GEORGI (Giorgi), Giovanni
(Giorgi), Ignoti sono gli estremi biografici di questo incisore attivo soprattutto in area veneta nel corso del XVII secolo; la totale mancanza di dati documentari costringe a ricostruire la sua biografia soltanto sulla scorta delle opere, riconoscibili per la presenza della firma che varia da "G. G.", a "G. Georgi", a "Jo. Georg.", a "I. Georgius". Incerta è la nazionalità del G.: veneziano o padovano secondo la maggior parte dei repertori (Füssli, Gori Gandellini, Nagler), solo Mariette lo definisce di origine tedesca. Quest'ultima ipotesi sembrerebbe trovare conferma nella prima testimonianza della sua attività grafica: le Icones imperatorum Romanorum regum et ducum quorundam ex antiquissima familia Boiarica oriundorum… insculptae a Iohanne Georgio Noribergense, edite a Norimberga nel 1617. Rimane però il fatto che dopo questa pubblicazione non si hanno più tracce della presenza del G. in terra tedesca, mentre tutto il resto della sua attività si svolse in area veneta.
Nel 1644 il G. incise l'antiporta della Historia della b. Vergine di Monte Ortona del vescovo G.F. Tomasini (Padova, G.B. Pasquati) e il frontespizio, con ritratto dell'autore, del Pandosion sphaericum, un trattato di astronomia tolemaica di A. Argoli (Padova, P. Frambotto). Nel 1647 realizzò l'occhiello delle Antiquitates Veronenses di O. Panvinio (Padova, P. Frambotto) e alcuni rami per Le glorie de gli Incogniti: o vero gli huomini illustri dell'Accademia de' signori Incogniti di Venezia (Venezia, F. Valvasense). Nello stesso anno produsse il frontespizio e ventiquattro tavole per illustrare il Syntagma anatomicum di J. Vesling (Padova, P. Frambotto), dove il G. dimostrò di possedere ottime competenze nel campo del disegno anatomico, fondate sullo studio aggiornato dell'illustrazione medica, in particolare delle immagini che ornavano gli scritti di G.B. Canani il Giovane e di A. Vesalius (Roberts - Tomlinson). Nel 1648 realizzò in acquaforte il ritratto di Tiziano, copiando liberamente l'Autoritratto ora conservato a Berlino (Gemäldegalerie), per la serie di effigi di artisti che dovevano corredare Le maraviglie dell'arte o vero le vite de gl'illustri pittori veneti, e dello Stato di C. Ridolfi (Venezia, G.B. Sgava). Negli anni successivi il G. eseguì alcuni rami per il Petrarcha redivivus di G.F. Tomasini (Padova, P. Frambotto, 1650), tra cui si distinguono le vedute di Valchiusa e della sorgente del Sorga, l'antiporta per le satire di A. Abati (Delle frascherie, Venezia, M. Leni, 1651), il frontespizio col ritratto dell'autore e venti tavole per la Vipera Pythia di M.A. Severino (Padova, P. Frambotto, 1651).
In quest'ultima serie di curiose incisioni, per lo più di carattere archeologico e mitologico, spicca quella che raffigura l'accoppiamento di due serpenti, caso raro nell'illustrazione zoologica seicentesca e notevole esempio del meticoloso interesse del G. per l'osservazione della natura.
Nel 1652 incise l'antiporta dei Monumenta Patavina di S. Orsato (Padova, P. Frambotto) in cui il motivo del Tempo distruttore viene sottoposto a un'interpretazione politico-astrologica: nell'arco dello Zodiaco che sovrasta antiche rovine compare infatti il segno del Leone con le sembianze alate dell'emblema marciano (Kintzinger, p. 61). Nello stesso periodo il G. si impegnò a illustrare due testi dell'erudito F. Liceti, dedicati alla registrazione di alcuni reperti di arti minori; ne scaturì una serie di centoventitré tavole per il De lucernis antiquorum reconditis (Udine, N. Schiratti, 1652 e 1653; nuova edizione: Padova, M. Cadorin detto il Bolzetta, 1662), e di sessantasei rami, più il ritratto dell'autore, per i Hieroglyphica sive Antiqua schemata gemmarum anularium (Padova, S. Sardi, 1653).
