FETTI, Giovanni
Figlio di Francesco, fu attivo come scultore a Firenze tra il 1355 e il 1386, anno in cui fu costretto ad interrompere l'esecuzione di due statue delle Virtù, per la loggia dei Priori (più comunemente detta loggia della Signoria) a Firenze "propter ipsius senectutem". Sebbene non si conoscano gli estremi anagrafici del F. questa indicazione fa supporre che la sua data di nascita si possa collocare intorno al 1320.
Il nome del F. nei documenti fiorentini è riportato nelle diverse forme di: Giovanni Fetto (1355), Giovanni di Fetto (1358), Iohannes vocatur Fetta (1362), Iohanni Francisci (1377), Iohanni Fetti (1377), Iohanni Fecti (1377).
Il F. è documentato come consulente ed esperto dell'Opera del duomo di Firenze per la prima volta nel 1355 e successivamente nel 1357 e nel 1358. Nel 1358 lavorò ai primi capitelli per i pilastri della navata del duomo. Nel 1359 scolpì parti delle cornici per il pulpito esterno del duomo di Prato, creato tra il 1357 e il 1360 sotto la guida di Niccolò di Cecco del Mercia, poi sostituito dall'altro di Donatello e Michelozzo. Nel 1362 realizzò una statua non identificata per l'Opera del duomo di Firenze. Dopo questa data non si hanno notizie del F. fino al 1377: tra quest'anno e il 1382 egli fu, con alcune interruzioni, uno dei due o tre "capomaestri" dell'Opera del duomo di Firenze, che in questo periodo sovrintendeva anche alla costruzione e alla decorazione della loggia dei Priori.
Il F., in particolare, era responsabile (quando i "capomaestri" erano più di uno si era soliti assegnare a ciascuno incarichi specifici) della decorazione architettonica. Tra il 1377 e il 1382 fu completata la quarta campata della navata, fu iniziata la costruzione del coro del duomo e fu eretta la loggia dei Priori; fu inoltre eseguito il rivestimento marmoreo nella terza e quarta campata e venne completata la porta dei Canonici. Per questi anni le notizie sul F. vengono soprattutto dai documenti relativi alle sue retribuzioni. Sappiamo comunque che nel 1377 era responsabile per la finestra sul lato settentrionale della terza campata, che nel 1379 egli dovette provvedere alla sistemazione di una tavola di S. Zanobi nella omonima cappella, che nel 1380 si occupò dell'installazione nel duomo dell'acquasantiera, realizzata da Jacopo di Piero Guidi.
Dopo aver lasciato nel 1382 l'incarico presso l'Opera del duomo, il F. è ricordato l'anno successivo, sempre come "capomaestro", nella costruzione di Orsarimichele. Nel 1384 risulta nuovamente come consulente dell'Opera del duomo e nello stesso anno, all'inizio, ebbe l'incarico di scolpire le figure monumentali della Fortezza e della Temperanza per il ciclo delle Virtù della loggia dei Priori. Questo incarico gli venne tolto nel 1386 a causa della sua età; la decisione dovette essere comunque improvvisa dato che la Fortezza stava per essere completata. Dei circa 80 fiorini che erano stati fissati per le figure delle Virtù, il F. ne ricevette 55 per la Fortezza e 10 per la Temperanza.
La Fortezza nella loggia dei Priori è considerata a ragione opera del F., mentre il suo intervento nella Temperanza sembra essere consistito solo nella realizzazione della parte superiore della veste. La figura seduta della Fortezza è fondamentale per la ricostruzione dell'attività scultorea del Fetti.
Caratteristica della Fortezza è l'armonia tra volumi e contorni; il severo drappeggio delle vesti contribuisce a mettere in risalto la plasticità della figura; la testa, sul collo perfettamente cilindrico, forma un ovale allungato, incorniciato da capelli lievemente ondulati e finemente incisi.
Stilisticamente affine alla Fortezza è la statua lignea policroma di grandezza naturale della Madonna con Bambino detta "la Bentornata" nella chiesa fiorentina di S. Lorenzo, il cui modello può essere individuato nelle sculture del tabernacolo di Orcagna nella chiesa di Orsanmichele. Il F. dovette scolpire la statua nel 1382-84 immediatamente prima del suo lavoro per le Virtù della loggia dei Priori. Analogie esistono anche tra la Fortezza e la "Bentornata" da un lato e le figure a rilievo della cornice della porta dei Canonici del duomo, la più importante opera fiorentina del Fetti.
La porta dei Canonici si trova all'estremità orientale del lato meridionale della navata del duomo. Le cornici della porta, lo sguincio e gli archivolti sono concepiti in funzione della decorazione scultorea, ma di tale decorazione non si può individuare il programma. Nel 1378 il portale doveva essere terminato, dal momento che per lo stesso anno è documentata la statua, opera di Zanobi di Bartolo, dell'Arcangelo Michele soprail portale, e si deve ritenere che le due statue laterali di Profeti, ugualmente opera di Zanobi di Bartolo, accompagnassero già allora quella dell'arcangelo. A possibile peraltro che il portale in un primo momento fosse stato progettato ed eretto senza frontone e che le statue si trovassero sopra l'archivolto. Il frontone in tal caso sarebbe stato scolpito intorno al 1380 dallo stesso Fetti. L'architrave del portale si ruppe nel 1397 o poco prima forse in seguito alla caduta di un blocco di marino, cosicché nel 1397-98 Lorenzo di Giovanni d'Ambrogio e Piero di Giovanni Tedesco dovettero sostituire la parte centrale e quella di destra; un frammento del pezzo centrale originario è oggi visibile nel muro di una casa in via de' Bardi (tra il n. 42 e il n. 44).
