RONCALLI (Roncali, Roncale), Giovanni Domenico
RONCALLI (Roncali, Roncale), Giovanni Domenico. – Nacque a Rovigo nel 1530 da Antonio e da Margherita Casalini; ebbe una sorella di nome Barbara.
La famiglia era originaria di Valle Imagna, nel Bergamasco, ma fu aggregata al Consiglio comunale di Rovigo nel 1545. Alla morte del padre, probabilmente avvenuta nello stesso periodo, ereditò un ingente patrimonio costituito da immobili, terreni e 2000 scudi d’oro.
Nulla sappiamo della sua formazione, con l’eccezione della frequentazione, tra il 1551 e il 1553, delle lezioni del maestro di canto Antonio da Torino, da cui trasse anche i primi rudimenti di quelle dottrine riformate che lo portarono in seguito a una convinta adesione al calvinismo.
Partecipò attivamente alla vita politica del suo tempo: nel 1554 fu inviato come ambasciatore a Venezia per celebrare l’elezione del nuovo doge Francesco Venier, che gli conferì il titolo di cavaliere di S. Marco in segno di gratitudine per l’orazione recitata in suo onore, stampata quello stesso anno a Venezia e quindi ripubblicata da Francesco Sansovino in un volume uscito nel 1562. Il 22 settembre 1555 recitò una seconda orazione, dedicata all’origine di Rovigo, in onore del podestà Lorenzo da Mula, giunto in reggimento della città. Il 12 gennaio 1559 ottenne invece un seggio nel consiglio municipale cittadino. Fu inoltre attento amministratore dei propri beni fondiari e si occupò personalmente, insieme allo zio Giovanni, delle attività economiche della famiglia, da generazioni impegnata nel commercio di panni. Tra i molti investimenti, partecipò nel 1556 al progetto di bonifica della Valle di Santa Giustina, a est di Rovigo.
Non si conosce la data in cui sposò Margherita, figlia di Gaspare Malmignati da Lendinara, che gli portò in dote 3000 scudi d’oro e dalla quale ebbe tre figli: Antonio (a cui nel 1567 Giulio Bonagiunta dedicò la raccolta di madrigali Terzo Libro del Desiderio), Giovanni e Gioconda.
In contatto con Lucrezia Gonzaga, che gli indirizzò due lettere, e ricordato da Ortensio Lando nel Dialogo [...] della consolatione et utilità che si gusta leggendo la Sacra Scrittura, è dedicatario del Vocabolario che Girolamo Ruscelli accluse all’edizione del Decameron stampata per la prima volta da Valgrisi nel 1552. Nell’agosto dell’anno successivo fondò a Rovigo l’Accademia degli Addormentati, come si ricava dall’atto di affitto, datato 30 agosto 1553, di un edificio situato in via delle Case Nuove (odierna via Mazzini). L’Accademia fu tuttavia chiusa nel 1562, durante il reggimento di Giacomo Foscarini, perché considerata centro di diffusione di ideali eretici. Molti dei suoi membri, fra i quali il notaio rodigino Domenico Mazzarello e il grammatico senese Pietro Illicino, furono infatti processati, e la stessa sorte subì probabilmente Roncalli nel 1558.
Alla fine degli anni Cinquanta, anche a causa dei sospetti del S. Uffizio, iniziò a visitare con frequenza prima Venezia e quindi Padova, dove si trasferì definitivamente in una casa presa in affitto da Zaccaria Castegnola (marito della vedova di Ruzante) presso il pozzo della Vacca (attuale via Ospedale Civile). Qui viveva già la famiglia del cognato Ottaviano Giglioli, marito della sorella Barbara, che fu poi processato per eresia nel 1564, insieme alla moglie e alla suocera. Giglioli rivelò i nomi di alcuni frequentatori di casa Roncalli, fra cui il medico e anabattista padovano Niccolò Buccella e il calvinista veneto Oddo Quarto, che ospitò spesso nella sua villa di Monselice, detta Gambarana, Roncalli, la moglie, la madre e il cognato. A Venezia Roncalli frequentò inoltre l’ambasciatore di Francia e gli eretici Francesco Emo e Ludovico Abioso. Un cavaliere proveniente da Rovigo, che gli avrebbe procurato alcuni libri proibiti, è ricordato dal domenicano Benedetto de Benedetti negli atti del processo intentatogli dal S. Uffizio nel 1552: l’identificazione con Giovanni Domenico Roncalli sembra confermata dal ruolo attribuitogli nella diffusione della propaganda ereticale da Oddo Quarto e dal notaio e accademico addormentato Cesare Aldiverti; non sembra invece possibile riconoscere Roncalli nel cavaliere da Rovigo che il calvinista vicentino Alessandro Trissino chiese di convocare come avvocato nel processo intentatogli nel 1563, perché il rodigino era già deceduto a quella data.
