BERENGO, Giovanni Maria
Nacque a Venezia il 6 luglio 1820, da Luigi e da Elisabetta Tesso. Compiuti gli studi nel locale seminario, fu ordinato sacerdote il 5 febbr. 1843. Laureatosi in teologia e diritto canonico, fu presto incaricato dell'insegnamento nel medesimo seminario, accanto a sacerdoti di solida cultura quali Federico M. Zinelli, G. C. Parolari, Pietro e Lorenzo Canal, Giuseppe e Giobatta Trevisanato, Giuseppe e Pietro Pesenti; nel 1846 divenne professore ordinario nella prima classe di umanità e nel 1851 nelle due classi di filosofia insegnò latino, greco e italiano. In quegli anni fece le prime prove letterarie, leggendo memorie erudite presso l'Ateneo veneto, coltivando le discipline storiche ed ecclesiastiche, pubblicando trattati (Della versificazione italiana, Venezia 1854, in 3 volumi) e, in collaborazione con P. Canal, professore di filologia latina nell'università di Padova, traduzioni (Marziale, M. Porcio Catone, anonimi autori della tarda latinità, ecc.) per la Nuova biblioteca degli scrittori latini, raccolta di autori classici pubblicata da G. Antonelli. Dopo aver esercitato per diversi anni il ministero pastorale nella chiesa di S. Maria Gloriosa dei Frari, nel 1855 il B. venne chiamato a insegnare nel seminario storia ecclesiastica ed eloquenza, e quindi teologia pastorale e dogmatica; nel 1859 fu teologo diocesano al concilio provinciale veneto, nel 1863 canonico residenziale della basilica di S. Marco, l'anno successivo canonico teologo e nel 1865 segretario del sinodo diocesano tenuto dal card. Giuseppe Trevisanato; come teologo di questo cardinale intervenne poi al concilio vaticano I (1869-70), ove coprì l'ufficio di segretario nelle adunanze dell'episcopato veneto, lombardo e degli antichi Stati sardi, presiedute dal card. Trevisanato, e delle quali egli compilò sedici processi verbali. Intanto il B. si dedicava agli studi giuridico-ecclesiastici, alla predicazione sacra in S. Marco, tra il 1864 e il 1876, e alla lotta contro i protestanti (cfr. Missione contro gli errori dei moderni evangelici bandita dall'eminentissimo card. patriarca in Venezia sostenuta dal teologo mons. canonico Berengo nella Patriarcale Basilica di S. Marco, Vicenza 1868). Ma la sua attività più importante fu in questo periodo la fondazione e la direzione del periodico IlVeneto cattolico, dove egli profuse le sue doti di tenace e vivace polemista, e il cui primo numero uscì il 6 marzo 1867.
Espressione di uno degli ambienti cattolici italiani più "intransigenti" nei confronti dei principi liberali e della legislazione ecclesiastica dello Stato risorgimentale e unitario, Il Veneto cattolico, sulla linea della polemica già avviata da L'Armonia, da La Civiltà cattolica,da L'Unità cattolica,condusse una aspra battaglia contro il movimento risorgimentale, considerato un aspetto della grande rivoluzione iniziata nell'89 e generata dal protestantesimo e dall'illuminismo, contro le "usurpazioni" del "Regno sardo ", contro i tentativi di conciliazione dei cattolici liberali. Alla classe politica liberale, attaccata indiscriminatamente, si faceva carico in particolare di avere esasperato la questione operaia, e di avere aggravato, mediante l'incameramento dei patrimoni ecclesiastici, le condizioni dei contadini. Piena era l'adesione del giornale all'autorità e alle vedute del papa e della S. Sede, di cui difendeva anche il potere temporale. Nei primi anni, prima che il movimento cattolico passasse a una fase di lotte più concrete e organizzate, Il Veneto cattolico predicò l'astensione dei cattolici dalle elezioni e contribuì ad alimentare quell'attesa della catastrofe in cui la "rivoluzione" avrebbe trascinato ogni cosa, che caratterizzò la prima fase dell'" intransigentismo" cattolico. Sul piano della pietà religiosa, il giornale veneto si impegnò particolarmente nella difesa dell'Immacolata Concezione. Sostenne validamente il Sillabo e le correnti infallibiliste del concilio vaticano I. A collaborare a Il Veneto cattolico il B. chiamò numerosi docenti del seminario di Venezia, P. Pesenti, G. Saccardo, G. Apollonio, e altri ecclesiastici e laici, da G. B. Paganuzzi a G. Sacchetti, che divenne poi direttore del giornale.
Organizzatasi nel 1874 la "intransigente" Opera dei congressi cattolici, il B. la sostenne vigorosamente, svolgendo una vasta attività di diffusione e di propaganda: fu assistente ecclesiastico del comitato diocesano dell'Opera e nel 1875 divenne vice presidente del comitato permanente.
Dopo aver tenuto la reggenza provvisoria del patriarcato in qualità di vicario capitolare generale (1877), nel 1878 fu consacrato vescovo di Adria: durante poco più di un anno di attività in questa diocesi, il B. si dedicò soprattutto a migliorare l'istruzione del clero e a fondare opere di assistenza spirituale e materiale (cfr. Res gestae ab Ill.mo et Rev.mo Iohanne M. Berengo in Dioecesi Adriensium administranda, Inscriptionum stilo concinnatae, Rovigo 1879). Passato nel 1879 alla diocesi di Mantova, dove a causa dell'intransigente atteggiamento di mons. P. Rota, privo del regio exequatur, nei confronti sia di un clero di tradizione cattolico-liberale, sia delle autorità di governo e della popolazione, si era determinata nell'ultimo decennio una difficile situazione per la Chiesa, il B. fin dai primi mesi non venne meno all'attesa, circondandosi dei membri del clero cittadino che godevano di maggior considerazione per la tolleranza delle opinioni, mostrando deferenza verso le autorità civili, accattivandosi le simpatie di gran parte della cittadinanza.
