GIOVANNI I papa, santo
Oriundo toscano, fu eletto a succedere a Ormisda il 13 agosto 523. Negli ultimi mesi del 525, commise a Bonifacio primicerio dei notai d'interrogare Dionisio il Piccolo sulla data della Pasqua seguente: la risposta di Dionisio fissò il ciclo pasquale in uso tuttora. Primo fra i pontefici di Roma, ando a Costantinopoli, probabilmente sulla fine del 524. Il viaggio gli era stato imposto da re Teodorico, il quale avrebbe voluto, per mezzo di lui, ottenere che l'imperatore Giustino revocasse l'editto che assegnava ai cattolici le chiese ariane, e permettesse ai convertiti il ritorno all'antica fede. Il papa accettò solo il primo incarico, per evitare danni più gravi ai cattolici d'Italia. A Costantinopoli gli fu fatta accoglienza "come a san Pietro" (Anon. Vales.). Non senza contrasto ottenne gli fosse riconosciuta la precedenza sul patriarca di Costantinopoli e celebrò "con preghiere romane" la Pasqua (Marcellino). Forse allora coronò Giustino; prima coronazione di imperatore da parte di un papa. Esaudito nelle sue richieste, ritornò a Roma, con ricchi doni per le basiliche romane. Ma il re, insospettito forse per le accoglienze e per l'intrigo, che aveva condotto alla morte di Boezio e di Simmaco, lo fece condurre a Ravenna e lo chiuse in carcere, dove morì (18 maggio 526). Il suo "corpicciuolo" fu onorato come quello di una victima Christi; per martire lo venera la Chiesa nel giorno della sua deposizione in S. Pietro, 27 di maggio.
Fonti: Lib. pontificalis, ed. Duchesne, I, Parigi 1886, p. 275; Marcellini Comitis, Chron., in Mon. Germ. Hist., Auct. antiq., XI, I, p. 102; Anon. Vales., Theoderic., in Rer. Ital. Scrip., nuova ed., XXIV, 1v, p. 20; Jaffé, Reg. pontif. Romanorum, 2ª ed., I, p. 109 seg.
Bibl.: Su questo e sui pontefici seguenti cfr. J. Langen, Geschichte der römischen Kirche, Bonn 1885 segg.; A. Crivellucci, Storia delle relazioni fra lo Stato e la Chiesa, Bologna 1885 segg.; L. M. Hartmann, Geschichte Italiens im Mittelalter, Lipsia 1897 segg.; F. Gregorovius, Storia della città di Roma nel Medioevo, Torino 1924-25; Hergenröther-Kirsch, Storia della Chiesa, Firenze 1904 segg.; e i dotti articoli di E. Amann, in Dict. de théologie catholique, VIII, Parigi 1924, p. 593 segg.
In particolare su G.I.: G. Pfeilschifter, Der Ostgotenkönig Theoderich der Grosse und die katholische Kirche, Münster 1896; H. Grisar, Roma alla fine del mondo antico, Roma 1930, parte 2ª; R. Cessi, Studi critici, nella cit. ediz. dell'Anonimo Valesiano (1913), pp. cxl segg., clv segg.; A. Testi Rasponi, in Rerum Ital. Scrip., II, iii, Bologna 1924, p. 111, n. 4: B. Krusch, in Papsttum und Kaisertum, Monaco 1925, p. 48 segg.; L. Duchesne, L'Église au VIe siècle, Parigi 1925, p. 74 segg.; art. in Quell. u. Forsch., XI (1923), p. 211 segg.