GERMANETTO, Giovanni
Nacque a Torino il 18 genn. 1885 da Bernardo, operaio metallurgico, e da Giovanna Occelli. Visse a Mondovì, dove frequentò le scuole elementari iniziando subito a lavorare come barbiere. Completò la sua istruzione alle scuole tecniche serali e nel 1902 si iscrisse alla gioventù socialista e alla sezione dell'Alleanza antimilitarista internazionale. Nel 1904 si trasferì a Torino, dove frequentò l'Università popolare e la Camera del lavoro, presso la quale costituì la Lega dei barbieri. Le sue idee e il suo attivismo politico gli procurarono difficoltà nel lavoro e lo costrinsero a trasferirsi a Savona, poi ad Alessandria e quindi a Fossano, per fare infine ritorno a Mondovì. Rimasto orfano del padre all'età di vent'anni, il G. dovette provvedere al mantenimento della madre e dei tre fratelli minori. Concorse alla fondazione della sezione socialista e della Camera del lavoro di Fossano e al consolidamento delle organizzazioni operaie nella provincia di Cuneo. Nel 1912 fu eletto segretario della federazione socialista di Cuneo e prese parte alle lotte antimilitariste contro la guerra di Libia e l'intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale. Nel corso del conflitto fu internato per propaganda sovversiva a Mondovì, della cui Camera del lavoro divenne segretario.
Il 17 nov. 1917 partecipò a Firenze al convegno nazionale della frazione intransigente rivoluzionaria, dove fu conquistato dalla personalità di A. Bordiga. Fece il viaggio di ritorno in compagnia di A. Gramsci e rientrò a Fossano molto motivato, impegnandosi subito per acquisire alla causa rivoluzionaria gli operai della zona. Nel 1920 al congresso provinciale della Confederazione generale del lavoro (CGdL) di Cuneo il G. contestò la natura burocratica, riformista e anticonsiliare del sindacato e sostenne la necessità di far sorgere una sezione del partito socialista e una lega rossa ovunque vi fosse "un campanile, segnacolo di conservazione sociale" (Storia del movimento operaio…, II, p. 403). Nello stesso anno assunse la direzione del settimanale socialista di Saluzzo La Riscossa e prese parte al convegno della frazione comunista, svoltosi a Imola il 28 e 29 nov. 1920, condividendo la posizione dei massimalisti di sinistra come A. Marabini, A. Graziadei ed E. Gennari.
Nel 1921, dopo il congresso di Livorno, il G. aderì al Partito comunista d'Italia, di cui divenne uno dei principali esponenti nel Cuneese, mantenendo l'incarico ai vertici della Camera del lavoro di Cuneo e la direzione della Riscossa. I crescenti impegni politici e sindacali, proprio quando il movimento operaio doveva fronteggiare l'offensiva fascista, lo indussero ad abbandonare il lavoro di barbiere. Vittima egli stesso di aggressioni squadriste, si attivò per organizzare l'estrema difesa delle organizzazioni operaie. Anche dopo l'avvento al potere del fascismo il G., insieme con Isidoro Azzario e Roberto Riccardo, continuò a impegnarsi nel disperato tentativo di arginare la grave crisi dell'organizzazione comunista cuneese.
Alla fine del 1922 si recò a Mosca con la delegazione italiana che prese parte al IV congresso del Komintern e al II congresso dell'Internazionale sindacale rossa. A Mosca fu tra i firmatari del manifesto con il quale si definiva la nuova linea che il partito comunista avrebbe dovuto adottare per combattere il fascismo e che prevedeva il superamento dei contrasti e la fusione con il partito socialista. Rientrato in Italia, il G. si stabilì a Torino e iniziò a collaborare con Il Lavoratore di Trieste. Nel febbraio 1923 fu arrestato insieme con Azzario e altri per incitamento all'odio di classe e attentato ai poteri dello Stato e detenuto per un breve periodo nel carcere di Teramo. Nell'ottobre 1923 venne processato insieme con i massimi dirigenti comunisti dal tribunale penale di Roma, ma fu assolto per insufficienza di prove. Nel 1924 tornò a Mosca come rappresentante della componente comunista della CGdL presso l'Internazionale sindacale rossa. Rientrato clandestinamente in Italia nel 1925, lavorò al comitato sindacale nazionale comunista e alla redazione dell'Unità e di Sindacato rosso, firmando i suoi articoli con lo pseudonimo di Barbadirame.
