FATINELLI, Giovanni Iacopo
Nacque a Lucca il 28 apr. 1653 da Giovanni Battista e Angela sua moglie, di casato ignoto, e fu battezzato nella parrocchia di S. Frediano.
Dottore in utroque, nel 1686 intervenne in una controversia tra i canonici regolari di S. Frediano e i Fatinelli, con una consulenza legale in favore della famiglia. Nominato agente diplomatico della Repubblica di Lucca presso la corte papale il 18 apr. 1720, ebbe rinnovato l'incarico allo scadere di ogni triennio fino alla morte. In tale veste egli difese gli interessi della Repubblica contro la supremazia della curia vescovile di Lucca.
A Roma divenne canonico di S. Maria Maggiore (nel 1723 circa), grazie alla protezione dello zio Fatinello Fatinelli, decano della Camera apostolica e al servizio del cardinale Nicola Acciaiuoli. Sempre grazie allo zio ottenne l'ufficio di correttore della Penitenzieria.
Il F. morì il 17 ott. 1736 a Roma e fu sepolto nella basilica di S. Maria Maggiore.
Si conquistò fama di eccellente erudito e per questo fu nominato procuratore in Italia di C. T. Mailiard de Tournon, patriarca di Antiochia. Questi, inviato nel 1702 in Cina come legato pontificio per imporre alle missioni i decreti relativi alla controversa questione dei riti cinesi, vi morì nel 1710, avendo fallito nel suo intento. In Italia il F. si assunse l'incarico non solo di difendeme l'operato, ma anche di sostenere le posizioni di coloro che, nell'Europa cattolica di quegli anni, accusavano i gesuiti di gettare discredito sulla Chiesa romana alimentandone non solo gli aspetti moralmente più lassisti, ma anche le pratiche più vicine al paganesimo. Del 1704 è l'edizione romana di una Relazione del viaggio dall'isola di Tenariff... sino a Pondisceri del Tournon con una prefazione del F., presumibilmente anche curatore del volume (una copia della British Library [10025 ee. 2] porta un ex-libris di B. Nappini: "ex dono Ill.mi Abbatis Joannis Jacobi Fatinelli" e la data 15 nov. 1704).
Circa nel 1709 il gesuita padre G. Provana aveva presentato al papa Clemente XI cinque memoriali "sopra l'affare della Cina". Ad essi il F. scrisse alcune risposte che trasmise manoscritte ad un ignoto (forse il cardinal G.M. Tommasi) e al Sant'Offizio. Le risposte del F. vennero pubblicate (Roma 1709), a sua insaputa e anonimamente, dal gesuita L.V. Mamiani, che vi aggiunse delle osservazioni. A ciò il F. replicò scrivendo un volume comprensivo di tutti gli scritti sopra citati, a partire dai memoriali del Provana, e di un'apologia relativa ai singoli punti in discussione: il volume fu pubblicato (forse dal cardinal Tommasi, e con qualche resistenza del F.) dopo il 7 marzo 1710, con il titolo Apologia delle risposte date dal procuratore del cardinal di Tournon ai cinque memoriali delp. Provana contro le affermazioni fatte sopra di esse da un autore anonimo. Ad essa seguirono altre due repliche dei gesuiti Mamiani e T. Ceva. Nello stesso periodo il F. rispondeva ad un opuscolo attribuito al Ceva con le Considerazioni su la scrittura intitolata Riflessioni sopra la causa della Cina, pubblicate anonime nel 1709, che aprirono una complessa serie di reazioni. Forse a causa della sua vivace presenza nell'ambito della controversia, gli vengono anche attribuite le raccolte Historia cultus Sinensium seu varia scripta de cultibus Sinarum inter vicarios apostolicos Gallos ... et patres Societatis Jesu controversis ... e Continuatio Historiae cultus Sinensium ... stampate a Colonia nel 1700 (Melzi, II, p. 4), ma nessun elemento permette di affermare che queste miscellanee di scritti, prevalentemente di Nicola Charmot, procuratore del vescovo di Comana, e vicario apostolico del Fukien, C. Maigrot e dei vescovi francesi in Asia, siano state curate dal Fatinelli.
