FINAZZI, Giovanni Maria
Nacque a Bottanuco (Bergamo) il 20 nov. 1802, da Giacomo e da Caterina Cattaneo. La famiglia era originaria di Zandobbio presso il lago d'Iseo e di tradizioni religiose molto radicate. Il F. entrò giovanissimo nel seminario di Bergamo, dal quale passò a quello di Milano. Ordinato sacerdote, andò subito ad insegnare retorica nel collegio di Martinengo, poi dal 1830 nel seminario di Pavia come professore di filologia, storia ed eloquenza, chiamatovi dal vescovo di quella città, mons. L. Tosi, al quale il F. rimarrà sempre legato. L'anno seguente pubblicò la sua prima opera: Sulla eloquenza delle prediche quaresimali di Paolo Segneri. Memoria (Pavia 1831), con la quale egli, pur riconoscendogli grandi qualità formali, negava al predicatore gesuita quell'eccellenza che gli era stata sempre pacificamente riconosciuta.
Tali affennazioni suscitarono reazioni violentissime. specialmente da parte della Compagnia di Gesù, e crearono intorno alla figura del F. una reputazione di "spregiudicatezza" e di "anticonformismo" che non mancherà di influenzare per lungo tempo le sue vicende personali, anche se autorevoli studiosi (G. Bini, I. Casarotti, A. Mauri) erano scesi in campo per sostenerlo.
Il 13 marzo 1832 egli venne eletto socio onorario dell'Ateneo di Bergamo e fu invitato dal nuovo vescovo di questa città, C. Gritti Morlacchi, ad insegnare teologia pastorale, catechetica ed eloquenza sacra nel seminario. Il F. accettò, ottenendo dopo poco l'incarico di prefetto del ginnasio, ed in seguito, nel 1851, quello di direttore del liceo vescovile.
Frattanto le pubblicazioni si susseguivano: da quelle di carattere teologico, destinate per lo più all'insegnamento nel seminario, fra cui Alcune orazioni de' santi padri greci..., Bergamo 1834; Sulla educazione, pensieri, ibid. 1845; Il confessore diretto secondo la dottrina de Santi..., ibid. 1847; Dell'immacolato concepimento di Maria Vergine e della sua dogmatica definizione..., Milano 1855 (e 1857 accresciuto); Atti del martire s. Alessandro principale patrono della Chiesa di Bergamo..., Bergamo 1871; a quelle d'occasione o commemorative.
L'allocuzione pronunciata il 2 sett. 1841, Dell'importanza di conservare e di crescere le glorie patrie (Bergamo 1842), segnò una svolta importante nei suoi interessi, che da allora furono principalmente indirizzati alla storia bergamasca e alle sue fonti, dando origine alla parte più valida della sua produzione.
Videro così la luce Intorno agli antichi scrittori delle cose di Bergamo, Bergamo 1844 (2 ediz. ibid. 1873); Di Guiniforte Barziza e di un suo commento sull'"Inferno" di Dante recentemente pubblicato..., ibid. 1845; Delle lapidi bergamasche e dei loro raccoglitori e illustratori..., ibid. 1851; Delle pubblicazioni archeologiche del card. Angelo Mai, ibid. 1853; Sinodo diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 ... tratto da un codice pergamenaceo esistente nell'Archivio capitolare…, Milano 1853; Cose antiche di Bergamo, pubblicate in appendice al codice diplomatico del can. Mario Lupo, con prefazione e note, Bergamo 1859; Dei capitoli cattedrali e dei sinodi diocesante provinciali. Commentarii, ibid. 1863; La Lega lombarda e la battaglia di Legnano. Appunti storici... del VII centenario del congresso di Pontida, ibid. 1867; I guelfi e i ghibellini di Bergamo. Cronaca di C. Castelli delle cose occorse in Bergamo negli anni 1378-1407, e Cronaca anonima di Bergamo degli anni 1402-84..., ibid. 1870.
