BIDONE, Giovanni Giorgio
Nacque il 19 genn. 1781 da Alessandro Antonio e da Margherita Malaspina, in Rosano (fraz. di Casalnoceto, prov. di Alessandria). Trasferitasi la famiglia a Voghera nell'anno 1782, qui egli iniziò gli studi che continuò successivamente presso il collegio dei filippini a Torino, avviandosi alla carriera ecclesiastica. Ma in seguito all'occupazione e all'annessione del Piemonte alla Francia compiuta nel 1798, e a causa dell'estensione degli ordinamenti rivoluzionari allo Stato sabaudo, il giovane abbandonò gli studi intrapresi e si dedicò alle scienze. Per i suoi meriti, nel 1799, venne accolto nel Collegio delle Provincie, dove sarebbe poi ritornato come ripetitore, avendo come collega Amedeo Avogadro, con cui avviò una duratura amicizia. Nel 1803 si laureava in matematica e idraulica all'università di Torino, e nel 1805 in architettura civile. Nello stesso anno l'Accademia delle Scienze accettava due sue memorie di matematica e lo eleggeva socio residente. Nel 1811 il B. era nominato "reggente" della cattedra d'idraulica dell'università, e nel 1815 ne diveniva titolare. Nello stesso 1811 Giovanni Plana, suo coetaneo e conterraneo, era chiamato alla cattedra d'astronomia e diveniva socio residente dell'Accademia: principiava così un'altra lunga e salda amicizia. Nel 1811 il B. era nominato coadiutore e successivamente direttore dello Stabilimento della Parrella, cioè del laboratorio per le esperienze idrauliche dell'università. Nel 1824 gli era affidata anche la cattedra di geometria descrittiva. Morì a Torino il 25 ag. 1839.
Ben poco si può aggiungere intorno alla sua vita: scapolo, visse in solitudine, quasi senza accorgersi degli avvenimenti e dei cambiamenti che in quegli anni sconvolgevano il mondo; mantenne rapporti d'amicizia solo con la famiglia d'Azeglio - presso la quale era stato precettore del giovane Massimo -, con i colleghi Avogadro e Plana e con la propria famiglia rimasta a Voghera, dividendo la sua esistenza fra le incombenze accademiche, l'attività didattica, lo studio e la ricerca sperimentale.
I suoi contributi scientifici riguardano essenzialmente - trascurando pochi scritti relativi alla ripetizione di alcune esperienze analoghe a quelle di Bouguer e Coulomb (1807), alla meteorologia (1810), a problemi elementari di moto vario (1825) - il campo dell'analisi e quello dell'idraulica.
L'applicazione dell'analisi infinitesimale alla fisica era stata la grande eccitante avventura del secolo precedente, cosicché parve che un fenomeno si potesse considerare spiegato solo quando, tradotto in un'equazione differenziale, da questa si fossero dedotte le sue leggi generali. Questo orizzonte inquadra l'attività scientifica del B., il quale dà un ottimo esempio del proprio metodo nella memoria Sur la cause des ricochets que font les pierres et les boulets de canon,lancés obliquement sur la surface de l'eau, in Mémoires de l'Académie Imperiale des sciences... de Turin, XX(1813), pp. 1-80, dove, attraverso una lunga serie di esperienze condotte e interpretate con ingegnosità, abilità e acume, si approda a una "teoria analitica" del fenomeno che in quel tempo incuriosiva fisici e matematici (Mussenbroek, D'Alembert, Spallanzani).
I primi studi del B. erano quasi esclusivamente dedicati al "calcolo", sì da poter poi trarre da una lunga consuetudine di studio il perfezionato, indispensabile strumento analitico per le ulteriori celebri ricerche d'idraulica. Il maggior contributo all'analisi è costituito dalla memoria Sur diverses intégrales définies,ibid., XX(1813), pp. 231-344, nella quale sono integrati alcuni differenziali seguendo il metodo delle serie del Mascheroni, e sono risolti alcuni integrali riducendoli a casi noti. Notevole è Sur les trascendantes elliptiques, pubblicato nelle Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, XXIII (1818), pp. 295-314; XXIV (1820), pp. 255-274, nella quale, riprendendo le tavole del Legendre contenenti i valori numerici delle funzioni ellittiche di prima e seconda specie, è data l'espressione letterale delle formule generali riferite alle funzioni complete, per valori della variabile compresi fra z = 0 e z = 1 (nella prima parte), e la dimostrazione delle medesime e le formule relative a integrali definiti presi entro qualsivoglia valore della variabile (nella seconda). Purtroppo la stessa sorte che doveva toccare all'opera del Legendre, superata in breve dalle nuove impostazioni date ai fondamenti del calcolo dall'Abel e dallo Jacobi, sarebbe stata seguita dagli scritti del B., coll'aggravante che, pubblicati soltanto nei tomi delle Memorie dell'Accademia, non ebbero fortuna nemmeno per le utili e pratiche tavole che pur contenevano. D'altronde, l'ambiente scientifico torinese doveva accorgersi piuttosto tardi di quei cambiamenti, dato che, ancora dopo qualche lustro, lo stesso Plana dedicava due memorie agli argomenti trattati dal Bidone.
Nel campo dell'idraulica, intorno alla quale nel Piemonte d'allora l'interesse era tenuto vivo dalla perenne attualità dei problemi di canalizzazione e distribuzione dell'acqua per l'utilizzazione agricola e dell'impiego di essa come principale fonte d'energia per uso industriale, il B. portava la sua preparazione matematica, e soprattutto la sua sagacia di sperimentatore. Utilissima, questa, in una scienza i cui fenomeni erano piuttosto restii alla coercizione in limpide formule, poiché nell'idraulica le eleganti teoriche trattazioni matematiche erano spesso frustrate dall'impossibilità di considerare comunque l'acqua come un fluido perfetto, specialmente nel caso, più comune in pratica, dei moti vorticosi: era quindi indispensabile cercare la soluzione ai propri quesiti, in particolare per l'idrodinamica, per la foronomia, nell'osservazione e nell'esperimento.