Dopo la morte del Tournon (8 giugno 1710), il F. fu incaricato da Clemente XI di scriverne una biografia. Ma sembra che, scoraggiato, alla morte del papa, nel 1721, dal rinforzarsi del partito avversario, il F. rinunciasse a pubblicarla. Nel 1711 fu comunque stampato, sempre a Roma, un opuscolo anonimo, ma a lui attribuibile, nel quale si riferiva degli ultimi mesi di vita e della morte del Tournon. L'esposizione non contiene riferimenti alla controversia sui riti cinesi, ma vi si sottolinea l'azione di alcuni nemici del Tourrion presso l'imperatore cinese, che ne avrebbero così causato la triste fine nel carcere di Macao.
È probabilmente alla luce di queste vicende che il F. si fece carico, fin dal 1712, di tradurre in italiano l'opera Il pastore della notte buona dello spagnolo Giovanni di Palafox, vescovo di Osma, il quale, alcuni decenni prima, aveva subito una sorte simile a quella del cardinale di Tournon. A questo il F. dice (in una prefazione stampata solo nell'edizione postuma del 1746) di aver voluto dedicare la propria opera, per la coincidenza tra gli esempi di virtù indicati nell'opera del Palafax e la vita del legato pontificio. Aveva ricevuto la notizia della morte del Tournon, si legge nella stessa prefazione, poco prima di finire la dedica, e poiché l'opera era stata tuttavia pubblicata grazie all'incoraggiamento del cardinal Tommasi questi ne divenne il nuovo dedicatario. Questa prefazione, stesa presumibilmente nella seconda metà del 1710, non si trova nelle edizioni del 1712 e 1721, e in quest'ultima è sostituita da una breve dissertazione sulle funzioni dei confessori e dei direttori spirituali. Anche la dedica al Tommasi subisce consistenti modifiche: priva del panegirico del Tournon nel 1712, essa è addirittura sostituita, nel 1721, con una dedica "a Dio Onnipotente", facendo pensare ad un distacco, forse polemico, dal nuovo patrono. La traduzione dell'opera del Palafox e la vicinanza all'ambiente del Tommasi fanno comunque pensare che in questo periodo il F. fosse impegnato anche ad alimentare l'agiografia antigesuitica, che allora proponeva come proprio campione il vescovo di Osma, , in contrapposizione alla figura del Bellarmino.
Opere: Lucca, Bibl. governativa, Misc. T. XVII, d. 10, fasc. 45: Lucana praetensae ex-communicationis (Lucca 1686); prefazione a C. T. Maillard de Tournon, Relazione del viaggio dall'isola di Tenariff... sino a Pondisceri, Roma 1704; Considerazioni su la scrittura intitolata Riflessioni sopra la causa della Cina dopo venuto in Europa il decreto dell'e.mo di Tournon, s. l. 1709; Apologia delle risposte date dal procuratore del cardinal di Tournon ai cinque memoriali delp. Provana contro le affermazioni fatte sopra di esse da un autore anonimo, Roma 1710; Relazione della preziosa morte dell'e.mo e r.mo Carlo Tommaso Maillard di Tournon, ibid. 1711; J. Palafox y Mendoza, Il pastore della notte buona, opera... tradotta dallo spagnuolo nell'italiano, ibid. 1712, altre edizioni: Lucca 1721; Venezia 1748.
Fonti e Bibl.: Lucca, Arch. parrocchiale di S. Frediano, Battesimi, 49, c. 46r; Arch. di Stato di Lucca, Offizio sopra la giurisdizione, 156-162 e 165-166; Ibid., Biblioteca manoscritti, 77: G. A. Pelligotti, Annali di Lucca, II, 2, p. 394; Giornale de' letterati d'Italia, II (1710), pp. 507-509; VII (1711), p. 488; Norbert de Bar-le-Duc, Memorie istoriche, I, 3, Lucca 1744, pp. 92 s. (p. 94 dell'ediz. francese, ibid. 1744); A. Zeno, Lettere, II, Venezia 1785, p. 76; L. A. Muratori, Carteggio, XLVI, a cura di A. B. Calapai, Firenze 1975, pp. 318, 320; C. Lucchesini, Della storia letteraria del Ducato lucchese, II, Lucca 1831, pp. 326-328; G. Melzi, Diz. di opere anonime e pseudanime, Milano 1848-52, I, p. 246; II, p. 4; S. Bongi, Inv. del R. Archivio di Stato di Lucca, Lucca 1888, I, pp. 377 s.; G. Sforza, Episodi della storia di Roma nel secolo XVIII, in Arch. stor. ital., XIX (1887), pp. 63-67.