GAUTERI, Giovanni
Nacque nel XV secolo, in data imprecisata, a Demonte, presso Cuneo. Di lui si hanno pochissime notizie: fu maestro (rector scolarum) a Saluzzo nel 1480 percependo un salario di 24 lire, e successivamente di 14 lire e 8 soldi. Nel 1484 era attivo nella stessa città, percependo un salario di 40 grossi, in società con Facino Tiberga. La sua attività non è nota nel dettaglio, ma è da porsi in relazione con quella di Bartolomeo Pascali e di Facino Tiberga: dunque con un ambiente periferico sensibile all'umanesimo. Dobbiamo a lui la cura della stampa di una edizione saluzzese di Persio, come risulta dal colophon: "Impressus Salutiis arte et impensis Martini de Lavalle, correctusque ac emendatus opera egregii magistri Iohannis Gauterii rectoris scholarum Saluciensium, anno domini MCCCCLXXXI die X februarii". L'incunabolo ebbe scarsa diffusione (se ne conserva una copia a Oxford, presso la Bodleian Library, Auct. O.2.15); l'edizione, la cui lezione si pone nel solco della vulgata di Persio del XV secolo, è complessivamente ben curata, pur non introducendo congetture nuove e originali.
Al G. dobbiamo anche la copia di un Boezio, De consolatione philosophiae, di proprietà di Sion Segre Amar, oggi conservata a Ginevra, presso la Bibliothèque publique et universitaire, nel fondo Comites latentes. Il manoscritto presenta un interessante corpus di glosse, dovuto allo stesso G. e a un secondo glossatore, Petrus Flos, non altrimenti noto.
Nella stesura delle sue glosse il G. mise a frutto una non modesta conoscenza degli autori classici, primo fra tutti Persio (a lui ben noto), citato in maniera tale da consentire la collocazione della copia del De consolatione in data posteriore a quella della stampa del Persio saluzzese. Il carattere delle glosse è principalmente metrico e grammaticale (in diretta connessione con l'attività didattica del G.), e a questi temi fa riscontro l'unica citazione da un testo di autore contemporaneo, le Elegantiae di Lorenzo Valla. A un interesse lessicale e in genere erudito fanno capo altre glosse; in particolare, è da segnalare l'unica altra citazione da un autore moderno, il Boccaccio delle Genealogiae deorum gentilium: va notato che, nelle scarse testimonianze date dai cataloghi delle biblioteche piemontesi, non si hanno altre menzioni delle Genealogiae, cosicché questa risulta una testimonianza preziosa. Di un qualche interesse è anche una breve frase in greco, sia pure molto elementare, ma certamente scritta con mano non da principiante: questo collocherebbe il G. su di un piano elevato all'interno del panorama dell'umanesimo piemontese, e in particolare di quello di area occidentale. Gli altri autori citati nelle glosse sono Virgilio, Ovidio, Cicerone, Valerio Massimo, Plinio, Omero, Persio, Valerio Flacco, Festo, Pomponio Mela e Aristotele.
Certamente opera del G. è una sottoscrizione in esametri posta alla fine della trascrizione di Boezio. Il testo non è certamente elegante o brillante, ma ha consentito di risalire al luogo d'origine dell'autore e costituisce un abbozzo di laudatio urbis di particolare rarità in area subalpina: "Patria mi Demons est, alpina in valle repostus, / qua prior elabens fluviorum Sturia regem / Eridanum petit et toti dat nomina valli".
Fonti e Bibl.: F. Gabotto, Supplemento al Dizionario dei maestri che insegnarono in Piemonte fino al 1500, in Boll. stor.-bibliografico subalpino, XI (1906), p. 135, s.v. Tiberga, Facino; G. Vinay, L'umanesimo subalpino nel secolo XV: studi e ricerche, Torino 1935, pp. 115 s.; A. Vitale-Brovarone, Un maestro umanista saluzzese del Quattrocento, G. G., in Boll. stor.-bibliografico subalpino, LXXIII (1975), pp. 643-654.
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