Scultore (Siena 1817 - Firenze 1882). Dopo aver studiato a Siena, si trasferì a Firenze, dove fu particolarmente toccato dall'arte di L. Bartolini. Ebbe grande successo per i suoi marmi oscillanti tra naturalismo e accademia; tra le opere più riuscite ricordiamo: Abele morente (1842, San Pietroburgo, Ermitage; replica in bronzo, Firenze, Gall. d'arte moderna); Giotto (1844; Firenze, portico degli Uffizi); Saffo abbandonata (1857; Roma, Gall. naz. d'arte moderna); Pietà (1862; Siena, Cimitero della Misericordia, tomba Bichi-Ruspoli). Ebbe pochi scolari, fra cui la figlia Amalia. Lasciò interessanti, e letterariamente pregevoli, Ricordi autobiografici (1880). Nel suo studio fiorentino sono raccolti i calchi delle sue opere.