CANTAGALLINA, Giovanni Francesco
Figlio di Giovanni Maria, nobile di Borgo Sansepolcro di origini perugine, nacque quasi sicuramente in quella città intorno al 1580 (Pini-Milanesi). Fu allievo, con i fratelli Antonio e Remigio, di Giulio Parigi, che aveva aperto a Firenze una scuola di meccanica, prospettiva, architettura civile e militare, dove insegnava anche un "nuovo modo di toccare di penna vaghissimi paesi" (Baldinucci): tuttavia finora nessun disegno di questo tipo si può riferire con certezza al C. tra i numerosi che sono attribuiti a Remigio e alla sua scuola. L'attività del C. fu assorbita quasi completamente, per quello che si ricava dalle fonti, dalla professione di ingegnere civile e militare, svolta soprattutto in Toscana al servizio dei Medici, ma anche fuori d'Italia. A Livorno ebbe gran parte nelle costruzioni proseguite da Cosimo II de' Medici per l'attrezzatura del porto, del quale gli spetta la costruzione del molo della Sassaia (1617). Ideò inoltre la via d'acqua tra il lazzaretto di S. Rocco e le Fornaci, e la diga alla Torretta sul fosso detto de' Navicelli che collegava Pisa e Livorno. Negli anni 1619-1620 il C. lavorò anche a Seravezza, a Montignoso, a Pietrasanta e a Grosseto conducendo soprattutto restauri e riparazioni di edifici pubblici. Nel 1621 fu inviato nei Paesi Bassi come ingegnere al seguito del marchese Ambrogio Spinola ed ebbe parte nelle fortificazioni erette durante l'assedio di Breda (lettera del 10 luglio 1627). Verso la fine del 1627 era di nuovo a Firenze, e fu nominato da Ferdinando II ingegnere principale delle fortificazioni del porto di Livorno, dove fu soprattutto attivo fino alla morte.
Di questi anni sono la costruzione del lazzaretto di S. Iacopo (1643) e il disegno dell'altar maggiore della chiesa degli agostiniani (Pini-Milanesi). Secondo il Piombanti, vari altri progetti per Livorno sono da riferire al C. (ampliamento dell'arciconfraternita della Misericordia; ingrandimento dell'oratorio di S. Giovanni Battista; trasformazione della chiesa di S. Sebastiano).
Nel 1643-44, durante la guerra di Castro, il C. terminò le fortificazioni di Borgo Sansepolcro iniziate da Baccio del Bianco.
Morì a Borgo Sansepolcro poco dopo il 1646 (Pini-Milanesi).
Nel palazzo comunale di Borgo Sansepolcro si conserva il ritratto del C. a figura intera e in armatura (Ricci).
Fonti e Bibl.: F. Marescalchi, Tre lettere inedite di G. F. C…, Firenze 1874; C. Pini-G. Milanesi, La scrittura di artisti italiani..., Firenze 1876, III, p. 271; F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno..., a cura di D. M. Manni, XIII, Firenze 1772, p. 35; R. Galluzzi, Istoria del Granducato di Toscana sotto il governo di Casa Medici, Livorno 1731, V, p. 186; G. Mancini, Mem. di alcuni artefici... in Città di Castello..., II, Perugia 1832, p. 277 nota; G. Piombanti, Guida... di Livorno, Livorno 1873, pp. 49, 181, 244, 314; Arch. di Stato di Firenze, Arch. di Gabinetto, n. 669: G. Vivoli [sec. XIX], Guida di Livorno antico e moderno... (cfr. edizione [parziale], Livorno 1956, p. 57); I. Ricci, Uomini ill. di Sansepolcro, Sansepolcro 1946, pp. 29 s.; G. Nudi, Storia urbanistica di Livorno..., Venezia 1959, pp. 64, 116; G. Guarnieri, Livorno medicea, Livorno 1970, pp. 130 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, pp. 522 s. (come data di morte dà il 1656 confondendo il C. con il fratello Remigio); Enc. Ital., VIII, p. 771.