MALIPIERO, Giovanni
Nacque a Venezia probabilmente verso la fine degli anni Ottanta del XIV secolo da Perazzo di Lunardo, del ramo di S. Angelo; è sconosciuto il nome della madre.
Ebbe almeno cinque fratelli: Daniele, Lunardo, Nicolò, Francesco e Marco, e una sorella, Elena, unitasi in matrimonio nel 1400 con Francesco Garzoni. Il padre, nato nella prima metà del Trecento, fu provveditore nella difesa di Mestre contro i Carraresi nel 1370 e prigioniero di guerra dei Genovesi nel 1379, dopo la sconfitta della flotta veneziana a Pola.
Tra gli omonimi del M. sono da segnalare Giovanni di Marino, in Maggior Consiglio dal 1423 e sopracomito nella guerra di Morea, e Giovanni di Alessandro, più giovane del M. e caposestiere nel 1440.
Il M. si sposò due volte. La prima, nel 1412, con Elisabetta Sandelli di Giovanni, dalla quale ebbe due figli, Alvise e Perazzo, presentati in Avogaria di Comun per l'estrazione della "barbarella" rispettivamente nel 1437 e nel 1451. La seconda, nel 1446, con Marina Zorzi (figlia di Nicolò volendo prestar fede agli Arbori di Barbaro; di Francesco, invece, secondo i registri dell'Avogaria di Comun, senz'altro più attendibili). Da lei il M. ebbe tre figli, Girolamo, Francesco e Bartolomeo, presentati in Avogaria rispettivamente nel 1467, nel 1472 e nel 1476.
I medesimi registri, a questo proposito, correggono altre inesattezze onomastiche di Barbaro: in particolare il nome della seconda moglie, Marina (altrove anche Maria) e non Chiara, e quello dell'ultimo figlio, Bartolomeo e non Santo. Certa l'attribuzione di tre figlie: Francesca (sposatasi nel 1436 con Vincenzo Garzoni di Francesco) e Bianca (unitasi in matrimonio nel 1444 con Bartolomeo Zane di Maffeo), avute dalla prima moglie; Elena, andata sposa nel 1465 a Marco Barbo di Giacomo, era figlia di secondo letto.
Nulla si conosce della giovinezza, degli studi, degli interessi personali del Malipiero. È probabile che egli, l'unico in famiglia a rivestire con una certa continuità cariche politiche di vertice, avesse maturato la propria formazione alternando gli studi teorici all'esercizio del commercio marittimo, per lasciare poi quest'ultimo alle cure dei fratelli.
Non è possibile far luce sugli esordi del cursus honorum del M.: l'unico dato certo è infatti quello relativo all'elezione a savio agli Ordini del 1( apr. 1429.
L'ufficio era particolarmente rilevante in quanto non solo garantiva l'accesso immediato in Senato con funzioni istruttorie e preconsultive, ma consentiva di espletare un ruolo di primaria importanza nella definizione della politica marittima della Repubblica. Ciò induce a ritenere che il ruolo di savio, rivestito fino a tutto settembre di quell'anno, non sia stato il primo gradino della carriera politica del Malipiero.
Non è possibile colmare la lacuna che interessa gli anni immediatamente successivi, fino al 14 sett. 1438, quando fu eletto in Senato per l'anno seguente. In ogni caso non deve essersi trattato di un periodo di inattività politica. Secondo quanto afferma Sanuto, in questo intervallo di tempo, e comunque prima del 1440, egli fu insignito del grado di vicecapitanio del Golfo (I, p. 331). Dopo il 1438 gli incarichi cui il M. fu nominato furono tutti di vertice. Il 29 sett. 1439 fu chiamato a far parte del Consiglio dei dieci, per poi tornare nuovamente in Senato nel corso del 1440 e nel 1441. Il 6 maggio 1442 fu eletto capitanio di Vicenza.
Nel 1443 il M. espletò la sua unica missione diplomatica: l'8 gennaio egli fu infatti eletto, insieme con Orsotto Giustinian, allora capitanio di Verona, oratore al re dei Romani Federico III d'Asburgo, che si trovava a Trento. Ancora una volta in Senato per due mandati contigui nel 1443 e nel 1444, fu successivamente nominato podestà e capitanio di Treviso. Rientrato a Venezia, il 18 apr. 1446 fu eletto in Consiglio dei dieci, ricoprendone anche la carica di capo e di inquisitore. Fu poi eletto il 16 luglio 1447 in Minor Consiglio avendo occasione di venire spesso chiamato a far parte del Collegio istruttorio di quel tribunale.
Non è pertanto possibile riconoscere nel M. il Giovanni Malipiero eletto il 31 marzo 1447 savio di Terraferma e ancora in carica nel mese di ottobre 1447, a meno di voler ammettere un'inspiegabile e poco ortodossa sovrapposizione di funzioni, per altro respinta dall'assetto costituzionale lagunare, osservato fino alla caduta della Repubblica. Di quest'ultimo Malipiero le fonti tacciono il patronimico, ma molto probabilmente va identificato con il già ricordato Giovanni figlio di Marino.
