BIANCHI, Giovanni Domenico
Da un rogito del 10 sett. 1611, in cui si dice di settantaquattro anni compiuti, risulterebbe che questo architetto di origine lombarda nacque intorno al 1537. Un rogito del 7 ott. 1565, che ci dà notizia della sua origine milanese (nel testamento è detto "Longobardus"), attesta per primo la presenza del B. ad Acquasparta, mentre l'anno dopo egli è qualificato architetto operante colà. Documenti, riportati come i precedenti dal Biagetti (1934), si riferiscono agli anni 1579, 1581, 1585, 1586, 1588, e lo mostrano al servizio della famiglia Cesi: per il cardinale Federico che volle l'erezione del palazzo in Acquasparta, ma ancor più per il duca Federico I, sotto cui l'opera fu portata a compimento (1579).
L'opera rivela nel B. un degno epigono del Barozzi: insieme con elementi propri dell'architettura militare troviamo la piena padronanza di tutti quei moduli che il Vignola aveva portato a maturazione.
Negli stessi anni (intorno al 1577) fu trasformato radicalmente, per volere del cardinale Pier Donato Cesi, il palazzo di Cantalupo in Sabina (oggi Camuccini), che la critica ha sempre riconosciuto assai affine al palazzo di Acquasparta, e che quindi il Biagetti attribuisce al B. pur non escludendo una possibile collaborazione di G. Guidetti, al quale aveva voluto attribuire i due palazzi il Giovannoni (Saggi sull'architettura del Rinascimento, Milano 1931, pp. 179 s.). Secondo il Biagetti (1934), sarebbe opera del B. (1582) anche la cappella Cesi nella chiesa di S. Cecilia ad Acquasparta.
Che il B. fissasse dimora per lungo tempo in Acquasparta è confermato anche dal fatto che intorno al 1588 sposò Clara Fantauzzi di Pietro Paolo da Acquasparta; e documenti del 1593 e 1594 indicano una serie di acquisti immobiliari in quella cittadina (Acquasparta, Arch. Com.,Rog. Ser Antonio Fontei, anno 1593, cc. 210, 215, 224, 226 v; anno 1594, cc. 3 v, 21 v). Nel 1588-89 il B. diresse i lavori di "risarcimento" della via Flaminia (Todi, Arch. Com., Sala VI, scansia D, vol. 47, 4 apr. 1588, e voll. 47-48, pp. 268, 269, 526).
Il Petrucci (1938) ha ininuziosamente ricostruito la laboriosa vicenda dell'erezione del tempio del Crocefisso a Todi, per cui fu bandito un concorso nel 1589 e del quale il vescovo Angelo Cesi pose la prima pietra nel 1591: ha senz'altro buon fondamento (anche documentario) l'affermazione che il B. non solo abbia partecipato al concorso del 1589, ma che nel 1592, quando furono interrotti i lavori e fu abbandonato il progetto di V. Martelli, sia stato fautore della nuova pianta a croce greca ispirata alla cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma e direttore dei lavori sino al 1594, quando fu sostituito da I. Scalza (che modificò ulteriormente la costruzione). Questo soggiorno a Todi ha fatto supporre tanto al Biagetti (1934) quanto al Petrucci che il B. possa aver posto mano al palazzo vescovile iniziato nel 1593 per volontà dello stesso vescovo Angelo Cesi. L'impossibilità di consultare l'archivio Cesi (conservato in casa Sforza Cesarini) impedisce di darne eventuale conferma documentaria.
Un documento del 1596indicherebbe un soggiorno del B. a Roma, dove ricevette pagamenti per un tabernacolo in argento per la confraternita del Sacramento di Acquasparta (Biagetti, 1939, p. 278). Secondo Sacchetti-Sassetti tre anni dopo egli avrebbe lavorato a Rieti al palazzo Vincentini (oggi prefettura), nel quale la loggia a due ordini, anche se ben più leggera, richiama la loggia dei cortili di Acquasparta e di Cantalupo; a Rieti disegnò altresì il portale del palazzo Teodonari (oggi Falconi).
Di nuovo presente in Acquasparta nel 1602 (Biagetti, 1934), l'anno dopo il nome del B. veniva consigliato ai deputati di Amelia per rifare a nuovo la Porta Romana (Acquasparta, Arch. Notarile,Amelia, f. 5, 1º apr. 1603).
Il B. morì ad Acquasparta tra il 18 ott. 1618 e il 31 agosto dell'anno successivo, come si può desumere da documenti, i quali testimoniano inoltre che lasciò interrotti al primo ordine i lavori nella chiesa della Madonna del Giglio (Biagetti, 1939, pp. 280 s.). È questa, quindi, l'ultima sua opera.
Bibl.: Quasi tutti i docc. riferentisi alla vita e all'attività del B. sono stati pubblicati da A. Biagetti: L'architetto del palazzo ducale di Acquasparta, in Boll. della R. Deputaz. di storia patria per l'Umbria, XXXI(1934), pp. 93-109, e Nuovi docc. e notizie sull'architetto del palazzo ducale d'Acquasparta, in Atti del II Convegno naz. di storia dell'architettura (Assisi 1937), Roma 1939, pp. 275-282. Lo stesso studioso ci ha fornito le altre indicazioni archivistiche. Vedi inoltre: M. Petrucci, Il tempio del SS. Crocefisso in Todi, Todi 1938, pp. 26, 50 s. e passim; U. Tarchi,L'arte del Rinascimento nell'Umbria e nella Sabina, Milano 1942, tavv. XCIII s., XCIX-CII; Id.,Appendice, Milano 1954, tavv. CXVI-CC; A. Sacchetti Sassetti Il palazzo Vincentini di Rieti e il suo architetto: Rieti 1955, pp. 9 e passim.