BIDERI (Bidera), Giovanni Emanuele
Di origine albanese, nacque a Palazzo Adriano (Palermo) il 4 ott. 1784 da umili genitori. Nel 1799 fu inviato in seminario, a Palermo, donde fuggì, a diciotto anni, per frequentare la facoltà di legge presso l'università di Napoli; assillato dai debiti, ritornò in Sicilia dove mise a frutto il suo non comune ingegno facendo l'attore e il capocomico, e dando qualche prova come scenografo. In questi anni ha anche inizio la sua produzione come autore drammatico.
Il B. fece pubblicare il dramma La divisione de' beni, in 5 atti, d'ambiente borghese; le commedie I dilettanti comici de' piccoli paesi, in 5 atti, dove è messa a frutto la sua esperienza personale, Il castello del principe, in 4 atti,La tragicomania, in 4 atti, edita a Napoli nel 1827; le tragedie Alessandro re de' Molossi a Pandosia, in 5 atti in versi,I sibariti, pure in 5 atti in versi, seguita da Pochi pensieri sulla tragedia "I sibariti"; ildramma Corinna al Campidoglio, in 5 atti, edito a Napoli nel 1827, che lo stesso autore dichiara rappresentato da C. Tessari, con esito felice, al Teatro dei Fiorentini di Napoli, e derivato da Corinne ou l'Italie di Madame de Stäel: sono tutti lavori di modesto respiro.
Nel 1828-29 uscì a Napoli la prima opera importante del B.,L'arte di declamare ridotta a principii per uso del foro,del pergamo,e del teatro, in due volumi, che precedette di quattro anni le Lezioni di declamazione ed arte teatrale di A. Morrocchesi; come queste, essa risulta improntata ad un freddo decoro neoclassico: V. Monti, e soprattutto V. Alfieri, vi sono considerati modelli di stile, e una interessante esemplificazione è profusa nell'ultima parte del secondo volume. A Napoli il B. aveva di nuovo trovato un ambiente congeniale; dai suoi incontri con i soci del circolo musicale dei Trascendentali e dal consiglio di F. Romani fu invogliato alla poesia melodrammatica: a G. Donizetti fornì due libretti,Gemma di Vergy, in 2 atti, ricavato dalla tragedia in versi Charles VII chez ses grands vassaux di A. Dumas padre, messo in scena al Teatro alla Scala di Milano il 26 dic. 1834, e Marino Faliero, in 3 atti, ricavato dal dramma omonimo di G. G. Byron, rappresentato al Théâtre Italien di Parigi il 12 marzo 1835 (la Miragoli afferma che questa è opera priva di originalità, ma dalla poesia corretta e decorosa).
Divenuto librettista del Teatro S. Carlo, il B. collaborò, tra gli altri, con C. Coccia, G. Lillo e G. Balducci, per i quali scrisse rispettivamente Marfa (1835), Odda di Bernaver (1837)e Bianca Turenga (1838). Altri due libretti fornì ad E. Petrella, I pirati spagnuoli, e Le miniere di Freinbergh (rappresentati al Teatro Nuovo di Napoli il 13 maggio 1838e il 16 febbr. 1839).
Il B., che nel 1837 aveva pubblicato a Napoli gli opuscoli documentari I 120 giorni del 1837 ossia il riprodotto colera in Napoli e Gli ultimi novanta giorni del colera in Napoli, si era frattanto affermato nell'ambiente giornalistico partenopeo, come descrittore vivace della pittoresca vita quotidiana della città adottiva. Questa produzione sparsa ebbe poi la sua summa nella Passeggiata per Napoli e contorni. Usi e costumi, edita a Napoli nel 1844, la sua opera migliore, che costituisce un documento di grande interesse per lo studio del folclore napoletano dell'Ottocento.
Dopo il 1848 il B. si ritirò a Palermo, dove fondò una scuola di recitazione e si dedicò a ricerche di filosofia e linguistica.
Studioso di Pitagora, cercò di sintetizzare il suo credo filosofico nella Triade (rist. a Napoli dal nipote Ferdinando nel 1877), contenente i Rapporti intorno alla Triade pitagorica e alla Trimurti indiana,Timeo di Locri con un'Avvertenza sullo schipto-albanese, che dichiara sua lingua nativa, e quattro Dialoghi fra Timeo e Platone. La Miragoli ricorda un bizzarro trattato scritto dal B. negli ultimi anni,Euritmia drammatico-musicale dichiarata per le leggi fisiche della caduta dei gravi del quadrato della distanza,lettere di E. B. a madamigella Sofia, e M. Marcello un romanzo fantastico, incompiuto,Storia ideale di 40 secoli, preannunciato nell'appendice alla Passeggiata come Racconti storici di quaranta secoli del pelasgo Matn-Eer.
Il B. morì a Palermo l'8 apr. 1858.
Oltre alle opere citate si ricordano: Le due epoche ossia l'astuccio d'oro, melodramma semiserio in 2 atti, Napoli 1839; Ricciarda, tragedia lirica, Napoli 1839; Elena Castriota, tragedia lirica in 3atti, per la musica di A. Butera, Milano s.d.; Le nozze di Messina, tragedia lirica in 4atti, per la musica di F. Chiaromonte, Milano s. d.; I pirati, dramma eroicomico in 2 atti, per la musica di O. Aspri Cenci Bolognetti, Roma 1843; La saracena, tragedia lirica in 3atti, per la musica di A. Butera, Milano 1854; Teatro edito ed inedito, Napoli 1854(contiene, oltre ai lavori già citati, le tragedie Il giorno di Pesto, in 5atti in versi, e Alarico primo re de' Visigoti, pure in 5atti in versi, e la commedia I trovatori fanatici, in 4atti).
Fonti e Bibl.: G. E. Bidera,Corinna al Campidoglio, Napoli 1827, pp. 69 s.; Id.,Passeggiata per Napoli e contorni…, Napoli 1857, pp. 4, 23, 261; M. Marcello, necrologio, in Gazzetta mus. di Milano, 9 maggio 1858, pp. 149 s.; L. Miragoli,Il melodramma ital. nell'Ottocento, Roma 1924. pp. 156-157; G. Mazzoni,L'Ottocento, Milano 1949, p. 836; E. Cione,Napoli romantica 1830-1848, Napoli 1957, pp. 298, 303, 317; Encicl. d. Spett., II, col. 485; Encicl. d. musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 260.