FELICETTI, Giovanni
Nato da Giovanni Domenico, di Someda (frazione di Moena, in provincia di Trento), fu battezzato a Moena il'26 febbr. 1677; della madre conosciamo solo il nome, Cristina. Non è perciò originario di Predazzo, come si è sempre tramandato sin dalle più antiche testimonianze, fino al contributo di N. Rasmo del 1953, che pubblicò importanti fonti circa la sua vita dissipando erronee interpretazioni. In questo studio veniva inoltre corretta un'altra informazione che tradizionalmente lo voleva trasferito a Bologna come allievo di C. Cignani e lì rimasto fino alla morte, indicata nel 1727.
Il F. invece morì nel 1719 a Moena, come attestato dal registro dei morti del locale archivio parrocchiale, e tutte le notizie circa la sua attività ne indicano una presenza quasi costante nella sua terra d'origine dal 1700 fino all'anno del decesso. Il viaggio bolognese rimane quindi, in assenza di conferme documentarie, esclusivamente un'ipotesi legata soprattutto a considerazioni di carattere stilistico e iconografico della sua opera, che rivela evidenti reminiscenze della pittura emiliana del XVII secolo. Anche il costante riferimento al Cignani non trova alcun riscontro nella documentazione e nella pur ricca letteratura coeva riguardante il pittore bolognese e la sua scuola.
La più antica notizia circa il F. è quella offerta dai registri di conto della parrocchiale di Vigo di Fassa del 1700 per l'esecuzione di un "quadro del gonfalone della pieve", a cui seguì nel 1702 un altro Pagamento, attestato dalla medesima fonte, per un antependio dipinto, riscosso però dal padre (cfr. Rasmo, 1953). Quest'ultimo particolare aveva fatto supporre al Rasmo che il viaggio bolognese potesse collocarsi in questi anni, ma si può anche notare che un tale itinerario di formazione avrebbe potuto ben svolgersi nel periodo precedente a queste prime opere eseguite all'età già di ventitré anni e ugualmente non documentato. I dipinti di Vigo risultano però attualmente dispersi, né si può tenere in considerazione il gonfalone custodito nella vicina Canazei, attribuito a un certo G. Felicetti, in quanto la fattura ottocentesca rivela chiaramente la presenza di un omonimo del XIX secolo.
Nel 1706-07 il F. riceveva 30 fiorini per l'affrescatura di un tabernacolo, oggi scomparso, nella chiesa parrocchiale di Predazzo (Rasmo, 1953); questa commissione dovette probabilmente precedere quella più importante della pala d'altare della cappella dell'antica Regola feudale, da poco eretta presso la medesima chiesa. Quest'opera, raffigurante la Crocefissione con s. Giovanni Evangelista e s. Maria Maddalena e attualmente custodita presso la casa di riposo S. Gaetano, fu pagata nel 1709-10 su stima del pittore flemmese Giovanni Alberti (ibid.): è l'unica opera certa e rivela un artista di qualità, fortemente influenzato dai modelli di Guido Reni.
Nel 1713 il F. eseguiva la pala dell'altare maggiore, Madonna con Bambino e santi, per la chiesa di S. Martino a Vervò in Val di Non dove, secondo le testimonianze archivistiche riportate da Weber (1977), operò anche nella località di Cis, tra il 1715 e il 1719, eseguendo diversi lavori per la locale chiesa (tra questi è menzionato un quadro con S. Giorgio).
Anche se numerose opere prodotte in area moenese nei primi decenni del XVIII secolo presentano motivi della pittura bolognese, risulta ancora difficile ampliare il catalogo del Felicetti. Vanno comunque ricordati la pala del Carmine nella chiesa di S. Vigilio a Moena, con la Madonna dello scapolare con i ss. Domenico e Caterina e le anime del purgatorio, eseguita probabilmente dal F. in collaborazione con l'allievo Gabrielli nel secondo decennio del 1700, nonché due dipinti custoditi nella canonica e nella sacrestia della medesima chiesa raffiguranti Cristo inchiodato alla croce e un Crocefisso. Sono invece oramai da ritenersi opere del Gabrielli la pala del Carmine della parrocchiale di Tesero e la paletta della chiesa dell'Addolorata di Moena con una Deposizione.
Fonti e Bibl.: Moena, Arch. parrocchiale: Libro dei battezzati, 1677; Libro dei morti, 1719; Trento, Bibl. comunale, ms. 1207: F. Bartoli, Le pitture, le sculture e architetture che adornano le chiese e altri pubblici luoghi della città di Trento, 1780, c.n.n.; Trento, Regione-Trentino-Alto Adige, Assess. della cultura, Arch. del catalogo, Canazei, Moena, Predazzo;J. A. Von Riccabona, Nachrichten von einigen bildenden Künstlern die geborene Fleimser waren, in Sammler für Geschichte und Statistik von Tirol, III, Innsbruck 1808, p. 128; J. von Lemmen, Tirolisches Künstlerlexikon, Innsbruck 1830, p. 50; G. K. Nagler, Neues allgemeines Künstler-Lexikon, IV, München 1836, p. 485; F. Ambrosi, Scrittori ed artisti trentini (1894), Bologna 1972, p. 63; R. Rasmo, Pittori e scultori di Fiemme nei sec. XVII e XVIII, Trento 1914, p. 25; G. De Carli, Il Trentino nell'arte, in Trentino, VI (1930), 8, p. 288; S. Weber, Le chiese della Val di Non, III, Trento 193 8, p. 112; N. Rasmo, Pittori di Fiemme, in Le Tre Venezie, XV (1940), 11-12, p. 53; Id., Artisti a Predazzo nel XVII e XVIII sec., in Cultura atesina, VII (1953), pp. 51 s., 63, 75; A. Gorfer, Le valli del Trentino, I, Trento 1975, p. 665; S. Weber, Artisti trentini, Calliano 1977, p. 141; N. Rasmo, Gli aspetti artistici in Trentino e Alto-Adige, Milano 1979, p. 439; Id., Storia dell'arte nel Trentino, Trento 1983, pp. 314, 316; A. Gorfer, Le valli del Trentino, II, Trento 1989, p. 609; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 368; A. Bénézit, Dict. des peintres..., IV, Paris 1976, p. 311.