GREPPI, Giovanni
Nacque a Bologna il 15 nov. 1758 da Giuseppe Antonio e Anna Maria Luccarelli. Mancano dati precisi sulla famiglia e gli studi. Ventenne si recò a Roma, dove fu accolto in Arcadia con il nome di Florimondo Ermioneo e meritò la stima del cardinale F.S. Zelada, che lo nominò cavaliere pontificio. Presto, però, dovette lasciare repentinamente la città, forse per la corte troppo insistente rivolta a una parente di papa Pio VI. A Firenze, nel 1780, divenne accademico fiorentino e nel biennio seguente pubblicò il dramma L'italiana in Londra, o sia Marianna e Guelfyn, tragedia urbana (Firenze 1781), che interessò l'abate G.A. Taruffi, F. Albergati e i recensori delle Memorie enciclopediche e del Nuovo Giornale de' letterati d'Italia; e la tragedia (con dedica al granduca Pietro Leopoldo) Gertrude regina d'Aragona (ibid. 1782), che ebbe minor fortuna. Per stampare la commedia Il poeta tragico - ove il G. espose la propria poetica per voce del giovane squattrinato Langly - il G. chiese aiuto a G. Tiraboschi; la pubblicazione avvenne a Bologna nel carnevale del 1783 e l'anno dopo la commedia fu segnalata, con qualche riserva, nelle Novelle letterarie di Firenze.
In seguito alternò soggiorni a Bologna, tra gli amici dell'Accademia dei Fervidi (il senatore F. Marescalchi e la marchesa B. Zagnoni, proprietaria dell'omonimo teatro), e a Venezia, dove partecipò all'Accademia degli Ardenti a fianco di Albergati e di A. Pepoli e, secondo P.A. Zaguri, ebbe successo anche come attore. Scrisse per il teatro S. Samuele e collaborò con la compagnia Perelli e con quella diretta da Maria Maddalena Torti Battaglia, modellando sugli attori i personaggi meglio riusciti. Dopo il successo riportato dalla compagnia Perelli con Teresa e Claudio, il G. iniziò presso l'editore Storti di Venezia una stampa delle sue opere arricchita da dediche e incisioni.
Teorico della necessità di superare le tradizionali distinzioni di genere e maestro nel mescolare toni tragici, patetici e farseschi, intitolò la raccolta dei suoi testi drammatici Dei capricci teatrali, per sottolinearne il carattere composito. Il primo tomo (1786) contiene Gertrude regina d'Aragona, Giulio Sabino in Roma e Il poeta tragico; il secondo (1787) le commedie Dorinda e Corambert, ossia L'incostanza punita e L'amore irritato dalla difficoltà, ossia Teresa e Claudio, e la tragedia Odoardo; il terzo (1789) le commedie Teresa vedova e Teresa e Wilk, e la tragedia Don Pietro di Portogallo.
La popolarità gli venne con la trilogia su Teresa, che, interpretata a Padova da Anna Fiorilli, piacque a M. Cesarotti (già omaggiato dal G. con un sonetto in lode della traduzione dell'Iliade), il quale ne parlò in un prologo in versi (pubblicato da G. Mazzoni). Foscolo rimase suggestionato dalla Teresa vedova recitata dalla moglie di V. Monti, Teresa Pikler. Nell'Ottocento la trilogia ebbe successo in veste operistica: nel 1802 Teresa e Claudio fu musicata da G. Farinelli e nel 1824 da S. Mercadante, con il titolo Elisa e Claudio; Teresa vedova da V. Trento; Teresa e Wilk fu messa in musica da V. Pucitta nel 1807. Abbastanza fortunati furono anche i libretti arcadici del G.: Lo stravagante inglese, rappresentato nel 1785 al teatro S. Moisé con musica di F. Bianchi (e nel 1802 alla Scala, con musica di F. Orland e il titolo Amore stravagante), e Castrini padre e figlio, rappresentato nel 1787 al teatro S. Samuele con musica di R. Robusti. Criticato da Pepoli per l'inverosimiglianza delle sue tragedie, il G. si difese, nelle prefazioni ai testi e in particolare nella premessa A chi legge nel II tomo dei Capricci, vantando il consenso degli spettatori.
