FONTANESI, Giovanni Giacomo (Foritanetis, Fontanesiis, Fontanesis)
Tipografo, nato sicuramente a Reggio Emilia nella seconda metà del Quattrocento, fu attivo a Bologna negli ultimi anni del XV secolo.
Nella sottoscrizione di una delle sue edizioni più famose, quella dei Rudimenta grammatices di N. Perotti, stampata a Bologna nel 1492, si legge "Ioannes Iacobus fontaginus regiensis". Di lui si conoscono almeno altre sei edizioni sottoscritte, pubblicate tutte nel quinquennio 1492-1497 e precisamente, oltre alla citata grammatica del Perotti, le Epistole di s. Caterina da Siena (18 apr. 1492), l'Epithoma elegiaca in Ovidii libros metamorphoseon di B. Bolognini (1492), dedicata da questo al padre Ludovico e ad A. Poliziano, che contiene una lettera di ringraziamento di quest'ultimo, datata Fiesole, XVI kal. Iunii, i Sonetti di F. degli Allegri (12 dic. 1495), Myrmex di G.F. Bindi (pure del 1495), la Repetitio super titulo "De probationibus" di A. Barbazza (31 genn. 1497), il Bucolicum carmen di F. Petrarca, anche quest'ultima stampata nel 1497 in società con Girolamo de' Benedetti, e dopo la quale non risultano nei repertori di incunaboli altre stampe del Fontanesi.
Il F., che usò la marca tipografica raffigurante un labirinto, firma l'edizione dei Sonetti dell'Allegri come "Ioannem Iacoburn de Fontenetis de Regio, cognominato de Laberintis". Non è chiaro se possa essere identificato - come fanno il Borsa e il Sorbelli sulla scia di Häbler - con il Giovan Giacomo de' Benedetti (Dizionario biogr. degli Italiani, VIII, pp. 256-258): esponente della famiglia del grande Platone (Francesco de' Benedetti), attivo a Bologna negli anni 1492-1495, poi prototipografo di Cesena e Forlì in società con P. Guarini e associato a Bologna occasionalmente con Girolamo e Giovanni Antonio de' Benedetti.
L'origine reggiana del F. ci porterebbe a escludere l'identità dei due tipografi, in accordo con Temeroli e Dantini. Tuttavia la straordinaria somiglianza delle marche usate dai due potrebbe rivelarsi un elemento a favore dell'identità. Infatti la prima edizione forlivese del sedicente Benedetti il De elegantia linguae latinae servanda del ravennate N. Ferretti, del 16 apr. 1495, presenta proprio la marca del labirinto, la stessa che troviamo in edizioni sottoscritte come Ioannes lacobus regiensis, quali la Repetitio del Barbazza. Nella bolognese - al contrario - leggiamo "Ioannes lacobus R" (=Regiensis). Per quanto riguarda i caratteri usati dai due, molte appaiono le somiglianze tra i tipi bolognesi del F. e quelli forlivesi del Benedetti. Inoltre una famiglia come quella dei Benedetti avrebbe anche potuto "adottare" un provinciale in gamba, magari facendogli sposare una fanciulla del clan. In questo caso il numero delle edizioni da attribuire al F. salirebbe notevolmente, almeno di altre cinque unità. Quest'ultimo infatti nel 1499 firma, in società con un nipote del vecchio "Platone", Giovanni Antonio, un Tractato de le più maravigliose cosse... di J. Mandeville. Il repertorio di Häbler - del resto - lo mette in relazione con Hieronymus de Benedictis, col quale aveva già sottoscritto nel 1492 la Repetitio legis "Quiviam" del Bolognini. Anche la longevità del F., nel caso si accettasse l'identificazione con il Benedetti, sarebbe da allungare notevolmente. Infatti questi, dopo le prime esperienze in Romagna, è attivo di nuovo a Forlì nel 1503 e nel 1507, con qualche parentesi a Bologna: nel 1503 infatti vi pubblica un Prognostico di G. Benazzi per quell'anno e due opere di A. Trionfi. Infine, dopo un ulteriore ritorno a Bologna per stampare - sempre del Trionfi - l'Expositio Decretales (1508), chiude la sua attività nelle Marche, ad Ancona nel 1522 dove compare come editore in società con B. Guerralda per la stampa il 20 aprile di un officio del martire s. Migdo (Officium s. martyris Migdii), dedicato a un Roverella, e a Camerino nel 1523-1524. Qui dovrebbe aver realizzato non meno di tre edizioni. La prima consiste nelle Elegiae di P. Massimo poeta (Aventano). Nella sottoscrizione leggiamo "Ioannes Iacobus De Benedictis Bononiensis" insieme al socio L. Placidi. Anche questa sottolineatura dell'origine bolognese potrebbe spiegarsi con quella sorta di adozione ipotizzata in precedenza. Da ricordare anche la stampa del poemetto Divi Sebastiani Encomion dell'umanista camerinese M. Muzio.
