FARIANO (Farriano, Farigliano), Giovanni Francesco
Figlio di Carlo, che risulta impiegato negli anni 1700-1702 presso la corte di Vittorio Amedeo II come pittore di carrozze (Schede Vesme, II, p. 456), nacque a Torino nel 1681.
Dopo la prima formazione, avvenuta presso la bottega paterna, nel 1707 e nel 1709 il F. insieme con il pittore C. A. Chiaputioni eseguì "pitture nell'appartamento delle Serenissime Principesse verso S. Filippo" in palazzo Carignano a Torino e altre decorazioni per il principe di Piemonte (Schede Vesme, I, p. 33). Contemporaneamente all'attività di decoratore, appresa dal padre, il F. nel 1717 eseguiva cinque stendardi per una slitta e nel 1722 una lettiga di parata per la "reale principessa". In seguito, dal 1723 al 1727, sono ricordati lavori con il pittore Chiaputioni per decorazioni su carrozze. E ancora nel 1734, nel 1735, 1737 e 1739, 1744, 1746, fino al 1751, 1752 e 1753 (Schede Vesme, II, pp. 456 s.). Il F. era specializzato in "ornamenti, puttini, arpie, fiori et uccelli", una pittura essenzialmente di decorazione, che ebbe in quegli anni particolare diffusione grazie anche alle opere di Filippo Minei, pittore di grottesche, chiamato a Torino nel 1721 da Filippo Juvarra (ibid.).
Nel 1722 fu chiamato a palazzo Carignano a dipingere alcune parti della cappella del principe; nel 1727 era attivo al "monastero torinese della Visitazione nell'appartamento della principessa Eleonora d'Assia" (ibid., p. 456). Nel settembre di quello stesso anno ricevette un compenso per "cinque porte volanti" (ibid.) nel castello di Rivoli, dipinte in collaborazione con il Minei e P. D. Olivero. A Rivoli dipinse nel 1730 "le volte di due buffetti compartite a mosaico, grottesco, fiori e puttini, con cornice finta d'oro", ancora oggi visibili nei due nicchioni della sala di Bacco e Arianna (Dalmasso, 1973, p. 47).
All'architetto Filippo Juvarra si deve probabilmente la scelta del F. per ulteriori lavori: nella basilica di Superga nel 1732 eseguì decorazioni per cartegloria e per un lavabo, nel 1734 fu pagato "per haver dipinti li squarci di due porte e altri lavori fatti ne nuovi reali palazzi di questa città" (Schede Vesme, II, p. 456). Ancora in palazzo reale fu presente nel 1740 per "aver rinfrescato la pittura della volta del gabinetto del poggiolo nell'appartamento di S.M. la Regina" (ibid., p. 457).
Un altro cantiere diretto da Juvarra era nella villa Ludovica, detta villa della Regina, sulla collina torinese, dove fu impegnato Filippo Minei e sicuramente il Fariano. La mano dei due artisti è riconoscibile in una sala interamente decorata a grottesche (Griseri, 1988, fig. 32). Al F. è attribuita anche una porta del gabinetto cinese, eseguita in collaborazione con Pietro Massa (ibid., fig. 33; Midana, 1925, tav. 33 l'assegnava al Minei). Non si conoscono le date di queste opere; invece i lambrì dipinti per Venaria nel 1737 e nel 1738 sono andati perduti. Stesso destino è toccato ai due modelli per tappeti ad arazzo tessuti da Antonio Dini, eseguiti dal F. che ricevette i pagamenti nel 1741 e nel 1743 (cfr. Viale, 1952, p. 141).
In quegli stessi anni il F. fu attivo a Stupinigi: tra il 1737 e il 1741-42 decorò alcuni ambienti degli appartamenti del re e della regina, tutti caratterizzati da un'accesa policromia. Nei due gabinetti di toeletta dipinse la volta, i lambrì, i pannelli delle imposte e il paracamino (solo in quello del re); nelle camere da letto eseguì soltanto la decorazione delle porte, dei lambrì e delle ante per le finestre.
Del F. non si hanno più notizie dal 1753, anno in cui è documentato l'ultimo pagamento per decorazioni di carrozze (Schede Vesme, II, p. 457).
Fu probabilmente figlio del F. Michelangelo, ricordato nelle Schede Vesme (ibid.) come pittore di carrozze per la corte dal 1755 al 1765 e dal 1771 al 1773. È inoltre citato nei conti dei pagamenti per Stupinigi dell'anno 1770: a lui e a Gaetano Perego vennero ordinati "abbozzetti" con architetture e ghirlande fiorite per la cosiddetta camera della cappella (Gabrielli, 1966, pp. 63 ss.).
Il F. ebbe forse un altro figlio, Ludovico, che dai conti della Real Casa nel 1776 risulta pittore di carrozze (Schede Vesme, II, p. 457). Figlio di Michelangelo o Ludovico fu Bernardo, nato nel 1770 e residente nel 1796 a Torino, padre di quattro figli (ibid., p. 456).
Fonti e Bibl.: C. Rovere, Descriz. del reale palazzo di Torino, Torino 1858, pp. 45, 73 n. 76, 195 n. 35; A. Telluccini, Le decorazioni della già reale palazzina di caccia di Stupinigi, Torino 1924, p. 10, tavv. 25 s.; A. Midana, L'arte del legno in Piemonte nel Seicento e nel Settecento, Torino 1925, tavv. 27, 36, 54 s., 56 s.; M. Viale, Arazzi, in M. Viale-V. Viale, Arazzi e tappeti antichi, Torino 1952, pp. 128, 141; M. Bernardi, La palazzina di caccia di Stupinigi, Torino 1958, p. 68; Schede Vesme, I, Torino 1963, p. 33; II, ibid. 1966, pp. 456 s.; Museo dell'arredamento. Stupinigi. La palazzina di caccia, (catal.), a cura di N. Gabrielli, Torino 1966, pp. 32 s., 35, 89, gi, tavv. 15, 20; L. Mallè, Stupinigi..., Torino 1968, pp. 29, 130, 134, 136, 140-43, 152, 169, 170 s., 178-81, 455 s.; F. Dalmasso, Per una revisione del castello di Rivoli, in Boll. d'arte, I (1973), p. 47; A. Griseri, La palazzina di Stupinigi, Novara 1982, pp. 60-64, 66; G. Gritella, Rivoli. Genesi di una residenza sabauda, Modena 1986, pp. 148, 163, 172; A. Griseri, Un inventario per l'esotismo. Villa della regina 1755, Torino 1988, pp. XXXIV s., XLVIII e passim, figg. 24, 32, 33; Id., in La pittura in Italia, Il Settecento, Milano 1990, I, pp. 37, 40 s.; II, p. 712.