GIOVANNI Lido ('Ιωάννης ὁ Λυδός, Ioannes Lydus)
Erudito e filosofo, nato intorno al 490 d. C. Convertitosi al cristianesimo, ebbe nella prima metà del sec. VI incarichi alla corte bizantina, e fu insegnante e scrittore. Si può considerarlo come facente parte della scuola alessandrina del neoplatonismo in quanto partecipò soprattutto dell'interesse erudito di questa, nei suoi lavori di raccolta e di compilazione dottrinale. Nel campo propriamente speculativo, in cui ebbe a maestro Agapio scolaro di Proclo, non svolse attività originale, limitandosi ad allegare nei suoi scritti l'autorità di Porfirio, Giamblico, Proclo e in genere del pensiero neoplatonico a lui precedente: ciò che lo rende, d'altra parte, assai notevole come fonte della nostra conoscenza di tale filosofia.
Conservati tra i suoi scritti sono il Περὶ μηνῶν (Liber de mensibus, superstite però solo in estratti dal testo originale: ediz. R. Wuensch, Lipsia 1898), il Περὶ διασημειῶν (Liber de ostentis, 2ª ediz., C. Wachsmuth, Lipsia 1897) e il Περὶ ἀρχῶν τῆς ‛Ρωμαίων κολιτείας (De magistratibus populi Romani libri tres: ediz. R. Wuensch, Lipsia 1903).
Bibl.: In generale: Christ-Schmid, Geschichte d. Griech. Literatur, II, 6ª ed., p. 1041 segg. Per i suoi rapporti con altri filosofi ed eruditi neoplatonici v. anche giamblico; macrobio. Sull'influsso di Posidonio v. W. Capelle, in Hermes, XL (1905), p. 621 segg.; sul testo del De mensibus, v. F. Börtzler, in Philologus, LXXVII (1921), pp. 364-79.