Se ci limitiamo a considerare la produzione firmata dal F., possiamo considerarlo uno dei tanti tipografi attivi a Bologna negli ultimi anni del sec. XV e in qualche modo legati al mondo universitario (sono docenti nello Studio bolognese alcuni degli autori dei quali stampa le opere). Ben più complessa risulta la sua figura se lo identifichiamo con Giovan Giacomo de' Benedetti. In questo caso arriviamo almeno a triplicare il numero delle edizioni conosciute e possiamo ricostruire la personalità di un giovane intraprendente che, giunto a Bologna da Reggio, forse al seguito di un parente più anziano (Pasquino Fontanesi), si associa al clan dei Benedetti, si impadronisce del mestiere. apre una sorta di filiale dell'azienda bolognese in Romagna, fa la spola per alcuni anni tra Bologna e Forlì e, ormai vecchio, si spinge ancora più a Sud, finanziando - come editore - l'attività di qualche tipografo marchigiano. Oltre all'identità della marca del labirinto anche alcune somiglianze dei due cataloghi del F. e del Benedetti (entrambi stampano opere del Bolognini, entrambi opere di grammatica, quella del Perotti il F., quella del Ferretti il Benedetti) farebbero propendere per considerarli un'unica persona.
Fonti e Bibl.: P. Kristeller, Die italienischen Buchdrucker und Verlegerzeicheri bis 1525, Strassburg 1893 (rist. anast. Naarden 1969), fig. 25; K. Häbler, Typenrepertoriuni der Wiegendrucke, Leipzig 1909, III, p. 10; A. Sorbelli, Storia della stampa in Bologna, Bologna 1929, pp. 79-84; R. Galli, La stampa in Romagna, in Tesori delle biblioteche d'Italia. Emilia-Romagna, a cura di D. Fava, Milano 1932, pp. 603 s.; L. Servolini, Gli antichi tipografi forlivesi, in Gutenberg Jahrbuch, XV (1940), pp. 155-268; C.F. Buhler, The university and the press in fifteenth century Bologna, Notre Dame, IN, 1958; A. Serra Zanetti, L'arte della stampa in Bologna nel primo ventennio del Cinquecento, Bologna 1959, pp. 103-106; A. Cioni, Benedetti, Giovan Giacomo, in Diz. biogr. degli Italiani, VIII, Roma 1966, p. 256; G. Borsa, Clavis typographorum librariorumque Italiae 1465-1600, Aureliac Aquensis 1980, I, p. 143; E. Vaccaro, Le marche dei tipografi ed editori ital. del sec. XVI nella Bibl. Angelica di Roma, Firenze 1983, fig. 82; G. Zappella, Le marche dei tipografi e degli editori italiani del Cinquecento..., Milano 1986, fig. 773; P. Temeroli, Le prime due edizioni a stampa forlivesi (1495), in La Bibliofilia, XC (1988), pp. 1-18; Id., Editoria, cultura e umanesimo a Forlì agli inizi dell'età moderna, in Schede umanistiche, II (1988), pp. 53-63, 175; F. Ascarelli - M. Menato, La tipografia del '500 in Italia, Firenze 1989, pp. 73, 199; P. Bellettini, La produzione tipografica, in Storia di Forlì, III, L'età moderna, a cura di C. Casanova - G. Tocci. Bologna 1990, p. 151; Incunaboli stampati a Bologna (1471-1500). Censimento fotografico dei colophon: lettera A, a cura di M. Dantini - L. Vendruscolo, Bologna s.d., pp. 41 s.; Indice generale degli incunaboli delle Biblioteche d'Italia, Roma 1943-1981, ad Indicem.