CAPELLI (Cappelli, Capello), Giovanni Maria
Nato il 7 dic. 1648 a Parma, nella "vicinia" di S. Sepolcro, da Prospero e Orsolina, visse in questa città quasi tutta la sua vita compiendovi il sacerdozio e, al massimo, viaggiando fino a Venezia o Rovigo per assistere alla rappresentazione di una sua opera. Uomo mite e tranquillo, fu eccellente organista e compositore di oratori e musiche sacre, delle quali poche sono giunte fino a noi; cominciò a dedicarsi al teatro solo in tarda età. La prima notizia che abbiamo di lui data dal 25 dic. 1699 quando gli viene offerto il posto di cantore al duomo di Parma, dove nell'anno seguente (nomina del 10 giugno 1700) assume il porto di maestro di cappella, col compito di istruire e dirigere le esecuzioni musicali polifoniche e strumentali in occasione delle feste. Nel 1709, con atto di assunzione dell'Ordine Costantiniano di S. Giorgio del 27 luglio veniva chiamato al posto di organista fisso, con servizio giornaliero, all'oratorio della Madonna della Steccata, con la seguente ordinazione: "Et essendosi finalmente letta da me cancelliere infrascritto un'altra lettera di S.A.S. in data delli 26 luglio 1709, con la quale propone il sacerdote Gio. Maria Capelli per organista di questo oratorio in caso succeda la vacanza di quel posto... la ill.ma Congregazione a suo tempo rendeva servita l'A.S.S. col promuovere il supplicante al posto di organista di detto oratorio...".
La presenza alla Steccata di una cappella musicale vera e propria era terminata nel 1696 per mancanza di fondi, ma rimasero gli incarichi di organista e di maestro di cappella, ai quali venivano aggiunti volta per volta strumentisti e cantanti locali, oppure nelle grandi occasioni "musici forastieri". Le due cariche permanenti erano strettamente connesse con la corte degli ultimi Farnese, e la scelta veniva sempre fatta dal principe, come si può constatare anche dall'ordinazione richiesta all'Oratorio in favore del Capelli.
Durante questo periodo maestro di cappella alla Steccata era Bernardo Sabadini; alla sua morte il C. ricevette l'incarico di far le veci di maestro di cappella, con ordinazione della Congregazione del 5 genn. 1719: "...che per modo di provvisione sino ad altra sua determinazione si faccia supplire alle veci di maestro di cappella alla Steccata il sig. don Gio. Maria in tutte le funzioni...". Questo incarico durò comunque pochi mesi poiché il z7 marzo dello stesso anno venne nominato un suo allievo, Geminiano Giacomelli. Il C. continuò a collaborare come organista, e mantenne questo posto fino alla morte, avvenuta il 16 ott. 1726, come si ricava da un atto dell'Ordine di S. Giorgio che comunica la vacanza del posto di organista al principe Farnese. Fu sepolto nella chiesa della SS. Trinità a Parma.
Come compositore il C. si dimostra eccellente strumentalista e profondo conoscitore della voce umana. Il De la Borde, nel suo Essai sur la musique, lo definisce ottimo compositore con un pregio molto raro, quello dell'originalità. Purtroppo poco conosciamo della sua musica: fra le composizioni sacre rimangono solo il Kyrie e il Gloria di una Messa a quattro voci concertata, della quale si conserva il manoscritto nella Biblioteca del liceo musicale di Bologna, e che viene descritta come composizione che "abbonda di fughe e di imitazioni molto ben fatte". Secondo l'Eitner nell'archivio della cattedrale di Dresda si conservano anche i manoscritti di due Tantum ergo, ilprimo per soprano solista con due violini, viola e organo, il secondo a quattro voci con gli stessi strumenti. Per il resto, possiamo solo supporre che il C. abbia scritto molte altre messe e mottetti da eseguirsi durante le funzioni festive nel duomo e nella Steccata. Del C. si conoscono gli oratori: la Carità trionfante (Parma, duomo 1707) e Maria Vergine contemplata in due dei suoi sette dolori (Bologna, Madonna di Galliera, 1726). Scrisse una decina di opere teatrali anche in collaborazione con altri compositori, quali F. Gasparini, A. M. Bononcini, C. Monari, e F. A. Pistocchi; in esse l'autore viene sempre indicato sui libretti come "maestro di Cappella" del serenissimo signor Principe Antonio Farnese, anche quando questi non è ancora duca di Parma.