Dopo una parentesi di qualche anno lontano da Venezia - il 18 ag. 1448 fu infatti nominato bailo e capitanio di Negroponte, mentre nel 1450 fu castellano della fortezza di Venzone (Carnia) -, il M. rientrò in Senato dal 1( ott. 1451, seppure tra i Sessanta di zonta. Eletto membro ordinario di quel Consiglio il 10 settembre, rifiutò l'incarico pochi giorni dopo l'elezione a favore dell'accesso in Minor Consiglio, senz'altro più prestigioso. Anche in questa occasione egli fece ripetutamente parte, quale consigliere, del Collegio istruttorio dei dieci.
Eletto nuovamente in Senato, quale membro ordinario, il 12 ag. 1453, il M. ancora una volta lasciò anzitempo l'incarico per accettare quello di provveditore sopra Camere, cui venne chiamato con lo scrutinio del 30 marzo 1454, e tale ufficio risulta ancora da lui occupato nell'agosto del 1455. Nel frattempo, il 23 maggio fu eletto podestà di Treviso. Rientrato a Venezia alla fine dell'estate del 1456, fu di nuovo eletto in Minor Consiglio, rimanendovi almeno fino a tutto il mese di marzo dell'anno successivo. In quanto membro del Minor Consiglio ebbe occasione di accedere al Consiglio dei dieci, membro anche del Collegio istruttorio. E in Consiglio dei dieci rimase anche successivamente alla scadenza del mandato, prima come componente delle varie zonte di volta in volta aggregate al Consiglio, poi, dal 27 sett. 1458, quale membro ordinario, rivestendo in almeno due occasioni la carica interna di capo e di inquisitore.
Il M. fece ripetutamente parte del Senato, sostanzialmente senza alcuna interruzione di mandato, almeno fino all'autunno del 1462, alternando il ruolo di membro ordinario a quello di componente della zonta di Sessanta. Nel maggio 1462 prese parte alle elezioni ducali che sancirono la vittoria di Cristoforo Moro, e il 12 dello stesso mese fu tra i 41 grandi elettori della tornata conclusiva. Dal novembre del 1462 all'aprile del 1463 ritornò quindi in Minor Consiglio, e in tale veste poté nuovamente accedere al Consiglio dei dieci, anche nella veste di componente del Collegio istruttore.
Dopo aver assolto il mandato in Minor Consiglio, sempre nel 1463 il M. fu eletto capitanio di Verona. Proprio questo sembra essere stato l'ultimo incarico; il M. infatti morì tra il 1464 e nel 1465, anno del matrimonio della figlia Elena, quando egli risultava già deceduto. Il dato trova conferma nel fatto che il 13 ag. 1467 è Marina Zorzi, ormai vedova, a presentare il figlio Girolamo in avogaria di Comun.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, G. Giomo, Indice per nome di donna dei matrimoni dei patrizi veneti, II, pp. 6, 10 s., 13, 333; Misc. codd., I, St. veneta, 20: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de' patritii veneti, IV, cc. 387, 389, 413; 74: P. Gradenigo, Memorie istorico-cronologiche spettanti ad ambasciatori della Serenissima Repubblica di Venezia spediti a vari principi, c. 74v; Avogaria di Comun, Balla d'oro, regg. 162/1, c. 98r; 163/2, cc. 322v, 329r; 164/3, cc. 281v, 282v-283r; Matrimoni di nobili veneti, reg. 106/1, cc. 7r, 93r, 153v; Cronaca matrimoni, reg. 107/2, cc. 13v, 138r, 178v, 179v, 355v; Consiglio dei dieci, Deliberazioni miste, regg. 13, cc. 44v, 51, 61v, 64r, 66r, 68r, 75r, 81v; 14, cc. 132v, 133v-134r, 141r, 149v; 15, cc. 115v-118r, 119, 124v, 127, 138r, 160r, 161r, 164v-166r; 16, cc. 55v, 86v-87v; Maggior Consiglio, Deliberazioni, Liber Ursa, cc. 160v-161v, 183r-184v; Liber Regina, cc. 38v-39v, 42v, 43v-44v; Segretario alle Voci, Misti, reg. 4, cc. 30r, 33v, 53r, 60v, 77r, 92v, 94r, 96v, 99v, 102r, 105v, 110r, 113r, 117r, 131v, 134r, 136v, 155r; Senato, Deliberazioni miste, reg. 57, cc. 88v, 93r, 94v, 95, 102r, 105v, 107v; Senato, Deliberazioni segrete, regg. 15, c. 154r; 17, cc. 124v, 126v-127r, 128, 134, 137, 139v, 142v, 143, 144v, 148r; Senato, Deliberazioni, Terra, regg. 2, cc. 26r, 27v-28v, 29v, 30r, 35v, 36v, 42v, 43v, 46r, 50v, 53r, 57r, 60r, 63r, 130v, 164v; 4, cc. 28r, 31v, 36r; Cronaca di anonimo veronese, a cura di G. Soranzo, Venezia 1915, pp. 192 s., 557; Relazioni dei rettori veneti in Terraferma, a cura di A. Tagliaferri, III, Podestaria e capitanato di Treviso, Milano 1975, p. LIV; VI, Podestaria e capitanato di Vicenza, ibid. 1976, p. XXXVII; IX, Podestaria e capitanato di Verona, ibid. 1977, p. LXXXI; M. Sanuto, Le vite dei dogi (1423-1474), a cura di A. Caracciolo Aricò, I, 1423-1457, Venezia 1999, pp. 331, 374; II, 1457-1474, ibid. 2004, p. 34.