GIANNETTI, Giovanni
Nacque a Napoli il 25 marzo 1869 da Giuseppe, musicista dilettante allievo di S. Mercadante, che lo avviò agli studi musicali in tenera età. A soli sette anni si esibì in Austria come pianista e, successivamente, proseguì i suoi studi a Trieste - dove il padre si era trasferito per lavoro - con G. Heller e G. Rota.
Nel 1882 si spostò a Vienna, dove venne ammesso al conservatorio di musica e dove compose la sua prima opera, La fanciulla degli Amidei, su libretto del triestino G. Stefez. Dopo qualche anno passato nella capitale asburgica, dove peraltro si esibì come pianista, si stabilì a Trieste e quindi a Fiume, dove fu attivo anche come direttore d'orchestra; in seguito, tornato in Italia, il G. fu a Como e a Milano, dove ultimò i suoi studi musicali.
Successivamente il G. tornò a Napoli, ove fu a capo di una compagnia di operette al piccolo teatro La Fenice, per poi intraprendere una lunga carriera di direttore artistico e di operista: nel 1889 e per l'anno successivo, infatti, fu al teatro Comunale di San Remo. Nel 1891 a Napoli, al S. Carlo, fece rappresentare la sua opera L'Erebo, su libretto di E. Golisciani e D. Crisafulli (9 apr. 1891).
Nel 1894 il G. compose, per una rappresentazione in forma di oratorio presso l'Associazione della stampa di Roma, la sua opera più rappresentativa e di maggior respiro, il Cristo alla festa di Purim, su libretto di G. Bovio. A seguito del successo della manifestazione, il lavoro fu acquistato dall'editore Sonzogno e programmato per la stagione del 1895 alla Scala di Milano, dove, però, l'opera non poté essere rappresentata per ragioni di censura, avendo incontrato ostilità negli ambienti clericali.
Il 26 sett. 1896, al teatro Bellini di Napoli, andò in scena Padron Maurizio (libretto di A. Guidi) e sempre nello stesso teatro, il 16 nov. 1897, l'atto unico Milena, su libretto di T. Ricciardi.
Sempre nel 1896 il G. aveva vinto il terzo premio al concorso Steiner di Vienna con l'opera Il violinaio di Cremona, su libretto di A. Rolvini, lavoro che fu rappresentato con buon esito in Italia solo il 23 nov. 1898 al teatro Lirico di Milano. Il successo riportato gli consentì di farsi conoscere per la sua attività di compositore anche all'estero; nel 1904, infatti, dopo la prima del Don Marzio (G. Pagliara da Goldoni; Venezia, teatro Rossini, 2 maggio 1903), il G. assunse, fino all'anno successivo, la direzione artistica del teatro Lirico di Rio de Janeiro, dove, sotto la sua direzione, andò finalmente in scena il Cristo alla festa di Purim (16 dic. 1904). Il lavoro conobbe un buon successo, e fu quindi rappresentato anche in Italia, al teatro Vittorio Emanuele di Torino (5 dic. 1905), diretto dall'autore.
Dal 1908 al 1912, il G. fu direttore artistico del teatro Real di Madrid, dove fece nuovamente eseguire il Cristo alla festa di Purim (26 febbr. 1911). Continuò ad avere contatti con il Sudamerica: per il Politeama argentino di Buenos Aires scrisse il dramma sacro Il Nazareno o Maria di Magdala (E. Golisciani dal dramma Gesù di F. Govean), rappresentato nel gennaio e nell'aprile del 1911 e ripetuto per molti anni in quel teatro durante il periodo quaresimale.
Alla scadenza del contratto con il teatro madrileno il G. decise di far ritorno in Italia, dove solo per un anno (dal 1912 al 1913) fu direttore del liceo musicale di Siena, preferendo l'attività di compositore e direttore d'orchestra a quella di didatta. Dal 1915, infatti, si stabilì a Roma, dove diresse fino al 1920 il teatro dei Piccoli, per il quale compose degli intermezzi e commenti musicali per il Pinocchio di Collodi (aprile 1917) e l'operina Pierrot e la luna, su libretto di V. Fraschetti, in scena per una rappresentazione di marionette l'11 marzo 1920.
Nella capitale - dove fu, tra l'altro, ispettore del canto nelle scuole municipali - il G. compose inoltre per alcuni importanti teatri: per il Quirino scrisse la pantomima La serenata di Pierrot (V. Fraschetti, 18 apr. 1917) e la commedia musicale Cuore e bautte (Id., 5 giugno 1918; le ultime due datazioni, riportate dal De Angelis e dallo Schmidl, non trovano conferma nei quotidiani dell'epoca), mentre per l'Adriano compose l'operetta Il principe… re (Id., 7 luglio 1920), molto apprezzata dalla critica per l'originalità dei temi e l'elegante scrittura armonica, nonostante taluni influssi di stampo pucciniano e mascagnano.
Il G. fu anche autore delle seguenti opere di musica da camera: Guagliò, riò, riò, per canto e pianoforte (F. Fara, Napoli 1888); Piccola serenata, per pianoforte (Napoli 1893); Quattro liriche per canto e pianoforte da canti popolari bulgari (trad. di L. Salvini, Milano 1932); Ah! Mbè!, aria napoletana per canto e pianoforte (E. Scarpetta, Milano s.d.); Lo specchio, rispetto per canto e pianoforte (M. Giovannelli, Firenze s.d.); Maria, tempo di mazurca per pianoforte (Torino s.d.); Melanconia, per violino e pianoforte (Torino s.d.); Nu core fauzo, canzone napoletana (E. Scarpetta, Milano s.d.); Serenata andalusa, per pianoforte (Torino s.d.).
Opere teatrali rimaste inedite: Lezione d'amore (1910), Don Paez (da A. de Musset, 1912), Sara (1914), Murat e Teodora (G.M. Viti). Curò, infine, la riduzione pianistica dell'opera La cabrera, dramma lirico in un atto di G. Dupont (Milano 1906).
Il G. morì a Rio de Janeiro il 10 dic. 1934.
Fonti e Bibl.: Critiche in La Stampa, 4-7 dic. 1905; La Tribuna, 8 luglio 1920; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, p. 245; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, pp. 620 s.; III, p. 349; The Macmillan Encyclopedia of music and musicians, London 1938, p. 666; Enc. de la musique Fasquelle, II, p. 260; Riemann Musik Lexikon, Mainz 1959, p. 620; La musica, Diz., I, p. 786; Enc. della musica Rizzoli-Ricordi, III, p. 128; The International Cyclopedia of music and musicians, London 1975, p. 818; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 190.