GRASSO, Giovanni
Attore siciliano, nato ad Aci-Catena (Catania) nel 1875, morto a Catania nel 1930. Suo nonno, anch'esso di nome Giovanni, aveva fondato a Catania nel 1861 un teatro di "pupi", che il padre di Giovanni, Angelo, fece diventare celebre. Quivi il giovine G. esercitò il mestiere di marionettista, finché, scoperto da Nino Martoglio, esordì come attore nel dramma La Zolfara di Giusti-Sinopoli. Il successo fu grande; il G. continuò a esibirsi in un repertorio sempre più ampio, riunendo via via a drammi siciliani (come Cavalleria rusticana del Verga, Malia e Lu Cavalieri Pidagna del Capuana, Omertà del Polver, ecc.) altri drammi ridotti dalla lingua italiana (La Figlia di Iorio del D'Annunzio, La morte civile del Giacometti) o da altri idiomi (Feudalismo di Guimerá, Juan José di Dicenta, Pietra fra pietre di Sudermann), ecc. La violenza della recitazione del G., che a impeti magnifici alternava particolari delicati, amorosi, accorati, talvolta squisiti, fu accolta come l'inattesa rivelazione della vergine anima siciliana; e ai consensi generali, tributati alla sua vena schietta, almeno sino a quando essa non parve divenire una maniera, contribuì anche la nativa eccellenza degli attori che gli si aggrupparono intorno, fra cui Mimì Aguglia, Totò Maiorana, Angelo Musco e, più tardi, Marinella Bragaglia. Il successo del G. si allargò all'intera Italia, e poi oltre i confini nazionali (a Parigi, a Londra, in America, in Russia). Tornato in patria ricco, ma, per una malattia alla gola, senza voce, tentò il diversivo del cinematografo' senza molta soddisfazione fece, malgrado la sua dizione rauca e ingrata, nuove apparizioni sulle scene, interpretando fra l'altro la commedia Il berretto a sonagli di L. Pirandello.