CANALE, Giovanni Francesco
Nacque a Ferrara da Girolamo, intorno al 1450. Seguì poi gli studi giuridici nell'università, dove ottenne il dottorato in diritto civile nel marzo 1476. L'anno dopo, in aprile, promotore Gian Maria Riminaldi, conseguì anche la laurea in diritto canonico, che gli fu conferita solennemente con tutte le cerimonie pubbliche in uso. Il dottorato gli aprì ben presto le porte della società più in vista a Ferrara e della stessa corte, tanto che nel febbraio 1478, "in presenza de segnori e molti zintilhomini", egli poteva scambiare promessa di matrimonio con una Silvia, damigella napoletana del seguito di Eleonora d'Aragona.
Le nozze seguirono nel novembre del 1479, con gran corteggio di nobili e con l'intervento della stessa Eleonora, che visitò la casa del C. e vi si trattenne per il ballo e la cena.
Frattanto, dal settembre 1478, il C. "prinzipiò a lezere" nello Studio, all'inizio su una cattedra di diritto canonico, ma poco dopo su una cattedra civilistica. Accrescendosi il suo prestigio personale, a Ferrara veniva indicato come giureconsulto "famosissimo". Nel 1488 scrisse anche un consilium per Pandolfo Collenuccio, in occasione della grave lite che questi dové affrontare a Pesaro e che gli costò la prigione e la partenza dalla città. Nello stesso anno il C. compariva ancora come ospite di riguardo in varie cerimonie a Ferrara, dove ormai apparteneva al numero delle persone di rango.
Dal 1496 scompaiono le sue tracce dallo Studio, dove però riappare nel 1500 come promotore in diritto canonico, forse in qualità di dottore non leggente, membro del Collegio dei dottori, o perché aveva sostituito il canonista Sighinolfo Finolo, partito da poco. Frattanto, a partire da un anno imprecisato, era stato elevato alla dignità di consultore ducale. Rivestiva appunto tale ufficio, quando ebbe da Ercole d'Este alcuni importanti incarichi come ambasciatore, una prima volta partecipando, nell'aprile del 1502, alle difficili trattative per la fissazione dei confini con Venezia, che pretendeva "pigliare tutto il Po infin a Crespino"; una seconda nel giugno dello stesso anno, per prendere possesso di Pieve e Cento, donate dal papa Alessandro VI agli Este, in occasione del matrimonio di Lucrezia Borgia con Alfonso.
Il Borsetti ricorda ancora una sua ambasceria a Mantova, durante uno degli incontri promossi da Giulio II fra i principi italiani per preparare la lega di Cambrai. In realtà potrebbe più facilmente trattarsi d'una delle frequenti ambascerie intercorse con Mantova nel 1505 per affari minori. Morì il 2 maggio 1505 a Venezia, ove era stato inviato per trattative con la Signoria da Alfonso II. Fu sepolto a Ferrara, in S. Andrea.
Della sua attività di giurista rimane solo un consilium nella raccolta di Gian Maria e Iacopino Riminaldi (Consiliorum volumen IV, Venetiis 1579, n. 715) ed uno fra i Consiliorum ad causas criminales riuniti da G. B. Ziletti (Venetiis 1571, II, n. 19).
Fonti e Bibl.: Diario ferrarese dall'anno 1409 sino al 1502di autori incerti, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XXIV, 7, a cura di G. Pardi, p. 286; Diario ferrarese di Bernardino Zambotti (a. 1476-1504), ibid., a cura di G. Pardi, Appendice, pp. 27, 32, 45, 56, 69, 199 s., 339; M. A. Guarini, Comp. histor. delle chiese, ... e diocesi di Ferrara, Ferrara 1621, p. 368; F. Borsetti, Historia almi Ferrariae Gymnasii, Ferrariae 1735, II, p. 74; A. Saviotti, Pandolfo Collenuccio umanista pesarese del sec. XV, in Annali della Scuola normale superiore di Pisa, IX (1888), p. 79; G. Secco Suardo, Lo Studio di Ferrara a tutto il sec. XV, in Atti della Dep. ferrarese di storia patria, VI (1894), p. 130; G. Pardi, Titoli dottorali conferiti dallo Studio di Ferrara nei secoli XV e XVI, Lucca 1900, pp. 64-67, 73, 77, 99, 107; Id., Lo Studio di Ferrara nei secoli XV e XVI, Ferrara 1903, p. 108.