BIANCHI, Giovanni Giuseppe Enrico
Figlio di Alessandro, nacque ad Erba (Como) il 3 febbr. 1885. Diplomatosi architetto a Milano, si iscrisse all'albo degli ingegneri e architetti e frequentò lo studio del Sommaruga (cfr. Le costruzioni moderne in Italia).
Nel 1911 il B. partì per il Brasile. Si stabilì a San Paolo e fu assunto alla direzione delle Opere pubbliche, dove si conservano ancor oggi piante e progetti da lui elaborati per nove scuole della capitale e dell'interno dello Stato. È conservato anche il progetto per l'attuale sede del corpo dei pompieri a San Paolo.
Le scuole progettate dal B. rispondendo a criteri di funzionalità servirono da modello agli architetti paulisti sino ai primi anni dopo il Venti. Nel 1912il conte Francesco Matarazzo incaricò il B. del progetto e della costruzione dell'ospedale Umberto I (terminato nel 1917). L'ospedale, accuratamente studiato nei suoi aspetti funzionali e dotato di tutti i ritrovati più moderni, fu un buon esempio di architettura ospedaliera ed è ancora oggi uno dei più efficienti di San Paolo.
Alcune ricche famiglie di immigrati italiani si rivolsero al B. per i progetti delle loro lussuose abitazioni: sorsero così i palazzi dei Crespi (1923), dei Matarazzo (1924) e di altri che adornano i quartieri giardino di San Paolo.
In Italia, il B. nel 1925 progettò la chiesa di Mussolinia (oggi Arborea), che fu costruita nel 1928; partecipò poi al concorso per la sistemazione della Manica Lunga del palazzo reale a Milano (abbattuta nel 1936). Avendo rifiutato di iscriversi al partito fascista., decise di ritomare (1933) in Brasile, dove l'atmosfera della colonia italiana di San Paolo si presentava, però, ugualmente così gravosa da impedirgli ogni possibilità di ambientazione.
Nelle nuove opere intraprese il B. cercava di valorizzare gli elementi strutturali di abolire ogni decorazione applicata, di adattare gli edifici all'ambiente naturale circostante (ricerca portata all'estremo dagli odierni architetti brasiliani). Esempi interessanti di questa concezione moderna sono le varie ville da lui costruite al Guaruja, la spiaggia di moda dei Paulisti, nelle quali le piante tropicali e il mare sono utilizzati come elementi architettonici. Significativa fra queste è la casa stessa del B. (1937), oltre alla casa Crespi Prado (1938) e a quella Ibsen Ramenzoni (1939). Al 1936 risale il progetto del B. per i Crespi della fazenda "SantaCruz".
Alla "Mooca", quartiere industriale di San Paolo, il B. progettò e costruì (1934-35) il "Nido" dei cotonifici Crespi, che, benché ultimato otto anni dopo l'apparizione del manifesto sull'arte moderna (firmato da artisti ed architetti brasiliani), con le sue esili colonne di sostegno, le ampie finestre, le fasce orizzontali di mattoni, profilate in muratura, parve così radicalmente moderno, da suscitare lo scandalo dell'opinione pubblica non qualificata: in realtà è l'opera migliore del Bianchi. Un suo progetto altrettanto valido, per l'orfanotrofio "Cristoforo Colombo", che sarebbe dovuto sorgere nel quartiere dell'Ipiranga, non fu attuato.
L'ultima opera del B. fu la residenza dell'ingegner Lavilla, ora sede del club Nacional, sull'alto di una collinetta del Pacaembú, quartiere elegante di San Paolo: la ricchezza dei materiali, la vastità di spazio, la monumentalità ne fanno l'espressione di quella classe di Italiani che fecero fortuna in Brasile e dell'epoca fra le due guerre.
Il B. fu anche acquarellista ed espose con successo i suoi acquarelli a Milano nel 1929 e a San Paolo nel 1933. Morì suicida a San Paolo nel novembre 1942.
Fonti e Bibl.: San Paolo, Arquivo da diretoria das Obras Públicas, anni 1911, 1912, 1913; Le costruzioni moderne in Italia. Facciate di edifici in stile moderno, Torino, s.d., I, tav. 55 (facciata di casa di abitazione a Milano, via Rascheroni 20); II, tavv. 18, 52 (facciata di palazzo in piazzale Morgagni e in via Sardegna 1); Società di Beneficenza per l'ospedale Umberto I. "La Casa di Salute Francesco Matarazzo", San Paolo 1920; E. Debenedetti-A. Salmoni,Architettura italiana a San Paolo, San Paolo 1953, pp. 64-68, 94 (erroneam. dato come Bianchi Giov. Batt.); F. Cenni,Italianos no Brasil, San Paolo 1960, pp. 339 s.