Specializzato nel bulino e nell'acquaforte, il G. servì con perizia e costante applicazione i maggiori tipografi veneziani (M. Leni e F. Valvasense), e, soprattutto, padovani, come P. Frambotto e M. Cadorin, offrendo buone prove nella realizzazione dei frontespizi e dei ritratti, sia di contemporanei sia d'invenzione, ma non sfigurando nelle più complesse imprese riservate alla medicina e all'archeologia. Il G. risulta inserito così a buon diritto in quel processo di rinnovamento dell'illustrazione libraria, e in particolare del disegno scientifico, che ebbe un centro particolarmente vivace nell'ambito dell'università e dell'editoria patavine, a fianco di personaggi di maggiore spessore come Iacopo e Isabella Piccini e Girolamo Porro (Moschini). Sebbene trascurato da A. Bartsch (Le peintre graveur), il G. fu anche autore di fogli sciolti; tra gli esemplari conservati al Gabinetto nazionale delle stampe di Roma si distinguono l'acquaforte con Diana e Apollo (F.C. 116402) da un'idea di F. Ruschi, e la copia in controparte di una stampa di G. Bonasone raffigurante Venere, Mercurio e Amore al bagno (F.C. 116403), dove, accanto alla dedica a G. Scala da parte del Cadorin, si trova il pinxit di Raffaello, cui va dunque attribuita l'invenzione (Massari, 1985, p. 246). Nel 1663, dopo un decennio di assenza, la firma del G. tornò per siglare il ritratto dell'erudito G. Martinioni nella riedizione dell'opera di F. Sansovino, Venetia città nobilissima (Venezia, S. Curti), con le note e le aggiunte del Martinioni stesso. Tre anni più tardi incise il ritratto del re David per l'opera sacra di G.M. Zilotti, La miniera del Calvario (Venezia, F. Valvasense, 1666). Ultima testimonianza della sua attività sono nove tavole su disegni di A. Carleschi da Pordenone che accompagnano Le opere chirurgiche di G. Fabrizi d'Acquapendente, pubblicate a Padova nel 1671 per i tipi di M. Cadorin (Pallottino). Dopo questa data non si hanno più tracce dell'attività, come della vita, dell'incisore.
Fonti e Bibl.: J.R. Füssli, Allgemeines Künstlerlexikon, I, Zürich 1763, p. 685; III, ibid. 1771, p. 87; G. Gori Gandellini, Notizie istoriche degli intagliatori, II, Siena 1808, p. 72; G.A. Armano, Catalogo di una serie preziosa delle stampe di Giulio Bonasone pittore e intagliatore bolognese, Roma 1820, p. 46 n. 242; G.K. Nagler, Neues allgemeines Künstlerlexikon, V, München 1837, p. 102; M. Bryan, Biographical and critical Dictionary of painters and engravers, a cura di G. Stanley, London 1849, p. 285; P.J. Mariette, Abcedario…, II, Paris 1851-53, p. 296; M.C. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, II, Paris 1856, p. 285; J.D. Passavant, Raffaello d'Urbino e il padre suo Giovanni Santi, III, Firenze 1891, p. 301; G.K. Nagler, Die Monogrammisten, II, München-Leipzig 1919, p. 1049 n. 3002; G. Boffito, Frontespizi incisi nel libro italiano del Seicento, Firenze 1922, pp. 56, 99; G.A. Moschini, Dell'incisione in Venezia, Venezia s.d. (ma 1926), pp. 51 s.; A. Pelliccioni, Dizionario degli artisti incisori italiani, Carpi 1949, p. 86; Autori italiani del '600, a cura di S. Piantanida - L. Diotallevi - G. Livraghi, II, Milano 1949, pp. 171 n. 1764, 207 nn. 1904-1906, 265 n. 2201; III, ibid. 1950, p. 297 n. 3618; IV, ibid. 1951, pp. 145 n. 4397, 168 s. n. 4481; F. Borroni, "Il Cicognara". Bibliografia dell'archeologia classica e dell'arte italiana, Firenze 1957-65, II, 1, pp. 196-198 n. 336; 5, pp. 251 s. n. 11670; 6, pp. 130 s. n. 13038; A. Calabi, Saggi sulla incisione del secolo XVII, Milano 1962, p. 39; L. Dunand - P. Lemarchand, Les compositions de Jules Romain intitulées "Les amours des dieux" gravées par Marc-Antoine Raimondi, I, Lausanne s.d. (ma 1977), p. 178; M.A. Chiari, Incisioni da Tiziano. Catalogo a stampa del Museo Correr, Venezia 1982, p. 94 n. 77; S. Massari, in Giulio Bonasone (catal.), I, Roma 1983, p. 55 n. 45; J.-R. Pierrette, in Raphael dans les collections françaises (catal.), Paris 1983, pp. 378 n. 68, 381 s. n. 73; S. Massari, in Raphael invenit… (catal.), Roma 1985, pp. 246 n. 9, 870; P. Pallottino, Storia dell'illustrazione italiana…, Bologna 1988, p. 71; K.B. Roberts - J.D.W. Tomlinson, The fabric of the body. European traditions of anatomical illustration, Oxford 1992, pp. 236, 238 fig. 6.12; M. Kintzinger, Chronos und Historia. Studien zur Titelblattikonographie historiographischer Werke vom 16. bis zum 18. Jahrhundert, Wiesbaden 1995, pp. 58, 61, 219 fig. 8, 252 fig. 16; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIII, pp. 426 s.; Diz. enciclopedico Bolaffi dei pittori… italiani, V, p. 339.