CAMBIASO, Giovanni e Luca
Giovanni nacque presso Genova nel 1495. È incerto l'anno di sua morte; allievo di A. Semino imitò il Pordenone e il Vaga, che in quel tempo decorava il palazzo di Andrea d'Oria a Fassolo. Nella chiesa di Breccanecca (Chiavari) si conserva l'unica opera che si conosca di lui, firmata.
Luca, detto Luchetto, figlio del precedente, pittore e scultore, nacque a Moneglia nel 1527, morì a Madrid nel 1585. Educato dal padre, dapprima copiò grandi maestri dell'Italia settentrionale e aiutò il padre nelle decorazioni murali, acquistando perizia e sicurezza sorprendenti. Il chiaroscuro dei Lombardi e il colorire dei Veneziani contribuirono a formare la personalità artistica di Luca che nel suo sviluppo assunse caratteri originali. Egli, in comunione d'intenti e di opere con l'Alessi e con G. B. Castello, si può considerare il creatore della decorazione murale genovese che ha così spiccati caratteri architettonici suoi proprî, domina a Genova tutto il suo secolo e pone le basi anche al Seicento. Valentissimo disegnatore, si distingue per la sintetica quadratura del segno. Il continuo esercizio del disegno (vi si dedicava per molte ore della notte) gli permise di usare nell'affresco la diretta improvvisazione delle composizioni, la sicurezza delle forme e dei volumi e la ferma chiusura del contorno. Sicuro della materia, a poco a poco si spogliò di ogni esuberanza lineare e cromatica per esprimere la poesia ardente e dolorosa dell'anima. La Pietà, nella chiesa di Carignano, è l'opera più espressiva del C. La sua opera di pittore è sparsa nelle chiese genovesi di S. Lorenzo, S. Francesco di Paola, S. Bartolomeo degli Armeni, nel palazzo Imperiali in Campetto, ecc. Quella di scultore si può apprezzare in una Virtù della cappella Lercari nel Duomo. Il C. fornì anche disegni ad arazzieri.
La vita di Luca fu avventurosa: la leggenda narra del suo sfortunato amore per la cognata. In realtà egli sposò la cognata e ne ebbe figli. Nel 1583 si recò in Spagna per dipingere all'Escuriale, in compagnia di Lazzaro Tavarone e del figlio Orazio, del quale poco si conosce. Ma i lavori dell'Escuriale dimostrano la rapida decadenza del maestro. (V. tavv. XCVII e XCVIII).
Bibl.: L. Ozzòla, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibl. precedente); O. Grosso, Genova nell'arte e nella storia, Genova 1914; M. Labò, L. C. in Spagna, in Gazz. di Genova, 28 febbraio 1922; Mostra centenaria di L. C. Catalogo illustrato, Genova 1927; Pesce Maineri Januensis, in Corriere mercantile, 15 ottobre 1927; G. Delogu, L. C., in Emporium, LXV (1927), pp. 312-25; O. Grosso, Genova, Genova 1927; Les dessins de L. C. et de G. F. Barbieri, dit le Guerchin. Expos. à la Gal. Sambon, Parigi 1929.