DI STEFANO, Giovanni
Nacque a Santa Ninfa (prov. di Trapani) il 25 febbr. 1856 da Mariano e Ippolita Perez. Allievo di G. G. Gemellaro, si laureò in scienze naturali a Palermo nel 1882, discutendo una tesi sulla "Fauna titonica di Termini Imerese". Nel 1883, divenuto assistente dello stesso Gemellaro, andò per un anno a perfezionarsi a Vienna in geologia e paleontologia con M. Neumayr ed E. Suess. Rimase poi fino al 1890 assistente di geologia e mineralogia all'università di Palermo, quindi divenne paleontologo del R. Ufficio geologico. Nel 1903 fu nominato professore di geologia nell'università di Catania e l'anno successivo passò a Palermo nella cattedra del defunto maestro.
Morì a Palermo il 3 genn. 1918.
L'opera scientifica del D. comprende più di sessanta pubblicazioni di argomento geologico e paleontologico, tre fogli della Carta geologica d'Italia alla scala 1:100.000 ed una memoria per servire alla descrizione della carta stessa. Raccogliendo i singoli lavori in gruppi omogenei, possiamo distinguere gli studi sul Triassico, Giurassico e Cretaceo siciliano, sul Terziario siciliano, sui pretesi fenomeni di carreggiamento in Sicilia; sul genere Richtofenia del Permiano di Palazzo Adriano (Palermo); sul Cretaceo e sull'Eocene d'Egitto e del deserto arabico; ai lavori strettamente specialistici si aggiunsero alcune conferenze di carattere scientifico generale.
Gli studi sul Triassico siciliano sono illustrati in monografie magistrali dal punto di vista della paleontologia stratigrafica. La geologia, insieme con la descrizione e l'illustrazione dettagliata di numerosi gruppi appartenenti ad animali fossili marini (Alghe, Brachiopodi, Lamellibranchi, Gasteropodi), consentì infatti al D. di trarre conclusioni stratigrafiche e tettoniche d'insieme, importanti non solo per la più estesa ed esatta conoscenza di quel periodo geologico in Sicilia, ma anche per la valutazione della teoria dei pretesi grandi fenomeni di carreggiamento in quelle terre. Un loro accurato studio geologico permise al D. di dimostrarne i limiti e di rettificare le ipotesi contrarie sostenute da M. Lugeon ed E. Argard dell'Accademia francese delle scienze.
Con i lavori sul Giurassico e Cretaceo siciliano il D. estese notevolmente la conoscenza della paleontologia e geologia del Giurassico superiore e della stratigrafia dei terreni cretacei siciliani; descrisse e illustrò accuratamente la fauna fossile comprendente Coralli, Gasteropodi e Cefalopodi, mentre, con numerose tavole raffiguranti sezioni cardinali di Hippuritidi, poté chiaramente evidenziare la disposizione degli elementi e le complicate strutture interne sui calcari a Caprotina di Termini Imerese. Dimostrò poi l'età cliassica del conglomerato rosso con anageniti, precedentemente attribuito al periodo Triassico o al Permiano. Nei calcari di Termini Imerese con Polyconites illustrò un orizzonte geologico prima sconosciuto in Italia.
Lo studio sul genere Richtofenia di Palazzo Adriano rappresenta un cesello di lavoro paleontologico mediante il quale il D. fece conoscere le complesse strutture di questi organismi fossili allora poco conosciuti ed attribuiti erroneamente a coralli fossili; gli studi sul Terziario siciliano contribuirono notevolmente alla conoscenza della geologia della provincia di Messina; le note sul Pliocene e sul Postpliocene di Sciacca forniscono dati paleontologici e stratigrafici relativi ai terreni di questa provincia. Della fauna di tali periodi il D. studiò anche le Lucine, ponendo in evidenza la struttura di questi bivalvi fossili e definendo il loro valore cronologico che sino a quegli anni aveva suscitato molte controversie tra i paleontologi. I lavori di questo gruppo avrebbero più tardi contribuito a intensificare lo studio sul Lepidocyclina e ad accertare la sua estensione cronologica.