Infatti, da questa abilità di sperimentatore e di interprete dei fatti naturali il B. ricavò la memoria, forse il suo capolavoro, sulle Expériences sur le remou et sur la propagation des ondes,ibid., XXV(1820), pp. 21-112, in cui dette la dimostrazione sperimentale della teoria delle onde esposta dal Poisson all'Institut de France nel 1816, e della formula dell'Eytelwein sulla portata dei fiumi presentata all'Accademia delle Scienze di Berlino nel 1815. Nello stesso scritto è studiato anche il rigurgito che sarebbe poi stato chiamato "salto di Bidone".
Nelle rimanenti numerose memorie dedicate all'idraulica il B. affronta altri problemi inerenti il moto dell'acqua nei canali, la propagazione dei movimenti vorticosi, il fenomeno della "chiamata allo sbocco", le determinazioni di portata, il comportamento delle vene d'acqua lanciate attraverso orifizi di differenti forme e variamente armati, il "colpo d'ariete" provocato da una vena d'acqua.
Per completare il quadro dell'attività scientifica del B., va ancora ricordata la sua polemica con i geometri francesi, nelle Annales de mathématiques del Gergonne (1810-1811), circa le soluzioni del problema di costruire, in un triangolo dato, tre cerchi, ciascuno dei quali sia tangente agli altri due e a due lati del triangolo; e la sua partecipazione (1822-1823) alla campagna internazionale di lavori geodetici e astronomici, condotta dal Plana, per collegare, scavalcando le Alpi, le triangolazioni dell'Europa occidentale con quelle dell'Europa orientale. Infine, a testimoniare della sua attiva partecipazione alla vita accademica, restano numerosi suoi "rapporti" tra quelli deliberati dall'Accademia delle Scienze come organo di consulenza dello Stato per la concessione di privilegi e brevetti.
Il B. era stato anche il consulente, per la parte relativa alle acque, del Codice civile promulgato da Carlo Alberto nel 1837, guadagnandosi con quella collaborazione le insegne dell'Ordine al merito civile di Savoia.
Oltre alle opere citate il B. pubblicò: Recherches sur la nature de la trascendante
∫ dx/log z
in Mém. de l'Académie Impériale des Sciences... de Turin, XVI(1809), pp. 19-34, con una tav. f.t.; Méthode pour reconnaître le nombre de solutions qu'admet une équation trascendante à une seule inconnue,ibid., pp. 35-38; Description d'une nouvelle boussole propre à observer les mouvements de rotation et de traslation de l'aiguille aimantée,et experiences faites avec cet instrument,ibid., XVIII (1811), pp. 141-178, con 3 tavv. f. t.; Sur la chaleur du soleil,comparée à celle de l'ombre,dans les différentes saisons de l'année,ibid., pp.196-204; Riflessioni sul moto permanente dell'acqua ne' canali orizzontali, in Memorie della Soc. Ital. delle Scienze, XIX(1821), pp. 567-615; Expériences sur divers cas de la contraction de la veine fluide,et remarque sur la manière d'avoir égard à la contraction dans le calcul de la dépense des orifices, in Mem. della R. Accad. delle Scienze di Torino, XXVII (1823), pp. 83-136, con 1 tav. f.t.; Expériences sur la dépense des reversoirs et sur l'acceleration et la courbure qu'ils occasionnent à la surface du courant,ibid., XXVIII (1824), pp. 281-330, con 1tav. f.t.; Osservazioni sulle macchine in moto, Torino 1825; Expériences sur la propagation du remous, in Mem. della R. Accad. delle Scienze di Torino, XXX(1826), pp. 195-292, con 2 tav. f.t.; Esperienze sulle contrazioni parziali delle vene d'acqua, in Mem. della Soc. Ital. delle Scienze, XX(1828), pp. 536-572; Expériences sur la forme et sur la direction des veines et des courants d'eau lancés par diverses ouvertures, in Mem. della R. Accad. delle Scienze di Torino, XXXIV(1830), pp. 229-362, con 5 tavv. f.t.; Mémoire sur la détermination théorique de la section contractée des veines liquides,ibid., pp. 363-388; Recherches expérimentales et théoriques sur les contractions partielles des veines d'eau et sur l'écoulement par des tuyaux additionnels intérieurs et extérieurs,ibid., XL (1838), pp. 1-80, con 1 tav. f.t.; Expériences sur la percussion des veines d'eau,ibid., pp. 81-190, con 1 tav. f.t.
Fonti e Bibl.: M. d'Azeglio, I miei ricordi, a c. di A. M. Ghisalberti, Torino 1949,ad Indicem; Anonimo,Necrol. del professor G. B., in Gazz. piemontese, 5 sett. 1839; L. F. Menabrea, Discours sur la vie et les ouvrages du chevalier G. B., in Mem. della R. Accad. delle Scienze di Torino, s. 2, IV (1842), pp. LVI-LXXXIV; E. Ricotti,Ricordi, Torino-Napoli 1886, pp. 48-50; A. Maragliano,Biografie e profili vogheresi, Voghera 1897, pp. 45-58; C. Maccagni,Figure di scienziati ital. nel periodo del Risorg.: G. B., in Atti del III Symposium internazionale di storia della scienza, Torino 28-30 luglio 1961, pp. 160-179; A. Maquet,L'astronome royal de Turin G. Plana, Bruxelles 1965, pp. 58-62.