L'attività a Mantova del B. che, sin dalla prima pastorale, esortando alla concordia e all'unità i cattolici, e palesando poi moderazione e cautela, cercava di rappresentare e interpretare l'abile politica di Leone XIII, si esplicò in una serie di iniziative dirette a compiere una graduale opera di restaurazione dei valori religiosi e degli istituti ecclesiastici in crisi durante il ventennio precedente: pratiche di pietà e carità; riapertura del seminario; predicazione contro i protestanti; ritorno alla Chiesa di due parrocchie scismatiche; fondazione del comitato diocesano dell'Opera dei congressi; istituzione delle congregazioni delle Figlie di Maria; propagazione dei Terzo Ordine francescano; rinascita della società di S. Vincenzo; visite pastorali in città e provincia, ecc., In una pastorale del 20 sett. 1881 il B. stigmatizzo la stampa e la propaganda socialista e condannò i periodici La Favilla e L'Affarista alla berlina, "proibendone assolutamente sub gravi a tutti i Nostri Diocesani la lettura ed il concorso diretto od indiretto alla sussistenza di essi "; in un'altra pastorale del 30 genn. 1885 il B., mentre condannava il socialismo e le agitazioni operaie, riconosceva la gravità delle condizioni economiche e sociali in cui versavano i contadini del Mantovano, condizioni contro le quali essi cominciavano a insorgere proprio in quegli anni, organizzandosi in associazioni.
Preconizzato arcivescovo di Udine nel concistoro del 10 nov. 1884, il B. nell'aprile dell'anno successivo prese possesso della nuova diocesi, alla quale si dedicò con slancio, avendo come vicario generale mons. A. Feruglio fino al novembre del 1887 e in seguito don F. Isola, insegnante di diritto canonico in seminario.
Il B. si dette in particolare a rianimare le associazioni religiose, a sostenere l'Opera dei congressi e il quotidiano cattolico di Udine Il Cittadino italiano; contro i progetti di legge sul divorzio e sulla precedenza del matrimonio civile sul matrimonio ecclesiastico fece raccogliere dai suoi parroci migliaia di firme.
Colpito nel luglio 1893 da grave infermità, che lo mise nell'impossibilità di attendere ai suoi doveri pastorali, esplicati dal vescovo ausiliare mons. Pier Antonio Antivari, il B. morì il 7 marzo 1896.
Lo scritto più importante dei B. è l'Enchiridion parochorum seu institutiones theologiae pastoralis (Venetiis 1877).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Mantova, Atti della Polizia Italiana, bb. 402, 484; Mantova, Arch. vescovile, Circolari di Mons. Berengo, stampe, vol. unico; Udine, Arch. arcivescovile, Lettere pastorali (schede mons. G. Biasutti); Il Veneto Cattolico, dal 1867 in avanti; Lo Zelo cattolico (altro giornale cattolico veneto), 15 nov. 1870; Gazzetta di Mantova,3 0 luglio e 30 ag. 1879; La Civiltà cattolica, s.12, X (1885), 1; Il Cittadino italiano, dal 1885 al 1896 (in particolare i nn. del 21-22 aprile 1885, del 20-21 dicembre 1887, del 19-23 settembre 1889, dell'8, 9, 10 marzo 1896); La Patria del Friuli, Udine, 23 giugno 1892, e 9 marzo 1896; G. Ellero, Elogio funebre di S. E. Ill.ma e Rev.ma Mons. G. M. B. arcivescovo di Udine letto dal sac. Prof. G. E. il giorno 15 maggio 1896, Udine 1896; A. Zaniol, Mons. G. M. B. Commemorazione fatta al chiudersi dell'anno scolastico 1896-97 dal sac. A. Z., Udine 1897; L. Briguglio, Origini e finalità del movimento cattolico a Venezia, in Quaderni di cultura e storia sociale, III (1954), pp. 422-433 (sul B. p. 435); A. Gambasin, Il movimento sociale nell'Opera dei Congressi (1874-19o4). Contributo per la storia del cattolicesimo sociale in Italia, Roma 1958, pp. 48 s., 138; M. Sabbatini, Profilo politico dei clericali veneti (1866-1913), Padova 1961, pp. 23, 126; A. Gambasin, Orientamenti spirituali e stati d'animo dei cattolici intransigenti veneti, in Chiesa e Stato nell'Ottocento, miscellanea in onore di P. Pirri, I, Padova 1962, pp. 242-296 (sul B. pp. 244-245, 256, 268, 275); B. Bertoli, "Il veneto Cattolico" agli albori del movimento cattolico veneziano, in Riv. di storia della Chiesa, XVII(1963), pp. 413-466 (sul B. spec. pp. 417-418); Carteggio Volpe-Cavalletto (1860-1866), a cura di L. Briguglio, Padova 1963, pp. XLIII, XLVII. T. Tessitori, Storia del movimento cattolico in Friuli, 1858-1917, Udine 1964, pp. 31, 50, 51, 54, 57, 59, 63, 241, 303; B. Bertoli, Le origini del movim. catt. a Venezia, Brescia 1965, ad Indicem; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., VIII, col. 416.