GHERARDI, Giovanni (o Giovanni da Prato)
Nacque a Prato intorno al 1367. Devoto di Dante, Petrarca e Boccaccio, lesse il poema e le canzoni morali di Dante, dal 1417 al 1425, in S. Maria del Fiore. Morì a Firenze tra il 1442 e il 1446.
Delle sue opere, che abbondano di reminiscenze di Dante e degli altri grandi trecentisti, la più importante è una specie di romanzo che comincia narrando un immaginario pellegrinaggio dell'autore a Creta e a Cipro, e poi, passando a memorie della sua età giovanile, rappresenta visite devote ai santuarî di Toscana e, più ampiamente, simpatici ritrovi e umanistici conversari nel castello del conte Carlo di Poppi in Casentino e nella villa del Paradiso di Antonio degli Alberti presso Firenze, dalla quale il moderno editore intitolò il romanzo. Ai ritrovi partecipano uomini insigni per dottrina e per attività politica nella Firenze dell'estremo Trecento: Luigi Marsili, Guido del Palagio, Marsilio da Santa Sofia, Coluccio Salutati, e dalle loro conversazioni balza fuori un'immagine assai interessante dell'ambiente culturale di quell'età, orgogliosa delle glorie letterarie passate e già ben avviata verso la gloria dell'umanesimo.
Lo studio posto dal G. in Dante e nel Boccaccio è manifesto anche nel Trattato d'una angelica cosa mostrata per una divotissima visione, caldo di mistica moralità, e più apertamente nel poema in terzine Philomena, forse incompiuto, dove il poeta narra come, guidato dalle sette virtù, egli salisse dalla selva dell'errore al "dolce monte", dove con le ninfe del trivio e del quadrivio le virtù fanno corona alla poesia-teologia, e dove vede sfilare schiere di donne insigni per virtù attive e contemplative, di poeti e d'artisti. Verseggiatore fiacco e impacciato, il Gherardi non ha in questo poema se non il povero pregio d'una qualche freschezza di lingua.
Ediz.: Il Paradiso degli Alberti. Ritrovi e ragion. del 1389, romanzo di G. da Prato, a cura di A. Wesselofsky, Bologna 1867; il Tratt. d'una angelica cosa ecc., ibid., I, 11, p. 385 segg.; la Philomena, in C. Del Balzo, Poesie di mille autori int. a Dante, Roma 1891, III, p. 311 segg.
Bibl.: A. Wesselofsky, pref. all'ed. citata, I, ii, p. 67 segg.; F. Novati, G.G.d.P., in Miscellanea fiorent. di erudiz. e stor., I (1886), n. 11.