FORTEGUERRI, Giovanni
Appartenne all'illustre famiglia pistoiese che tanti letterati diede all'Italia, e visse dal 1508 al 1582. Dottore in leggi, tenne per qualche tempo il governo della sua città, a nome del duca Cosimo de' Medici, col titolo di cancelliere. Maturo d'anni e d'esperienza, e propriamente tra il 1556 e il '62, compose, per liberarsi dall'ozio, le Novelle, undici in tutto che dedicò a don Francesco de' Medici.
Lo scrittore immagina che, nell'agosto del 1556, venissero a trovarlo in villa cinque innamorati giovani e cinque leggiadre fanciulle, e che dopo il desinare si raccontasse nel giardino qualche dilettevole novelletta, per ingannare il sonno. Le novelle sono molto oscene, nonostante i propositi religiosi e morali enunciati nelle premesse e nei commenti, forse per evitare noie da parte dell'autorità ecclesiastica e politica. Nel libro, rimasto inedito per circa tre secoli, il novellatore, seguendo l'esempio del Cornazano e del Fabrizi, intese spiegare in ciascuna novella l'origine d'un proverbio popolare, traendo i materiali delle sue narrazioni in parte dalla novellistica anteriore e in parte maggiore dalla tradizione orale. Ma egli è un mediocre espositore, e il suo periodare è disordinato, ingarbugliato, contorto. Riesce passabilmente nel genere comico, allorché, lasciati da parte gl'intenti morali, scherza e ride dietro ai suoi personaggi, in un linguaggio semplice e spigliato di buon sapore paesano. Le Novelle edite e inedite furono pubblicate da V. Lami (Bologna 1882).
Bibl.: M. Lupo Gentile, Intorno a un ragguaglio di Giovanni Forteguerri, in Bullettino storico pistoiese, VII, p. 1; L. di Francia, Novellistica, I, Milano 1924, pp. 644-48.