Sempre nel filone storico, hanno un posto a parte alcuni lavori che avrebbero dovuto uscire come continuazione di Cose antiche di Bergamo..., per i quali il F. nel 1859 aveva aperto una sottoscrizione fra i concittadini che non ebbe successo, sicché ne pubblicò solo una parte nelle collane storiche della Regia Deputazione piemontese di storia patria di Torino. Uscirono così Carmen saphicum Iacobi Tiraboschi, de laudibus Bergomensium, contra externos editum, in Miscell. di storia ital., VI (Torino 1865), pp. 357-408; Relazione della carestia e della peste di Bergamo e suo territorio negli anni 1629 e 1630..., ibid., pp. 409-486; Memorie per servire alla vita del Magnifico messer Diotisalvi Lupi, generale della fanteria veneziana..., ibid., pp. 487-538; Antichi calendari della Chiesa di Bergamo, ibid., XIII (Torino 1871), pp. 379-446; Documenti, in Monumenta historiae patriae, XIII, Chartar., III, Augustae Taurinorum 1873; e Degli statuti italiani ed inparticolare delle collezioni del più antico statuto di Bergamo ... Discorso proemiale letto nel patrio Ateneo (1873), ibid., XVI, Leges Municip., II, ibid. 1876.
Nel 1845 il F. venne nominato canonico teologo della cattedrale ed esaminatore prosinodale. Il 1848 rivelò in lui vivi entusiasmi patriottici: il 15 aprile, in occasione del solenne Te Deum celebrato in cattedrale, egli, lesse un vibrante discorso, che fu pubblicato (Parole nel solenne rendimento di grazie..., Bergamo 1848), e benedisse le bandiere dei patrioti antiaustriaci. Dopo i rovesci del 1848-49 dovette ritirarsi dalla ribalta cittadina; ebbe così agio e tempo di dedicarsi con maggiore impegno agli studi. Nel 1850 il concittadino G. Arrigoni, arcivescovo di Lucca, gli ottenne dal governo granducale l'offerta di una cattedra di eloquenza nell'università di Pisa con pingui emolumenti, offerta che egli però rifiutò pur di non lasciare Bergamo.
Presso l'Ateneo bergamasco lesse e pubblicò numerosissime memorie, e diede corpo ad un progetto da lungo tempo vagheggiato: raccogliere nell'aula magna di esso e disporre scientificamente le innumerevoli lapidi romane e cristiane disperse fino allora per la città e la provincia. Nel 1856il Municipio, in accordo con l'Ateneo, accettò di partecipare alle spese di quell'iniziativa, e nomino una commissione ordinatrice, della quale il F. fu dal 1858l'anima e il capo. L'impegno fu portato a termine nel 1863, e per l'inaugurazione del nuovo ricco museo lapidario lesse un discorso (Della nuova decorazione dell'Ateneo di Bergamo, ed il riordinamento delle sue antiche lapidi, Milano 1863) al quale seguirono L'antica lapide bergamasca "Amorum Custodi" novellamente illustrata, Bergamo 1868; Delle iscrizioni cristiane anteriori al VII secolo appartenenti alla Chiesa di Bergamo, ibid. 1873, e la più importante, Le antiche lapidi di Bergamo descritte ed illustrate, ibid. 1876, che gli meritò molte recensioni, fra cui quella assai positiva dell'Archivio storico italiano (s. 3, XXV [1877], pp. 330 ss.).
