GINORI CONTI, Giovanni
Nacque a Firenze il 13 apr. 1898, da Piero, principe di Trevignano dal 1907, e da Adriana de Larderel. Arruolatosi volontario durante la prima guerra mondiale, combatté nel corpo di artiglieria e fu decorato al valore. Al termine del conflitto, nel 1918, venne destinato al servizio diplomatico e inviato a Parigi al seguito della delegazione italiana incaricata delle trattative di pace, presso la quale ricoprì l'incarico di segretario particolare aggiunto di T. Tittoni. Chiusa l'esperienza bellica, tornò agli studi e nel 1922 si laureò in chimica pura presso l'Università di Pisa.
Subito dopo il conseguimento della laurea cominciò a lavorare con il padre nella Società Boracifera di Larderello ed ebbe una parte di rilievo nella gestione del nuovo programma industriale dell'azienda, che fu caratterizzato dall'obbiettivo di realizzare lo sfruttamento integrale dei soffioni boraciferi.
Proprio nel 1922, infatti, cercando di mettere a frutto le più recenti scoperte scientifiche, venne avviato a Larderello lo studio di nuovi metodi di perforazione per la ricerca del vapore. Venne costituito anche un apposito ufficio, denominato ufficio vapore, dove il giovane G. e altri tecnici, come lui allievi all'Università di Pisa dell'illustre chimico R. Nasini, si dedicarono alla sperimentazione delle tecniche per arrivare all'utilizzazione integrale in campo sia termico, sia chimico, del vapore. Negli anni seguenti, quando furono conseguiti i primi successi, il vapore cominciò così a essere utilizzato non solo per la produzione di energia elettrica o di acido borico, come accadeva in passato, ma anche per l'estrazione e la commercializzazione di altre componenti chimiche in esso contenute, quali l'ammoniaca, l'idrogeno solforato, l'acido carbonico, i gas combustibili, l'azoto e i gas rari.
Alla morte del padre, nel 1939, quando ormai l'azienda era passata sotto il controllo dello Stato, il G. assunse le cariche di vicepresidente e di direttore generale, che tenne fino al 1945. Contemporaneamente gli venne affidata la presidenza dell'Unione industriali di Pisa, che conservò fino al 1944, e nel 1940 quella dell'Associazione chimica italiana, che tenne invece fino al 1944 e poi dal 1950 al 1962. A partire dagli ultimi anni Trenta, e soprattutto dopo la scomparsa del padre, divenne membro dei consigli di amministrazione di numerose società industriali e bancarie. Nel 1936 fu tra i fondatori della Società stagno italiano di monte Valerio e nel 1939 della Ferromin, importante azienda mineraria operante in Toscana. Durante la guerra fu "sequestratario" dell'azienda vetraria Saint-Gobain e dal 1940 al 1949 presidente e amministratore delegato della società VIS - Vetro italiano di sicurezza. Dopo la Liberazione guidò il comitato Sud dell'Ilva, avviando la ricostruzione degli stabilimenti che erano stati distrutti durante la guerra.
Nel 1949 divenne presidente del Colorificio Romer e in tale veste contribuì alla nascita della Società smalti italiani. I suoi interessi imprenditoriali e scientifici si concentrarono però prevalentemente nel settore vetrario.
Dal 1947 al 1970 fu presidente dell'Associazione nazionale degli industriali del vetro e, come tale, membro della giunta esecutiva della Confindustria. Presiedette inoltre la Stazione sperimentale del vetro di Murano e la Società tecnologica italiana del vetro. In questo medesimo periodo fece parte dei consigli di amministrazione della Società elettrica Valdarno, della Fondiaria, della Società metallurgica italiana, della Banca commerciale italiana e della Banca dei Comuni vesuviani, di cui fu anche presidente.
Impegnato pure in attività culturali e filantropiche, presiedette il Consorzio di istruzione tecnica di Firenze e l'Opera di S. Croce.
Come il padre, ma in scala notevolmente ridotta, fu chiamato infine a ricoprire importanti cariche di amministratore pubblico. Fu componente della Consulta comunale di Firenze dal 1929 al 1944, nominato in rappresentanza dell'Unione provinciale fascista degli industriali; podestà di Massa Marittima dal 1933 al 1936, vicepodestà di Firenze dall'aprile 1936 all'agosto 1938; preside della Provincia di Firenze dal marzo 1942 all'agosto 1943. Dal 1959 al 1964 fu poi presidente della giunta della Camera di commercio di Firenze.
Il G. morì a Firenze il 19 dic. 1972.
Fra le opere del G.: La perforazione a Larderello e il "soffionissimo", Firenze 1931; L'industria boracifera, in I progressi dell'industria chimica italiana nel I decennio di regime fascista, a cura di D. Marotta, Roma 1932, pp. 319-391; In memoria dell'opera svolta da Raffaello Nasini a Larderello. Discorsi tenuti dal principe senatore P. Ginori Conti, dal conte dott. G. Ginori Conti, dal prof. U. Sborgi il 16 ott. 1932, Firenze 1933; L'uso del ghiaccio secco (anidride carbonica) nella conservazione del pesce, in Bollettino di pesca, di piscicoltura e di idrologia, XII (1936), n. 2; Utilizzazione dei soffioni boraciferi. Storia, sviluppi, possibilità future, Firenze 1936.
Fonti e Bibl.: L'archivio della famiglia, originariamente presso l'Archivio contemporaneo del Gabinetto Vieusseux, è ora depositato in Archivio di Stato di Firenze: sul materiale relativo cfr. Guida agli archivi delle personalità della cultura toscana tra '800 e '900. L'area fiorentina, a cura di E. Capannelli - E. Insabato, Firenze 1996, pp. 284-287; la documentazione riguardante la Società boracifera di Larderello è stata invece acquisita dall'Archivio storico del Compartimento ENEL di Firenze. Vedi anche: G. Mori, Studi di storia dell'industria, Roma 1976, p. 393; Id., Il capitalismo industriale in Italia, Roma 1977, pp. 395, 411 ss.; M. Palla, Firenze nel regime fascista (1929-1934), Firenze 1978, pp. 76, 96 s., 101; Storia delle città italiane (Laterza), G. Spini - A. Casali, Firenze, Roma-Bari 1986, pp. 125, 140, 143; V. Caciulli, Alcune note sul ceto politico-amministrativo fiorentino (1944-60), in La Toscana nel secondo dopoguerra, a cura di P.L. Ballini - L. Lotti - M.G. Rossi, Milano 1991, pp. 660, 664 s., 667, 669 s., 684; Storia dell'industria elettrica in Italia, II, Il potenziamento tecnico e finanziario, 1914-25, a cura di L. De Rosa, Roma-Bari 1993, pp. 524, 539 s.; La provincia di Firenze e i suoi amministratori dal 1860 ad oggi, a cura di S. Merendoni - G. Mugnaini, Firenze 1996, pp. 84, 100; M. Migliorini, Aristocrazia, industria e politica: prime note per una biografia di Piero Ginori Conti, in Rassegna storica toscana, XLIV (1998), 2, pp. 351, 354, 358, 363-365. V. anche: Chi è? 1948, s.v.; Panorama biografico degli italiani d'oggi, a cura di G. Vaccaro, I, Roma 1956, p. 741; Artefici del lavoro italiano, I, Roma 1956, p. 364; Who's who in Italy, 1957-58, pp. 469 s.; Se non lo conosci te lo presento, Torino 1960, p. 414; Il chi è nella vita economica italiana per il Mec, Milano 1967, sub voce.