EMANUEL, Giovanni
Attore, nato a Marano sul Po (Casale) l'11 febbraio 1848, morto a Torino il 13 agosto 1902. Entrò nel 1866, come secondo brillante, nella compagnia Bellotti-Bon. L'anno dopo passò con Coltellini come amoroso; in seguito si affermò primo attore di singolari doti nel Duello di Paolo Ferrari. Divenuto primo attore con Alessandro Salvini, poi con Peracchi, interpretò i Masnadieri e il Don Carlos, accanto a Laura Bon. Il suo repertorio si estendeva dalla tragedia alla commedia brillante. Nel 1870-71 divenne capocomico. Una cultura letteraria, acquistata con pertinacia, faceva di lui un eccellente direttore, animatore d'accurati quadri scenici, e maestro d'allievi presto saliti in gran fama, tra cui Eleonora Duse. Un'altra affermazione l'E. ottenne con l'Assommoir di Zola, creando un Coupeau di terribile evidenza, la cui "verità" egli aveva studiato all'ospedale, da attore realista, come il tempo voleva. Ma la grande passione dell'E. fu Shakespeare, allora poco rappresentato in Italia: rappresentò Amleto, con qualche riduzione, ottenendo un successo completo; più tardi Otello, da lui stesso tradotto, Re Lear e il Mercante di Venezia ebbero uguale esito. Col testo di altri autori fu assai meno rispettoso: ridusse in tre atti Mercadet del Balzac: in due, I due Sergenti, Il bastardo, ecc. Rimise in scena il Matrimonio di Figaro, conservando quasi tutti i couplets. Tentò la tragedia con Oreste, e con due atti dell'Adelchi del Manzoni. Per molti anni vinse ogni confronto nell'Arduino d'Ivrea del Morelli, nell'Alcibiade del Cavallotti, ecc. Tra le prime attrici da lui educate all'arte, ricordiamo Cesarina Ruta, Carolina Civili, Elvira Pasquali, Graziosa Glech, Virginia Reiter, ecc.; tra gli attori, Ermete Zacconi.
L'E. fu il solo fra i capocomici del suo tempo che giungesse a far recitare alcune commedie senza suggeritore; fu scrupoloso nella fedele riproduzione dell'ambiente e dei personaggi. Per un breve periodo l'E. ebbe come socia Virginia Marini; ma i due temperamenti artistici erano troppo diversi. Il nome dell'E. rimane fra quelli dei massimi attori dell'Ottocento; ma, mentre la maggior parte degli altri dovette il successo specialmente a qualità istintive e di facile genialità, l'E. s'impose soprattutto per virtù di metodo, di cultura e d'intelligenza.