Nell'ambito cittadino non va inoltre dimenticata l'attività filantropica del F., indirizzata all'Istituto dei sordomuti, sorto nel 1850per iniziativa del Comune, del quale egli fu per dieci anni presidente ed attivissimo sostenitore e benefattore, anche se nel 1871, con motivazioni pretestuose, ne venne estromesso. Dopo la seconda guerra di indipendenza, nella Lombardia ormai parte del Regno sabaudo, il F. ottenne qualche ricompensa per il suo passato di patriota: nel novembre 1859 il ministro G. Casati lo nominò provveditore agli studi della provincia di Bergamo, mentre il 15 genn. 1860 fu eletto membro della R. Deputazione di storia patria di Torino, e nel 1861decorato della croce dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro. Tuttavia la sua nomina a provveditore non fu gradita né ai laici perché era prete, né ai cattolici, perché, essendo egli prete, aveva accettato dal governo un incarico che imponeva provvedimenti nei riguardi delle scuole tenute da religiosi. Le polemiche furono tali che il nuovo ministro T. Mamiani lo trasferì a Porto Maurizio, il che equivaleva ad una giubilazione, essendo ben nota la volontà del F. di non lasciare Bergamo. Egli venne colpito anche da censure ecclesiastiche, essendo già da tempo in attrito col vescovo P.L. Speranza, specialmente a causa della sua adesione alla filoliberale Unione ecclesiastica di S. Bartolomeo, costituita nell'aprile 1860, dalla quale peraltro egli si era ritirato nel giugno non appena il vescovo l'aveva proibita. Il 28giugno 1861lo Speranza, con una secca e rude comunicazione, aveva interdetto al F. di predicare e di amministrare il sacramento della confessione.
Il comportamento del F. fu di silenziosa sottomissione, anche se non rinunciò ad esprimere le sue idee, come già aveva fatto nel 1848: nel 1858a Milano aveva pubblicato La libertà di stampa e la censura ecclesiastica. Dialogo; nel 1860a Bergamo I preti e la politica; nel 1861 Religione e patria (in Il Conciliatore del 28 febbraio), La festa nazionale e il clero (in La Lombardia del 5 giugno) e La stampa cattolica. Pensieri (Bergamo), sollevando questioni scabrose, che furono coronate da un'imprudente orazione in lode di Cavour, Nelle esequie del conte C. di Cavour. Parole dette nella basilica di S. Maria in Bergamo, ibid. 1861. Continuerà in tale filone politico con Il nuovo progetto di legge sulla soppressione delle corporazioni religiose e dell'ordinamento dell'asse ecclesiastico. Appunti, Genova 1864; La pretesa riforma religiosa e la costituzione politica della Chiesa, s.l. 1865; e Della separazione dello Stato dalla Chiesa in Italia. Breve commentario, Genova 1866, opere nelle quali il F. manifesta una notevole serenità ed autonomia di giudizio, su posizioni conciliatoriste.
Gli ultimi anni furono tranquilli. Con lettera vescovile del 3 ag. 1867 il F. venne finalmente liberato da ogni censura ecclesiastica mentre la sua fama di erudito aveva valicato i confini municipali e anche quelli italiani: egli fu in contatto con G. Capponi, N. Tommaseo, A. Manzoni, A. Rosmini, G.B. De Rossi, C. Cantù, A. Theiner, F. Sclopis, C. Promis, i cardinali A. Mai, C. Patrizi e P. Silvestri; T. Mommsen fu suo ospite a Bergamo tra il settembre e l'ottobre 1867.
Nominato nel 1873 preside del liceo "S. Alessandro", il F. morì a Bergamo il 26 maggio 1877.
Fonti e Bibl.: Necr. in Arch. stor. lomb., IV (1877), pp. 941-59; Arch. stor. ital., s. 3, XXVI (1877), p. 149; Gazzetta provinciale di Bergamo, 4 giugno 1877; A. Tiraboschi, Commemorazione del canonico cavalier G.M. F. fatta nell'Ateneo di Bergamo il 15 luglio 1877, Bergamo 1877(con elenco cronologico delle pubblicazioni del F.); P. Locatelli, Commemor., in Notizie patrie, Bergamo 1878; Epistolario di A. Manzoni raccolto ed annotato da G. Sforza, II, Milano 1883, pp. 246 s.; A. Manno, L'opera cinquantenaria della R. Deputaz. di storia patria di Torino..., Torino 1884, pp. 280-285; I. Negrisoli, L'opera storica-filologica-archeologica di mons. G.M. F. (20 nov. 1802-26 maggio 1877), in Atti dell'Ateneo di scienze, lettere ed arti in Bergamo, XXVIII (1953-54), pp. 85-99.