In una lettera dell’11 novembre 1561 Roncalli promise a Pietro Lauro di integrare la dote di una sua figlia di 10 ducati qualora la ragazza fosse andata in moglie a un giovane che avesse «cognizione della vera fede» (Seidel Menchi, 1987, p. 179). Ratificò tale impegno nel testamento vergato il 21 dicembre di quello stesso anno nella casa padovana alla presenza dell’amico notaio Cesare Aldiverti, di Gaspare Parma e di Ulisse Martinengo. Nel testamento la sua consistente eredità venne spartita tra i tre figli, posti sotto la tutela dello zio Giovanni, la madre, la moglie, la sorella e la servitù; un lascito interessò inoltre i fratelli vicentini Pellizzari, mercanti tra il Veneto e Lione ed esponenti del movimento calvinista di Vicenza.
Morì il 14 marzo 1562, a causa delle conseguenze di una tubercolosi polmonare, come si ricava da una lettera scritta dalla moglie l’11 aprile 1562.
Fonti e Bibl.: L’atto di aggregazione della famiglia Roncalli al Consiglio comunale di Rovigo si conserva presso l’Accademia dei Concordi di Rovigo, Atti del Consiglio comunale, reg. 108 C., c. 4r; negli stessi Atti, con collocazione reg. 108 (1545-55), c. 190v, si trova l’atto di affitto dell’edificio sede dell’Accademia degli Addormentati. Un codicillo di Antonio Roncalli si trova presso l’Archivio di Stato di Rovigo, Archivio Notarile, Notaio Cristoforo Guarnieri, b. 733, reg. H, cc. 63-66; ma nello stesso Archivio cfr. anche Notaio Lattanzio Lorenzi, b. 929, e Notaio Sebastiano Bonifacio, b. 164. Nell’Archivio della curia vescovile di Rovigo si conserva il fascicolo processuale della Inquisitio de heresi contra Aristotilem et Caesarem de Aldivertis sue Piceninos, da cui si viene a conoscenza della giovanile frequentazione tra Roncalli e Antonio da Torino; il documento Denuncia Bonifacio I, 1558, cc. 2r-3v, conservato presso il medesimo Archivio, informa inoltre che un «cavalier Roncali» si era presentato al S. Uffizio nel 1558 per avere copia della purgazione canonica fatta. Il testamento di Roncalli si trova presso l’Archivio di Stato di Padova, Archivio Notarile, 4825, Notaio Gaspare Villani, cc. 414r-425v. La lettera di Roncalli a Pietro Lauro si conserva come allegato presso l’Archivio segreto Vaticano, b. 21, f. Odo Quarto; nello stesso Archivio, b. 19, f. Nicolò Pellizzari, la lettera di Margherita Roncalli dell’11 aprile 1562. Il manoscritto dell’orazione in onore di Lorenzo da Mula si conserva in due copie nella Biblioteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, Concordiana mss. 12/26; il testo è stato pubblicato da Luigi Giolo in A monsignore Francesco Chilese cameriere segreto di Sua Santità nel giorno IV di ottobre MDCCCLXXXI cinquantesimo anniversario della sua prima messa, Rovigo 1881. L’Oratione del cavalliero Giovandomenico Roncale ambasciatore di Rovigo al serenissimo prencipe Veniero nella sua creatione è stampata In Vinegia, [s.n.e.], 1554; il testo è quindi ripubblicato in Delle orationi recitate a principi di Venetia nella loro creatione da gli ambasciadori di diverse città, In Venetia, Francesco Sansovino, 1562, cc. 48r-50v. Inoltre, Rovigo, Accademia dei Concordi, ms. 40, Fondo Concordiano: G. Locatelli, Genealogie delle famiglie nobili di Rovigo, pp. 700-708; ms. non catalogato: Storia della Letteraria Accademia dei Concordi scritta dal benemerito Canonico Nob. Ludovico Campo.
