MARCOLINI, Giovanni
Nacque intorno al 1400 da Baldassarre della nobile famiglia dei Marcolini di Fano. Abbracciò la vita religiosa nel locale convento francescano e soggiornò in gioventù presso il Sacro Convento di Assisi, ove è attestato nel 1418 e nel 1419. Coltivò gli studi teologici fino a raggiungere il grado di "magister in sacra theologia" e fu amico di Giacomo della Marca e Giovanni da Capistrano, le principali personalità del mondo minoritico del suo tempo. Dietro le pressioni del clero locale, il 12 nov. 1444 fu nominato da Eugenio IV vescovo di Nocera (oggi Nocera Umbra), succedendo ad Antonio Nicolai Bolognini, trasferito a Foligno per coordinare dal centro principale della Legazione i territori riportati sotto la piena autorità della Sede apostolica dopo la cacciata dei Trinci.
Il M. rientrava perciò in una organica strategia pontificia di controllo anche in temporalibus delle diocesi di questa zona dell'attuale Umbria, che coinvolgeva altresì i vertici dell'Ordine dei frati minori e fu proseguita dal papa Niccolò V, con il quale il M. continuò le buone relazioni che aveva intrattenuto con Eugenio IV.
Il 28 febbr. 1445, insieme con i vescovi di Foligno (il citato Antonio) e di Todi (Bartolomeo Alaleoni) partecipò alla consacrazione del nuovo vescovo di Assisi, Francesco Oddi, a poche settimane dal ritorno della città allo Stato della Chiesa sotto il cardinale legato dell'Umbria Domenico Capranica, che forse aveva avuto una parte non piccola anche nell'elezione episcopale del Marcolini.
L'atto più importante dell'episcopato del M. è la riedificazione della cattedrale, distrutta due secoli prima dalle truppe dell'imperatore Federico II di Svevia. Il 15 giugno 1448 pose la prima pietra dell'edificio, costruito sul sito presso la rocca ove sorgeva la cattedrale duecentesca, attingendo alle abbastanza cospicue risorse della mensa episcopale, cui si aggiunsero gli aiuti del Comune. Nella nuova chiesa il M. trasferì la sede episcopale (fino ad allora posta in S. Maria Vecchia, che egli concesse alle terziarie francescane dell'ospedale di S. Giovanni della Sportella) intitolandola a S. Maria Assunta e a S. Rinaldo, per sottolineare la continuità con la tradizione attraverso il riferimento mariano, senza però sacrificare il "nuovo" santo locale, Rinaldo (XII secolo), eremita e vescovo a sua volta, quale importante elemento di rappresentazione della identità civile e religiosa della città.
Sempre nella prospettiva di una rivalutazione della componente eremitica presente nei modelli della santità locale "recente" va letta la consacrazione da parte del M. nel 1450 della cella ove era morto il beato Angelo da Gualdo Tadino (circa 1270-1325), il quale aveva condotto vita solitaria nei pressi del monastero camaldolese di S. Benedetto di Gualdo.
A ulteriore riprova della considerazione di cui godeva negli ambienti della Curia romana, il M. fu inviato a Bologna come vice legato coadiutore del cardinale Bessarione, giunto nella città emiliana su ordine di Niccolò V il 16 marzo 1450. Il 18 settembre di quell'anno nella cattedrale di Bologna il M., su licenza di Giovanni di Catania, vicario generale del vescovo di Bologna Filippo Calandrini di Sarzana, presiedette le ordinazioni ai gradi ecclesiastici di diversi francescani e lo stesso fece il 18 dic. 1451.
Mentre proseguiva il governo della diocesi di Nocera, ove il 14 ott. 1452 diede licenza alle monache terziarie francescane di edificare fuori dalla città di Gualdo il monastero di S. Margherita, il M. consolidò la propria posizione di prestigio all'interno del mondo francescano bolognese, presenziando al conferimento della licenza in sacra teologia di un frate Francesco di Assisi il 5 febbr. 1453 e a più riprese alle ordinazioni di frati francescani (nel 1452 il 23 dicembre; nel 1453 il 17 e il 31 marzo e il 22 dicembre; nel 1454 il 6 aprile, il 21 settembre e il 21 dicembre e nel 1455 il 22 marzo).
Dobbiamo immaginare un suo ruolo di primo piano nell'organizzazione del capitolo dei minori che, sempre a Bologna il 21 sett. 1454, raccolse 1436 frati nella chiesa di S. Francesco per l'elezione del ministro generale. In quella stessa chiesa nel 1455, con il consenso del Bessarione, il M. consacrò la cappella di S. Bernardino. Dopo quella data si interrompono le attestazioni della sua presenza a Bologna, mentre proseguono quelle relative allo svolgimento del suo ministero in Umbria e all'interno del mondo francescano, come per esempio la notizia della fondazione del convento francescano dello spedaletto di S. Lazzaro a Fano.
Nel 1459 Giacomo Scota da Foligno, abate del monastero di S. Stefano di Parrano nel territorio di Nocera, con la licenza della Sede apostolica, sottopose lo stesso cenobio con tutti i suoi beni e le sue pertinenze all'autorità del vescovo di Nocera, proprio a motivo delle virtù personali del Marcolini.
Il M. morì a Nocera nel 1465. Gli succedette nell'episcopato Antonio Viminale.
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