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GIOVANNI imperatore d'Occidente

di Alberto Gitti - Enciclopedia Italiana (1933)
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GIOVANNI imperatore d'Occidente

Alberto Gitti

Dopo la morte di Onorio, alle difficoltà in cui versava l'Italia, che, minacciata dal conte Bonifazio e priva di un capo, stava per ricadere nell'anarchia, il Senato oppose un rimedio eleggendo imperatore G., allora primicerio dei notari (dicembre 423). Il suo govemo fu mite e ispirato a buone intenzioni. Vana fu però la sua richiesta a Teodosio II di riconoscerlo come legittimo collega. Egli s'illuse infatti di poter governare l'Occidente avendo a colleghi Teodosio II e Valentiniano III e coniò monete coi nomi di questi ultimi. Ma l'imperatore d'Oriente, sotto le pressioni di Galla Placidia, che si trovava allora a Costantinopoli e lo sollecitava a salvare il trono al piccolo Valentiniano III, si decise dopo qualche esitazione alla guerra. G. si trovò allora in una situazione molto grave. Ad Arelate (Arles) era scoppiata un'insurrezione delle truppe nella quale era stato ucciso il suo prefetto Esuperanzio; e contro Bonifazio, che, dall'Africa, aveva tagliato all'Italia i rifornimenti, aveva mandato la parte migliore delle sue truppe. Non si trovava perciò affatto in grado di poter resistere all'assalto che l'Oriente sferrava per terra e per mare contro l'Italia, onde, evitando le battaglie campali, si rinchiuse in Ravenna (gennaio 425). Quivi, dopo un primo successo riportato per mare sul duce nemico Ardaburio che fu fatto prigioniero, fu assediato dal figlio di costui Aspare, che intanto, passando senza colpo ferire con Galla Placidia attraverso la Venezia Giulia, era giunto in Italia. I soccorsi che Ezio doveva recargli dagli Unni giunsero tardi. Nel maggio del 425 Aspare entrava in Ravenna e catturava G., che fu giustiziato.

Bibl.: O. Seeck, Geschichte des Untergangs der antiken Welt, VI, Stoccarda, 1921, p. 95; id., in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IX, col. 1745; Cohen, Médailles Impériales, VIII, 2ª ed., p. 208, n. 4; E. Stein, Geschichte des spätrömischen Reiches, I, Vienna 1928, pp. 427-428.

Vedi anche
Flavio Onòrio Onòrio, Flavio (lat. Flavius Honorius). - Imperatore romano d'Occidente (n. 384 - m. Ravenna 423). Onorio, Flavio ebbe il titolo di Augusto nel 393 e, a soli undici anni, divenne erede dell'Impero Romano di Occidente, che resse sotto la tutela di Stilicone. Nel 398 sposò la figlia di lui, Maria, e, dopo ... Valentiniano III imperatore Imperatore romano d'Occidente (Ravenna 419 - Roma 455). Figlio di Costanzo III e Galla Placidia, nel 425 succedette a Onorio. Durante il suo regno il dilagare delle popolazioni barbariche raggiunse l'apice, sancendo il declino dell'Impero. Dopo che ebbe ucciso per invidia Ezio, l'ultimo grande generale ... Galla Placìdia Galla Placìdia (lat. Galla Placidia). - Figlia (390 circa - 450) dell'imperatore Teodosio il Grande e di Galla; fu presa in ostaggio nel 410 da Alarico; sposò Ataulfo cognato di Alarico, e, dopo la morte di questi, fu restituita dal re goto Wallia al fratello Onorio a Ravenna. Sposò poi (417) il patrizio ... Impero Bizantino Denominazione con cui si indica solitamente l’Impero Romano d’Oriente, da Bisanzio antico nome della capitale Costantinopoli.  storia ● L’antagonismo fra Occidente latino e Oriente ellenistico prese corpo già con la riforma di Diocleziano (284-305). Col trasferimento della capitale dell’Impero a Bisanzio ...
Vocabolario
occidènte
occidente occidènte s. m. [dal lat. occĭdens -entis (sottint. sol «sole»), part. pres. di occĭdĕre «tramontare», comp. di ob- e cadĕre «cadere»]. – 1. Una delle quattro direzioni cardinali, quella nella quale il sole tramonta; sinon. quindi...
imperatóre
imperatore imperatóre (ant. e poet. imperadóre) s. m. [dal lat. imperator -oris, der. di imperare «esercitare il supremo potere, comandare»]. – 1. a. Nell’antica Roma, denominazione che originariamente indicava chi era investito di una...
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