Nel 1790 lasciò le scene, forse a causa d'un fidanzamento finito male, divenendo minore conventuale col nome di Gio. Francesco. Fu a Bologna e poi a Modena, pur mantenendo rapporti epistolari con l'incisore F. Rosaspina, il bibliotecario F. Tognetti e Marescalchi (per il quale compose un sonetto in cui ne celebrava il quarto gonfalonierato di Giustizia). Fece anche pubblicare il quarto tomo dei Capricci (1793), tipograficamente modesto, in cui erano raccolti la commedia Il saggio cavaliere, la tragedia L'italiana in Londra e il dramma tragico L'eroe dalmate, ossia Aurangzebbe re di Siam. Questo pare essere l'ultimo testo teatrale del G., anche se E.A. Cicogna gli attribuì un'azione teatrale intitolata Il montanaro don Giovanni Pasquale, rimasta manoscritta nella Biblioteca del Civico Museo Correr di Venezia (Codd.Cicogna, 705/VI).
All'arrivo dei Francesi abbandonò il convento di S. Bartolomeo di Modena (novembre 1796), abbracciando la causa rivoluzionaria; scrisse un fortunato Inno patriotico, fu nominato prefetto delle pubbliche scuole di Modena e percorse la provincia celebrando gli ideali libertari. Nel settembre 1797 ricevette due lettere affettuose da parte di Monti, ma dopo di allora le notizie si fanno confuse. In quell'anno, a Venezia, l'estensore delle Notizie storico-critiche che accompagnavano la pubblicazione di testi teatrali nella collezione del "Teatro moderno applaudito" compianse la morte prematura dell'autore della Teresa e Wilk, augurando fortuna a un suo fratello, vocato per le lettere (1797, t. IX, p. 112). Ben presto però, nella stessa sede, si parlò del G. come dell'autore vivente dell'Incostanza punita (1800, t. XLVIII, p. 92), e dopo la battaglia di Marengo fu segnalato a Milano tra i redattori del Giornale deipatriotti. Tuttavia i documenti firmati "Greppi" negli archivi di Bologna e Modena, dal 1798 in poi, sono di mano del fratello minore Giacomo, fervido repubblicano e, forse, attore dilettante, che dopo il 1815 sotto il governo pontificio divenne capo della polizia bolognese e morì nel 1827. Pochissime sono invece le notizie sul G. negli anni successivi, trascorsi probabilmente a Milano. Nel dicembre 1823, nella lettera che accompagnava la traduzione (curata dal G. nel 1820) del Tiranno domestico di A.-V. Duval, G. Barbieri ironizzava sulle notizie circa la sua scomparsa divulgate a mezzo stampa (in Repertorio scelto ad uso de' teatri italiani, Milano 1823).
Nulla è noto circa luogo e data della morte.
Tra le altre opere: Alla gioventù italiana dell'uno e dell'altro sesso. Inno patriotico-popolare, in Il Parnaso democratico, Bologna [1800], pp. 33-36. G. Melzi (Diz. di opere anonime e pseudonime, II, Milano 1852, p. 45) attribuisce al G., con lo pseudonimo anagrammatico De Ipperg, un Ragionamento de' celesti influssi del determinato e libero operare.
