FONTANA, Giovanni Giuseppe
Nacque a Carrara il 27 Marzo 1820 da Antonio e Maria Teresa Passani. Fu avviato alla scultura dagli zii Pietro e Ferdinando e frequentò l'Accademia di belle arti della sua città durante il governo del restaurato Ducato di Modena, quando l'istituto non godeva più del sostegno finanziario che l'aveva reso importante sotto Elisa Bonaparte Baciocchi. Nel 1834 ebbe una menzione onorevole per una copia in disegno da una testa di Achille; nel 1835 vinse una medaglia per un copia, in disegno, dalla testa di un putto tratta da una stampa; nel 1839 ottenne la medaglia d'oro nel disegno d'invenzione con I soldati di Pompeo che intercedono grazia presso Giulio Cesare (Carrara, Accadernia di belle arti) e finalmente, nel 1840, vinse il pensionato a Roma col bassorilievo di Dario moribondo sul carro (Ibid.).
Giunse a Roma nell'aprile del 1841, ma vi ebbe diverse difficoltà: per una malattia dovette tornare a Carrara per tre mesi nel 1842 e non percepiva regolarmente la pensione dell'Accademia (Carozzi, 1993). Nel 1843 presentò il primo saggio di pensionato, una figura giacente del Fiume Carrione (ubicazione ignota, già Carrara, Accademia di belle arti) e nel 1844 il secondo: la statua in gesso di David che suona l'arpa (Carrara, Accademia di belle arti).
Nel 1848 partecipò ai moti liberali e dovette per questo lasciare l'Italia nel 1849. Andò dapprima a Parigi e in seguito si stabilì a Londra, dove si sposò. Dal 1852 al 1886 partecipò alle pubbliche esposizioni a Londra (Royal Academy; Royal Scottish Academy; Suffolk Street, New Gallery) e a Liverpool (Walker Art Gallery), incontrando il favore del pubblico e della critica; espose anche alla New Watercolour Society e al Royal Institute of painters in watercolour., ma non fu acquerellista, come riporta il Bénézit.
La prima opera esposta in Inghilterra fu The industrious girl, presentata nel 1852 alla Royal Acaderny, seguita l'anno successivo dal David che suona l'arpa, redazione in marmo del saggio di pensionato del 1844, fatta eseguire a Carrara, come risulta da una lettera indirizzata allo zio Pietro (Carozzi, 1993), altre due repliche furono fatte nel 1862 e 1863; nel 1854 espose il Genio del commercio (The genius of commerce, in The Art Journal, 1864, ripr. p. 344) e la sua fama crebbe con la Schiava d'amore del 1856 (The prisoner of love, ibid., 1863, ripr. p. 100), con l'Innocenza, nel 1857., e con il gruppo di Amore prigioniero di Venere, che ottenne un premio alla Royal Academy (1859), venne poi esposto ad una grande mostra a Liverpool nel 1860 (Carozzi, 1993) e nel 1862 venne venduto all'Esposizione intemazionale di Londra. Seguirono poi il Fidia bambino, datato 1867 (Christie's London, The nineteenth century, catalogo di vendita all'asta, 29 ott. 1992, p. 32 n. 42), La sonnambula (The Art Journal, 1870, ripr. p. 116) e The sister's charge - una bimba col fratellino in braccio - presentato all'Esposizione internazionale del 1871 insieme con altre tre opere (ibid., 1872, ripr. p. 288).
I modelli di queste opere venivano inviati a Carrara per la traduzione in marmo, cosicché all'Accademia di belle arti si conservano ancora, donati dall'autore, i gessi dell'Amore prigioniero di Venere, della Schiava d'amore e della Sonnambula (Carozzi, 1993, figg. 226 ss.). Un cospicuo gruppo di opere è conservato a Liverpool, dove il F. aveva trovato un importante committente nell'antiquario e collezionista J. Mayer (documenti nel fondo Müyer, presso la City Library di Liverpool). Alla Walker Art Gallery si trovano il gruppo di Jefte e sua figlia (1860), il busto di Josiah Wedgwood (1864), i rilievi di soggetto shakespeariano con Giulietta alla finestra (1874) e La regina delle fate (1876), un busto di Omero (copia dei prototipi antichi del Louvre e del Museo archeologico di Napoli), oltre a una serie di ritratti che dovevano formare la "Gallery of friends" di J. Mayer: i busti di Joseph Clarke (1865), Miss Peggy (1866), dello stesso Joseph Mayer (1868), Charles Dickens (1871), Thomas Wright (1881) e Thomas Reay. Sempre alla Walker Art Gallery sono conservati rilievi con Joseph Mayer (1856), Miss Peggy (1856), Jane Mayer (1872), Charles Roach Smith, Clarke Aspinall, Thomas Dodd, Samuel Mayer, William Upcott, Margaret Maddock, Thomas F. Redhead (1881), mentre nella St. George Hall di Liverpool si trovano le statue di Joseph Mayer (1867-69) e di Samuel Roben Graves (1875).
Il F. eseguì inoltre una serie di opere ricordate dalle fonti ma delle quali si ignora Pubicazione: un busto della Regina Vittoria e una statua del Principe ereditario Alberto di Galles, realizzati su commissione del governo inglese (De Gubernatis, 1889), e i ritratti delle signore Brooke (1857) e Robson (1875), del Generale D. Cucchiari (1865) e di Sir Ph. Cunliffle Owen (1884; Graves, 1972). All'Esposizione internazionale di Sidney del 1879-80 presentò con successo una grande statua allegorica della Città di Sidney, eseguita su commissione del governo del Nuovo Galles del Sud; fra le opere più tarde si ricordano L'odore (1875), Baffled (1876), la statuetta Preparingfor bed (1883), il gruppo Il mio fedele (1886: Graves, 1972).
Nel 1860 il F. fu nominato professore onorario dell'Accademia delle belle arti di Carrara. Morì a Londra nel dicembre del 1893.
Fonti e Bibl.: Neer. in The Art Journal, 1894, p. 61; E. Lazzoni, Carrara e la sua Accademia di belle arti, Massa Carrara 1867, p. 44; O. Raggi, Della R. Accademia di belle arti di Carrara, Roma 1873, pp. 70 s., 89, 100; A. Seubert, in Aligemeines Künstlerlexikon, I, Stuttgart 1878, p. 531; C. Lazzoni, Carrara e le sue ville, Carrara 1880, pp. 141 n. 50, 165 n. 80, 174 nn. 21-23, 182 nn. 8 s.; A. De Gubematis, Diz. degli artisti ital, viventi, Firenze 1889, p. 204; H.A. Muller - H.W Singer, Allgemeines Künstler-Lexikon, 1, Frankfurt a. M. 1894, p. 495; A. Graves, A century of loan exhibition 1813-1912, New York 1970, I, p. 473; Id., Dict. of artists who have exhibited works in the principal London exhibitions from 1760 to 1893, New York 1970, p. 100; Id., The Royal Academy of arts…, New York 1972, II, pp. 133 s.; Walker Art Gallery Liverpool. Foreign Catalogue, Liverpool 1977, I, pp. 299-309; II, pp. 433-458; S. Russo - R. Carozzi, La gipsoteca dell'Accad. di belle arti di Carrara, Massa Carrara 1992, pp. 107, 145 s., 174; R. Carozzi, in Scultura a Carrara. Ottocento, Bergamo 1993, pp. 242 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 180; The Dictionary of British artists 1880-1940, London 1943, p. 180; E. Bénézit, Dictionn. des peintres, sculpteurs..., III, p. 804; A. Panzetta, Diz. degli scultori italiani..., I, p. 128.