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Dòsso, Giovanni Luteri detto il

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Pittore ferrarese (n. 1490 circa - m. 1542 circa), fu elegante interprete della cultura di corte padana del Rinascimento; lavorò quasi esclusivamente alla corte dei duchi estensi di Ferrara.

Vita e opere

Nato forse a Mantova da padre trentino, era a Mantova nel 1512; forse fin da giovanetto fu a Venezia, dove si formò sugli esempî di Giorgione e di Tiziano, prima che sui ferraresi; infatti si ritiene che le sue prime opere siano quelle più giorgionesche e tizianesche, scevre dagli influssi di P. Costa: tre Sacre conversazioni (a Napoli, Pinacoteca; a Roma, Pinacoteca capitolina; a Glasgow). Nel 1516 il D. era a Ferrara, dove rimase col fratello Battista fino alla morte, salvo brevi interruzioni. Molto importante il viaggio a Roma, in cui ebbe l'occasione di conoscere Raffaello (1517 circa o 1520). Dopo originalissimi incontri con la pittura di A. Meloni, Tiziano, Lotti, Romanino e A. Aspertini, l'arte del D. assume una sua fisionomia personale: le figure, bruciate dal sole sulle compatte e dense superfici pittoriche, sono volte a effetti drammatici, nel contrasto coloristico che le costruisce senza più graduazioni di luce e ombra (Sibilla dell'Ermitage; i Baccanali di Londra, National Gallery, e di Roma, Castel Sant'Angelo; diversi piccoli quadri con la Natività). Poi il D. si volse verso forme monumentali che traducono in modo sempre appassionato e naturalistico la "grande maniera" cinquecentesca: la Circe della Galleria Borghese, la Giustizia di Dresda, il S. Sebastiano di Brera, l'Antiope del duca di Northampton, la Vergine e santi della pinacoteca di Modena. Tra il 1531 e il 1536 eseguì numerosi affreschi nel Castello del Buonconsiglio di Trento; partecipò alla decorazione della Villa Imperiale a Pesaro. Nell'ultimo periodo attenuò il suo impeto per un classicismo più pacato e si valse spesso dall'aiuto del fratello.

Vedi anche
Pinacoteca di Brera Tra le più importanti gallerie italiane, documenta con grande ricchezza la pittura lombarda e veneta tra il 15° e il 18° secolo. Il nucleo portante della raccolta si costituì a Milano durante il regno di Maria Teresa d'Asburgo e la dominazione napoleonica con l'incameramento di opere provenienti da enti ... Giorgióne Giorgióne. - Nome con cui è noto il pittore Giorgio da Castelfranco (erroneo il casato Barbarelli; n. Castelfranco Veneto forse 1477 - m. 1510). Capofila della scuola veneta del Cinquecento, con la sua opera ebbe un impatto fortissimo sui più giovani Tiziano e Sebastiano del Piombo, provocando anche ... affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). Tiziano Vecellio Pittore (Pieve di Cadore 1488-90 - Venezia 1576). Per via della discordanza delle fonti la data di nascita di Tiziano Vecellio, e dunque la definizione della sua presenza nel complesso panorama artistico veneziano dell'inizio del sec. 16°, è questione tuttora non concordemente risolta. Dopo un apprendistato ...
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Vocabolario
dòsso
dosso dòsso s. m. [lat. *dŏssum, forma volg. per dŏrsum]. – 1. Lo stesso che dorso nel sign. proprio del termine: voltato subito il d. (Leopardi); oggi spec. in alcune frasi e locuz.: levare, levarsi di d. una veste, da sopra la persona;...
dossière
dossiere dossière s. m. [dal fr. dossier nel sign. 1, e dossière nel sign. 2, derivati l’uno e l’altro di dos «dorso»]. – 1. Spalliera imbottita a capo del letto. 2. Parte della bardatura dei cavalli da tiro, che si appoggia al dorso dell’animale...
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