GIOVANNI II re di Francia
Figlio di Filippo VI di Valois e di Giovanna di Borgogna, nacque nel 1319; succedette al padre il 22 agosto 1350. Incapace e prodigo, governò in malo modo. Oltre al futuro Carlo V, G. ebbe da sua moglie Bona di Lussemburgo, che sposò nel 1332, otto figli, fra i quali: Luigi di Angiò, re di Sicilia, Giovanni di Berry, Filippo di Borgogna, Giovanna moglie di Carlo il Malvagio re di Navarra, Maria moglie di Roberto I di Bar, Isabella moglie di Gian Galeazzo Visconti duca di Milano. Dal suo secondo matrimonio, contratto nel 1350 con Giovanna, vedova di Filippo di Borgogna, non ebbe figli.
Il suo regno trascorse in guerre e rivolte dei sudditi. La rottura con Carlo di Navarra (che discendeva per parte della madre Giovanna II da Filippo il Bello), in seguito all'uccisione di un favorito del re, Carlo di Spagna, ebbe per conseguenza l'alleanza del re di Navarra con gl'Inglesi. Arrestato a Rouen il 5 agosto 1352 da Giovanni, Carlo fu imprigionato; ma fu liberato infine dai Parigini quando scoppiò la rivolta di Étienne Marcel. Quanto agl'Inglesi, l'armistizio concluso con Edoardo III scadde nel 1351; prolungato per qualche mese non impedì la ripresa della guerra nel 1355, segnata dalla disfatta dell'esercito francese presso Poitiers, il 19 settembre 1356. G. sfuggì alla morte, ma fu fatto prigioniero e condotto in Inghilterra. Il 24 marzo 1359 egli firmò i preliminari di Londra, per i quali cedeva al re d'Inghilterra Montreuil, Boulogne, la contea di Guines, il Ponthieu, la Normandia con la sovranità sulla Bretagna, l'Angiò, il Maine, la Turenna e la Guienna con i feudi che ne dipendevano. La Francia doveva ritornare così allo stato in cui si trovava nei tempi di Luigi VII, quando Eleonora di Aquitania aveva portato in dote i suoi dominî aquitani al re d'Inghilterra. Ma questi preliminari non furono applicati. Infatti, la Francia si riebbe: le città organizzarono la leva in massa, e, se anche certi movimenti, come quello sviluppatosi a Parigi, parevano non contrastare allo sforzo della Jacquerie, si formarono molti centri di resistenza. Edoardo III d'Inghilterra faceva delle cavalcate senza ottenere niente, mentre il delfino di Francia, Carlo, toglieva varie piazzeforti all'alleato degl'Inglesi, Carlo di Navarra, e una flotta francese devastava le coste d'Inghilterra. Infine l'abate di Cluny, legato del papa, si adoperò energicamente per la pace, che fu firmata a Brétigny (8 maggio 1360). Edoardo III rinunciava alla Normandia, al Maine, all'Angiò, alla sovranità sulle Fiandre e la Bretagna e ai suoi diritti sulla corona di Francia. Una taglia di 3000 scudi fu stabilita per la liberazione di G., il quale sbarcò poco tempo dopo a Calais, dove doveva aver luogo il 24 ottobre 1360 la firma degli accordi definitivi. G. consegnò agl'Inglesi degli ostaggi: fra questi il figlio, duca d'Angiò, che poi fuggì dall'Inghilterra per raggiungere la sua sposa in Francia. G., che giudicò non leale l'atto del figlio, ripartì per Londra nel 1364 e vi morì l'8 aprile.
Gli errori enormi di questo pessimo regno furono poi rimediati dall'abile politica di Carlo V. Ma non si poté rimediare all'errore commesso nel costituire i due appannaggi, quello cioè di Borgogna (creato per Filippo, figlio di Giovanni II) che doveva suscitare poi degli ardenti nemici alla corona di Francia e aver fine solo nel 1477, con la morte di Carlo il Temerario, e quello di Angiò che cessò nel 1481. Solo l'appannaggio di Berry ebbe esistenza breve, essendo morto senza discendenti maschi il suo titolare Giovanni nel 1360.
Bibl.: Perrens, Étienne Marcel, 2ª ed., Parigi 1875; G. Picot, Hist. des États généraux, 2ª ed., Parigi 1888; E. Cosneau, Les grands traités de la guerre de Cent ans, Parigi 1888; S. Luce, Hist. de la Jacquerie, 2ª ed., Parigi 1895; A. Coville, Les premiers Valois ecc., in Lavisse, Hist. de France, IV, Parigi 1902.