Una favola pastorale, Eudamia, su testo di Vincenzo Piazza, immaginata e tessuta in Colorno per "gli estivi ozi farnesiani" fu rappresentata nel 1718 al Teatro ducale di Parma, a Modena e in altre città; altre opere vennero rappresentate a Venezia e Rovigo.
A noi sono giunti i manoscritti di due sole opere: Venceslao (libretto di A. Zeno, Parma, teatro Ducale, primavera 1724), conservato nel British Museum di Londra (MS 431), che ebbe quali interpreti Faustina Bordoni e Vittoria Tesi, e I fratelli riconosciuti (titolo originale La verità nell'inganno, libretto di F. Silvani, Vienna, Hoftheater 1717; poi riprodotta con modificazioni nel libretto e nella musica al Teatro ducale di Parma nella primavera 1726), conservata nella biblioteca del Conservatorio reale di Bruxelles. Questa opera, in cui il grande cantante G. Paita sostenne il ruolo di Tiridate re di Bitinia, fu musicata dapprima su libretto di Francesco Silvani, rimaneggiato da Carlo Innocenzo Frugoni e ebbe quali interpreti anche i due più famosi sopranisti del tempo, Giovanni Carestini e Carlo Broschi detto il Farinello. Che sia un libretto rimaneggiato lo si ricava sia dalla prefazione ("se quest'opera che nell'anno 1717 fu rappresentata in Vienna, ora viene notabilmente variata, ciò si è... in parte per incontrare la soddisfazione del compositore di musica, ed in parte ancora per uniformarsi al gusto dei cantanti...") sia dal sonetto introduttivo del Frugoni.
Questo fu l'ultimo lavoro teatrale del C. e il suo più grande successo: pochi mesi dopo la rappresentazione al Teatro ducale egli morì.
Fra le composizioni teatrali si ricordano: I Rivali generosi (libretto di A. Zeno, Reggio Emilia, Teatro pubblico, 1710, in collaborazione con C. Monari e F. A. Pistocchi:) Amor politico e generoso della regina Ermengarda (Mantova, Teatro ducale, primavera 1713, in coll. con C. F. Gasperini); Nino (librettodi I. Zanelli, Reggio Emilia, teatro della Comunità, maggio 1720; poi Modena, teatroRangoni, giugno 1720, in coll. con F. Gasperini e M.A. Bononcini); Giulio Flavio Crispo (libretto di B. Pasqualigo, Venezia, teatro S.Giovanni Grisostomo, carnevale 1722); Mitridate re di Ponto,vincitor di se stesso (librettodi B. Pasqualigo, ibid., carnevale 1723); Erginia mascherata (libretto di A. Marchi, Rovigo, teatro Campanella 1727). Di incertaattribuzione sono le opere: Climene (libretto di V. Cassani, Rovigo, teatro Campanella, carnevale 1700) e Griselda (libretto di A. Zeno, ibid. 1710).
Bibl.: I. Affò-A. Pezzana, Mem. degli scrittori parmig., VII, Parma 1827-33, p. 90; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatico-musicali e coreogr. in Parma dal 1628 al 1883, Parma 1884, pp. 30, 324, 338; T. Wiel, I teatri musicali venez. del Settecento, Venezia 1897, pp. 64, 68; N. Pelicelli, Musicisti in Parma, in Note d'arch. per la storia musicale, XI (1934), pp. 47 ss.; Id., Storia della musica in Parma dal 1500 al 1860, Roma 1936; G. Gaspari, Catalogo della biblioteca del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892; Catalogue de la bibliothèque du Conservatoire royal de musique de Bruxelles, Bruxelles 1898-1901, I, n. 2050; P. L. Petrobelli, Una presenza di Tartini a Parma nel 1725, in Aurea Parma, III (1966), pp. 109, 112, 116 ss., 120 ss.; J. Ecorcheville, Catalogue du Fonds de musique ancienne de la Bibliothèque nationale, III, Paris 1912, p. 170; Th. O. Sonneck, Catalogue of Opera librettos printed before 1800, I, Washington 1914, pp. 456, 532; II, pp. 564, 766; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodram., I, Firenze 1954, pp. 195 s.; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, II, Paris, 1861, p. 189; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 155; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, II, p. 314; Enc. dello Spettacolo, II, col.1720; La Musica,Diz., I, Torino 1968, p. 342.