O. Lando, Dialogo [...] nel quale si ragiona della consolatione et utilità che si gusta leggendo la Sacra Scrittura, In Vinegia, per Comin da Trino di Monferrato, 1552, c. 20v; G. Ruscelli, Vocabolario generale di tutte le voci usate dal Boccaccio bisognose di dichiaratione, In Venetia, appresso Vincenzo Valgrisio, 1552, c. a2rv; M. Maylender, Storia delle accademie d’Italia, I, Bologna 1926, p. 66; A. Olivieri, Alessandro Trissino e il movimento calvinista vicentino del ’500, in Rivista di storia della Chiesa in Italia, XXI (1967), 1, pp. 54-117 (in partic. p. 66); A. Stella, Dall’anabattismo al socinianesimo nel Cinquecento veneto. Ricerche storiche, Padova 1967, p. 195; G. Marchi, La riforma tridentina in diocesi di Adria nel secolo XVI descritta con il sussidio di fonti inedite, Cittadella 1969, ad ind.; S. Malavasi, G. D. R. e l’Accademia degli Addormentati di Rovigo, in Archivio veneto, s. 5, 1972a, vol. 95, pp. 47-58; Ead., Intorno al testamento di G. D. R. eterodosso rodigino del Cinquecento, ibid., 1972b, vol. 97, pp. 5-9; A. Mazzetti, I Roncale. Due generazioni di mercanti a Rovigo nella prima metà del Cinquecento, in Il Palazzo Roncale di Rovigo. I Roncale nella prima metà del Cinquecento, il palazzo del Sanmicheli, l’opera di restauro, le ceramiche, a cura di A. Mazzetti et al., Trieste 1980, pp. 15-60; Id., L’ambiente culturale rodigino tra Cinque e Seicento. Le Accademie, in Luigi Groto e il suo tempo, Atti del Convegno... 1984, a cura di G. Brunello - A. Lodo, I, Rovigo 1987, pp. 79-95; S. Seidel Menchi, Erasmo in Italia 1520-1580, Torino 1987, ad ind.; R. Salmaso, Dal commercio alla rappresentazione di un nuovo «status sociale»: i Roncale a Rovigo, in Eresie, magia, società nel Polesine tra ’500 e ’600. Atti del XIII Convegno... 1987, a cura di A. Olivieri, Rovigo 1989, pp. 153-157; A. Olivieri, Riforma ed eresia a Vicenza nel Cinquecento, Roma 1992, ad ind.; F. Ambrosini, Storie di patrizi e di eresia nella Venezia del ’500, Milano 1999, ad ind.; G.F. Campo, Diario (1560-1576), a cura di S. Malavasi, Rovigo 2000, ad ind.; A. Munari, Il cavaliere rampante: rete sociale di un eterodosso rodigino a metà Cinquecento, in Girolamo Savonarola da Ferrara all’Europa, a cura di G. Fragnito - M. Miegge, Firenze 2001, pp. 505-518; S. Malavasi, Tra diavolo e acquasanta. Eretici, maghi e streghe nel Veneto del Cinque-Seicento, Rovigo 2005, ad ind.; L. Gonzaga, Lettere. Con Appendice di nuovi documenti, a cura di R. Bragantini - P. Griguolo, Rovigo 2009, CXXXI, p. 98, CCXL, p. 172; M. Bolzonella, Una famiglia, un palazzo, una città. I Roncale a Rovigo nei secoli XV-XIX, in Palazzo Roncale a Rovigo, Ginevra-Milano 2013, pp. 11-42.