Sfuggì fortunosamente all'ondata di arresti dopo l'attentato a Mussolini del 31 ott. 1926, riparando in Francia e poi in Unione sovietica, dove fu delegato al VI congresso del Komintern (luglio-settembre 1928) e quindi dirigente del Soccorso rosso internazionale. A Mosca il G. soggiornò al famoso hotel Lux dove erano ospitati i principali esponenti del movimento comunista internazionale, alcuni dei quali descrissero nelle loro memorie la stanza del G. come un'isola di distensione e di divertimento nella cupa atmosfera dell'albergo. Dal 14 al 21 apr. 1930 partecipò al IV congresso del PCdI, svoltosi nei pressi di Colonia, al termine del quale entrò a far parte del comitato centrale. Nello stesso anno uscirono a Mosca, in russo, le sue Memorie di un barbiere, che ottennero un eccezionale successo.
Nel 1931 il libro fu edito a Parigi in italiano e in francese e successivamente venne tradotto in 23 lingue, con una diffusione superiore al milione di copie. Rispetto al testo originale, l'edizione italiana delle Memorie (8ª ed., Roma 1962), con la prefazione di Palmiro Togliatti, presentava alcune significative manomissioni, tendenti soprattutto a sminuire il ruolo di Bordiga e la considerazione che il G. aveva manifestato nei suoi confronti.
Recatosi nei porti del Mar Nero per svolgere propaganda antifascista tra i marinai italiani, allo scoppio della guerra il G. iniziò a lavorare alle trasmissioni da Mosca di Radio Milano-libertà. Nel 1943 fu responsabile con Paolo Robotti della redazione del giornale Alba, destinato ai militari italiani prigionieri in Unione Sovietica. Al termine del conflitto il G. si occupò delle pratiche per il rimpatrio degli emigrati politici italiani in Unione Sovietica. Egli stesso rientrò in Italia nel 1946 e al VI congresso del Partito comunista italiano (Milano, 4-10 genn. 1948) venne eletto nella commissione centrale di controllo. Per incarico della direzione del partito il G. scrisse, insieme con P. Robotti, Trent'anni di lotte dei comunisti italiani 1921-1951 (Roma 1952), un libro volto a offrire ai militanti una lettura rassicurante e autocelebrativa delle vicende del partito nel segno della continuità storico-politica del gruppo dirigente da Gramsci a Togliatti.
Successivamente il G. fece ritorno a Mosca, dove morì il 7 ott. 1959.
Opere: oltre che delle Memorie di un barbiere, il G. è autore di Fenicottero (Mosca 1932), di Travaglio (ibid. 1938) e di altri romanzi inediti, opere teatrali e novelle, il cui elenco è in M. Migliano Montagnana, L'attività letteraria di G. G., in Notiziario dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia, n. 14, dicembre 1978, pp. 3-30.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centrale dello Stato, Casellario politico centrale, b. 2343; P. Secchia, L'azione svolta dal partito comunista in Italia durante il fascismo 1926-1932, in Annali dell'Istituto Giangiacomo Feltrinelli, XI (1969), ad indicem; P. Spriano, Storia del partito comunista, I-V, Torino 1967-75, ad indices; A. Tasca, I primi dieci anni di vita del PCI, Bari 1971, pp. 19-21, 41 s., 148; A. Lepre - S. Levrero, La formazione del Partito comunista d'Italia, Roma 1971, ad indicem; P. Spriano, Storia di Torino operaia e socialista, Torino 1972, ad indicem; M. Pistillo, Giuseppe Di Vittorio, 1924-1944, Roma 1975, ad indicem; P. Salvetti, La stampa comunista da Gramsci a Togliatti, Torino 1975, pp. 217, 287; R. Martinelli, Il Partito comunista d'Italia 1921-1926, Roma 1977, ad indicem; F. Ormea, Le origini dello stalinismo nel PCI, Milano 1978, ad indicem; G. Amendola, Storia del Partito comunista italiano 1921-1943, Roma 1978, ad indicem; F. Ferrero, Un nocciolo di verità, Milano 1978, ad indicem; Storia del movimento operaio, del socialismo e delle lotte sociali in Piemonte, I-II, Bari 1978-80, ad indices; R. Von Mayenburg, Hotel Lux, Milano 1979, pp. 56-58, 236; P. Robotti, Scelto dalla vita, Roma 1980, ad indicem; A. Dal Pont - S. Carolini, L'Italia dissidente e antifascista, I, Milano 1980, p. 260; E. Guarnaschelli, Una piccola pietra, Milano 1982, pp. 12, 29, 32, 37, 157, 300; D. Betti, Il partito editore. Libri e lettori nella politica culturale del PCI, 1945-1953, in Italia contemporanea, n. 175, giugno 1989, p. 65; G. Corbi, Togliatti a Mosca. Storia di un "legame di ferro", Milano 1991, ad indicem; A. Agosti, Palmiro Togliatti, Torino 1996, ad indicem; Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, II, ad vocem; Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, II, ad vocem.