Gorizia, Biblioteca civica, Fondi antichi, 36 Civ.; Monastero delle orsoline; Arch. di Stato di Gorizia, Biblioteca Coronini Cronberg, 2203; Arch. stor. provinciale, Mss., 243). Caratteristiche analoghe ha Gorizia, le chiese, collegij, conventi, cappelle, oratorij, beati, colone, stationi, seminarij, religioni, delineate e descritte (Gorizia, Monastero delle orsoline), del 1706, rappresentazione pittorica della città nei suoi edifici maggiori, con la serie delle magistrature e altre notizie inerenti soprattutto alla storia ecclesiastica.
L’opera più rilevante dell’ultima fase della produzione del M. è la raccolta Le morti violente, o subitane, successe in Goritia o suo distretto (Ibid.), vero repertorio della cronaca nera goriziana, che riporta circa 200 assassini e incidenti mortali avvenuti tra il 1641 e il 1704, anno di completamento dell’opera.
A ciascun episodio è dedicata una vignetta, con brevi didascalie in versi friulani. Negli stessi anni il M. raccolse incessantemente, da gazzette o da fogli volanti, notizie sui principali avvenimenti europei dell’epoca, ricavandone catene di sonetti in italiano e in friulano, nei quali manifestava il proprio lealismo asburgico e l’ammirazione per le imprese militari di Eugenio di Savoia. È una produzione non rifinita, a volte copiata in manoscritti di diverso contenuto (Gorizia, le chiese… contiene 60 sonetti sulla guerra di successione spagnola; molti altri sono compresi nelle meditazioni sui Novissimi), altre volte inserita in grossi zibaldoni di vario argomento, insieme con notizie locali e testi d’argomento religioso (Di Carlo terzo in Spagna, Gorizia, Monastero delle orsoline; Le nove più curiose del mondo dal primo novembre 1706 sin al aprile 1707 tradotte in sonetti, Arch. di Stato di Gorizia, Biblioteca Coronini Cronberg, 1777).
Nel 1707 il M. si allontanò brevemente da Gorizia per recarsi a Graz e a Venezia. Furono viaggi molto faticosi, come ricordò nelle sue poesie, in particolare nel sonetto Travalgi sucessi in viaggio di Venezia e superati tutti (Gorizia, Biblioteca civica, Fondi antichi, 157 Civ., c. 24r). Si può supporre che questi viaggi fossero compiuti per trovare uno stampatore che pubblicasse le sue opere, in primo luogo il Diario della peste, essendo Gorizia ancora priva di una tipografia. Il tentativo però non andò a buon fine. Anche se il M., con la sua accentuata inclinazione per il macabro e l’uso di codici multipli, non appare estraneo alla poetica tardobarocca, il suo interagire tra disegno, prosa, versi e l’alternanza di italiano e friulano costituivano espressioni di un’esperienza letteraria troppo singolare per poter trovare accoglienza nell’editoria dell’epoca.
Il M. morì a Gorizia il 13 ag. 1712 e fu sepolto nell’oratorio della Congregazione del suffragio.
Opere: Un elenco ragionato dei manoscritti del M. è in Il diario della peste di Giovanni Maria Marusig (1682), a cura di M.C. Cergna, Mariano del Friuli 2005; La peste in Gurizza nel 1682, a cura di C. Favetti, in Lunari di Gurizza par l’an comun 1858, Gorizia 1858, pp. 32-57; Gorizia viva: venticinque tavole dai disegni seicenteschi di Giovanni Maria Marusig, a cura di G. Manzini, in Studi goriziani, 1957, suppl. n. 3; Le morti violente o subitane successe in Goritia o suo distretto, notate da Giovanni Maria Marusig, a cura di L. Ciceri, Udine 1970; Poesie friulane, a cura di C. Bressan, Udine 1976; Problemma historicum. Se le donne hanno più giovato o nociuto agli uomini, a cura di A. Ciceri, Udine 1994.
Fonti e Bibl.: Gorizia, Arch. del Duomo, Liber baptizatorum, 15 luglio 1639 - 29 dic. 1653; Liber mortuorum, anni 1675-1735; P.A. Codelli, Gli scrittori friulano-austriaci degli ultimi due secoli, Gorizia 1792, pp. 127-130; L. Cicuta, G.M. M. e il suo giornale della peste del 1682, in Studi goriziani, IV (1926), pp. 63-135; Id., Un poeta goriziano del ’600. G.M. M. e le sue poesie, in Riv. della Soc. filologica friulana, VII (1926), pp. 4-16, 49-57, 108-122; D. Giordano, Difese di Venezia contro la peste, in Rivista di Venezia, XI (1932), pp. 522 s., 529, 532; G. Perusini, Un poeta popolareggiante del Seicento, in Ce fastu?, XXXVIII (1962), pp. 156-183; G. Manzini, La peste a Gorizia nel 1682, in Acta medicae historiae Patavina, XI (1967), pp. 85-92; L. Ciceri, G.M. M. e la sua Gorizia del ’600, in Guriza. XLVI Congresso della Soc. filologica friulana… 1969, a cura di L. Ciceri, Udine 1969, pp. 221-225; Venezia e la peste, 1348-1797 (catal.), Venezia 1979, pp. 147 s.; L. Tavano, Due documenti di Congregazioni goriziane settecentesche, Gorizia 1984, pp. 19-27; R. Pellegrini, Letteratura friulana nel Goriziano fino al Settecento, in Cultura friulana nel Goriziano. Atti del Seminario… 1987, a cura di F. Tassin, Gorizia 1988, ad ind.; Gorizia barocca. Una città italiana dell’Impero degli Asburgo (catal.), a cura di S. Cavazza, Monfalcone 1999, ad ind.; L. Pillon, G.M. M. Un profilo biografico, ibid., pp. 237-245 (con elenco dei manoscritti); A. Del Fabro, Criminali, sommosse e delitti del Friuli, Colognola ai Colli 2000, pp. 78-81; C. Morelli di Schönfeld, Istoria della contea di Gorizia (1780-1790), I-V, a cura di S. Cavazza et al., Mariano del Friuli 2003, ad ind.; M.C. Cergna, G.M. M. e la relazione della peste, in Metodi e ricerche, XXIII (2004), 2, pp. 81-94; R. Gorian, L’informazione militare e politica nelle raccolte poetiche di G.M. M. (Gorizia 1641-1712), in Barok na Goriškem. Il barocco nel Goriziano, a cura di F. Serbelj, Nova Gorica-Ljubljana 2006, pp. 49-58.