Mentre le cornici dei due portali più antichi in corrispondenza della seconda campata della navata del duomo, la porta del campanile nel lato meridionale e la porta dei Cornacchini in quello settentrionale, sono caratterizzate da una decorazione marmorea bidimensionale, con l'architettura del portale del F. si diffuse a Firenze una nuova concezione decorativa, basata interamente sulla scultura. Tale concezione si riallaccia al tabemacolo della Vergine di Andrea Orcagna in Orsanmichele (1352-60) e alla loggia del Bigallo di Alberto Arnoldi (1352-59), nonché alle due arcate con ornamentazione a traforo di Simone Talenti (1367-68) in Orsanmichele. Come conseguenza del compietamento della porta dei Canonici, il F. dovette verosimilmente modificare nel 1380-82 le cornici dei due più antichi portali con l'aggiunta di elementi architettoffici predisposti ad accogliere sculture.
Un Giovanni di Francesco da Firenze ha firmato la cappella Dragomanni (o Dragondelli) nella chiesa di S. Domenico ad Arezzo: "hoc op[us] fecit magist[er] Ioh[anne]s fi[lius] magistri Francisci de Florentia".
Il tabernacolo dell'altare della cappella, che è una evidente monumentalizzazione della paia Strozzi di Orcagna (1354-57), esprime fedelmente l'idea di decorazione scultorea del F., ed è quindi possibile identificare con il F. l'artista che ha firmato la cappella Dragomanni. Anche le statue di Cristo e di Gabriele e Maria dell'Annunciazione dellacappella Dragomanni sono stilisticamente affini alla "Bentornata" e alla Fortezza dellaloggia dei Priori. Una statua della Sapienza nel Museo nazionale di Firenze (inv. n. 191), di cui Venturi aveva già indicato le analogie con le statue della cappella Dragomanni ed aveva attribuito a Betto di Francesco da Firenze, va riferita al Fetti.
Con il "Iohannes Francisci de Florentia" della cappella Dragomanni èstato identificato "Iohannes Francisci de Aretis", che lavorò insieme con "Betto Francisci de Florentia" nel 1369 all'altare maggiore marmoreo posto sull'uma di S. Donato nel duomo di Arezzo (cfr. Del Vita, 1911). Nel 1375 sono testimoniati altri lavori dello stesso Iohannes all'altare maggiore.
I numerosi rilievi e statuette che decorano l'altare maggiore nel duomo di Arezzo non sono ancora stati studiati in modo approfondito. È noto che all'opera lavorarono diversi scultori, ma non ne sono ancora stati precisati i rispettivi interventi. Allo stato attuale della ricerca non è perciò possibile stabilire se un gruppo di rilievi e di statuette presenti i caratteri delle sculture del F.: di lui si può solo dire che dovette prendere parte ai lavori dell'altare maggiore nel duomo di Arezzo. L'attività del F. ad Arezzo può essere datata tra il 1362 e il 1377, anni in cui egli non è ricordato nei documenti fiorentini.
Fonti e Bibl.: F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua [1681],a cura di F. Ranalli, I, Firenze 1845, p. 289;G. Milanesi, in G. Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, ... [1568],a cura di G. Milanesi, I, Firenze 1878, p. 311; A. Pasqui - U. Pasqui, La cattedrale aretina e i suoi monumenti, Arezzo 1880, pp. 51-65; C. Frey, Die loggia dei Lanzi zu Florenz, Berlin 1885, pp. 265-75, 301-307; C. Guasti, S. Maria del Fiore, Firenze 1887, pp. CI, CXI s., 82, 101, 120, 275, 279, 282, 289 s., 298, 301-305, 317, 322 s., 328, 330 s., 336, 352, 355; Id., Il pergamo di Donatello pel duomo di Prato, Firenze 1887, p. 11; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IV, La scultura del Trecento, Milano 1906, pp. 402, 687-699, 711-715; G. Poggi, Il duomo di Firenze, I, Berlin 1909, pp. XX s.; K. Rathe, Der figurale Schmuck der alten Domfassade in Florenz, Wien 1910, p. 104 n. 2; A. Del Vita, L'altar maggiore del duomo di Arezzo, in Rassegna d'arte, XI (1911), pp. 127-40; Id., Il duomo di Arezzo, Milano 1914, pp. 26-40; U. Pasqui-U. Viviani, Guida illustrata storica, artistica e commerciale di Arezzo e dintorni, Arezzo 1925, pp. 86, 146 s.; M. Salmi, S. Domenico e S. Francesco di Arezzo, Roma 1951, pp. 10 s.; P. Toesca, IlTrecento, Torino 1951, pp. 348, 350; A. Del Vita, Guida di Arezzo, Arezzo 1953, pp. 62 s.; G. Marchini, Iltesoro del duomo di Prato, Milano 1963, pp. 64, 99; M. Wundram, Jacopo di Piero Guidi, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XIII(1968), pp. 203, 206; G. Kreytenberg, G. F. und die porta dei Canonici des Florentiner Domes, ibid., XX(1976), pp. 127-158; Id., G. F. - Bauleiter an Orsanmichele. Ein Nachtrag, ibid., XX (1976), p. 414; A. Tafi, Arezzo. Guida storico artistica, Arezzo 1978, pp. 89, 238-240; G. Kreytenberg, Contributo all'opera di Jacopo di Piero Guidi, in Prospettiva, 1979, n. 16, pp. 36 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, pp. 509 s.; cfr. anche ibid., XIV, pp.118 s. (ad voces Giovanni di Francesco d'Arezzo e Giovanni di Francesco da Firenze).