Fonti e Bibl.: Bologna, Arch. della cattedrale, Registri battesimali della cattedrale, 1758, c. 224v; Ibid., Bibl. comunale dell'Archiginnasio, Mss., B. 719, XXII, c. 67: B. Carrati, Alberi genealogici delle famiglie bolognesi; Coll. autografi (frammenti autografi del G. in fascicoli smembrati di minute); altri frammenti autografi a Modena, Biblioteca Estense, Autografoteca Campori (Misc. lettere Tiraboschi, alfa.L.8.26: lettera del G. a G. Tiraboschi, Bologna 29 marzo 1780); Arch. di Stato di Bologna, Arch. Albergati, Carteggio privato, IX, b. 273 (lettere di G.A. Taruffi a F. Albergati, Roma, 28 agosto e 8 sett. 1781); Bassano del Grappa, Biblioteca civica, Mss., 3157-3158 (lettere del G. a G. Remondini, Venezia 15 e 23 apr. 1785). Memorie enciclopediche (Bologna), 1781, pp. 108, 136; 1782, pp. 165 s.; Novelle letterarie (Firenze), 1781, coll. 465-467; 1782, coll. 370 s.; 1784, coll. 19-21; 1790, col. 76; L'epistolario, ossia Scelta di lettere inedite…, I, a cura di A. Rubbi, Venezia 1795, pp. 165 s. (lettera del G. a M. Cesarotti da Venezia, 2 marzo 1787); Carteggi casanoviani: lettere del patrizio Zaguri a G. Casanova, a cura di P. Molmenti, Palermo [1918] (lettere di P.A. Zaguri a G. Casanova, Venezia, 20 marzo 1785 e 6 dic. 1786); Epistolario di V. Monti, a cura di A. Bertoldi, II, Firenze 1928, pp. 32 s., 35 (lettere di V. Monti al G., Milano 27 sett. e 30 sett. 1797); P. Napoli-Signorelli, Storia critica de' teatri antichi e moderni, VI, Napoli 1790, p. 220; F. Coraccini, Storia dell'amministrazione del Regno d'Italia, Lugano 1823, pp. XCII s.; G. Corniani, I secoli della letteratura italiana…, I, Milano 1833, p. 582 (chiama il G. Giuseppe); G. Mazzoni, Appunti per la storia de' teatri padovani nella seconda metà del secolo XVIII, in Atti e memorie della R.Acc. di scienze, lettere ed arti in Padova, n.s., CCXCII (1890-91), pp. 316-319; E. Masi, Studi sulla storia del teatro italiano nel secolo XVIII, Firenze 1891, pp. 346 s.; A.A. Michieli, Un avventuriere, in Rivista d'Italia. Lettere, scienze ed arte, V (1902), 2, pp. 72-78; F. Zschech, La vedova Teresa di G. G. e l'Jacopo Ortis di U. Foscolo, Treviso 1903 (rec. in Rassegna bibliografica della letteratura italiana, XI [1903], p. 310: si nega che la commedia del G. sia stata fonte di Foscolo); A. De Carli, L'influence du théâtre français à Bologne…, Torino 1925, pp. 96-104, 120-122; G. Natali, Il Settecento, II, Milano 1929, p. 927; I. Sanesi, La commedia, II, Milano 1935, p. 449; G. Pecchio, Vita di Ugo Foscolo (1830), a cura di G. Nicoletti, Milano 1974, p. 169; M. Calore, Bologna a teatro, 1400-1800, Bologna 1981, pp. 138 s.; Id., G. G., in Uomini di teatro nel Settecento in Emilia e Romagna, a cura di E. Casini-Ropa - M. Calore - G. Guccini - C. Valenti, Modena 1986, pp. 121-128; Risorgimento e teatro a Bologna, 1800-1849, a cura di M. Gavelli - F. Tarozzi, Bologna 1998, p. 14; Biographie universelle ancienne et moderne, XVIII, pp. 447 s. (J. Bocous); E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri, VIII, pp. 293-295 (G.B. Baseggio); Diz. biografico universale, a cura di F. Scifoni, III, pp. 74 s.; F. Regli, Dizionario biografico, pp. 249 s.; G. Casati, Diz. degli scrittori d'Italia, III, p. 231; Enc. dello spettacolo, V, coll. 1728 s. (G. Pastina); Diz. dei Bolognesi, a cura di G. Bernabei, I, p. 273; La biblioteca periodica. Repertorio dei giornali letterari del Sei-Settecento in Emilia e in Romagna, a cura di M. Capucci - R. Cremante - A. Cristiani, III, pp. 193, 210.