In Calabria il D. studiò il Malm con i calcari ad Ellipsactinidi e gli strati con Rhynconella clesiana fino ad allora sconosciuti. Costituisce infine un contributo di grande rilievo la monografia sul Cretaceo e sull'Eocene d'Egitto e del deserto arabico, dove poté raccogliere una ricchissima collezione di fossili e di rocce che contribuirono in maniera sostanziale alla conoscenza geologica e paleontologica di quei luoghi.
Nei quattordici anni trascorsi nell'Ufficio geologico d'Italia si dedicò alla determinazione di numerose collezioni fossili e al rilevamento sul terreno per la formazione della Carta geologica d'Italia. I tre fogli pubblicati restano a documentare la sua valida opera di geologo. I suoi lavori sono sempre accurafissimi sia nelle descrizioni paleontologiche sia in quelle geologiche e rappresentano il risultato di lunghe ricerche sul terreno e di profondi e maturati studi.
Il D. era cavaliere della Corona d'Italia, socio corrispondente della R. Accademia dei Lincei, della R. Accademia delle scienze di Palermo, delle R. Accademie di Napoli e di Torino, della Accademia Gioenia di Catania; fu presidente della Società geologica italiana; fu bibliotecario e poi presidente della Società di scienze naturali ed economiche di Palermo.
Ricordiamo gli scritti più importanti: Nuovi gasteropodi titonici, in Il Naturalista siciliano, I (1882), 5, pp. 3-11, 2 tavv.; Sopra altri fossili del Titonio inferiore di Sicilia, in Giorn. di sc. nat. ed econ., XVI (1883), pp. 1-31, 3 tavv.; Studi sulla geologia dei dintorni di Taormina: gli schisti con Aptychus del Capo S. Andrea, presso Taormina, in Il Naturalista siciliano, V (1886), pp. 250-265; L'età delle rocce credute triassiche del territorio di Taormina. Parte geologica, in Giorn. di sc. nat. ed econ., III (1887), pp. 1-23, 1 tav.; Sul Lias inferiore di Taormina e dei suoi dintorni, ibid., pp. 46-184; Studi stratigrafici e paleontologici sul sistema cretaceo della Sicilia. I calcari con Caprotina di Termini Imerese, in Atti d. R. Acc. di sc., lett. e belle arti (Palermo), X (1888) [estr. di pp. 44, II tavv.]; Osservazioni stratigrafiche sul Pliocene e sul Post-pliocene di Sciacca, in Boll. d. R. Comitato geol., XX (1889), 3-4, pp. 3-44; Nota preliminare sui fossili titonici dei dintorni di Triora nelle Alpi marittime, ibid., XXII (1891), pp. 239-243; L'età dei tufi calcarei di Matera e di Gravina e il sotto piano Materino M. E. (in coll. con C. Viola), ibid., XXIII (1892), pp. 125-149, 1 tav.; Sul Lias medio del Monte San Giuliano (Erice) presso Trapani, in Atti d. Acc. Gioenia di sc. nat., s. 4, III (1892), pp. 121-270, 4 tavv.; Sulla estensione del Trias superiore nella provincia di Salerno, in Boll. d. Soc. geol. it., XI (1893), pp. 231-235; Sull'età dei calcari neri e grigi con Megalodus delle parti elevate della catena del Pollino, ibid., XI (1893), pp. 507 ss.; Sulla presenza dell'Urgoniano in Puglia, ibid., XI (1893), 3, pp. 677-682; La Punta delle Pietre Nere Presso il lago di Lesina in prov. di Foggia (in coll. con C. Viola), in Boll. d. R. Comitato geolog., XXIV (1893), pp. 129-143; Osservazioni sulla geologia di M. Bulgheria in provincia di Salerno, in Boll. d. Soc. geol. it., XIII (1895), 2, pp. 191-198; Lo scisto marnoso con Myophoria vestita della Punta delle Pietre Nere in provincia di Foggia, in Boll. d. R. Comit. geolog., XXVI (1895), pp. 4-51, 2 tavv.; Per la geologia della Calabria settentrionale, in Boll. d. Soc. geol. it., XV (1896), 3, pp. 375-384; Sull'età della dolomia di Zannone, in V. Sabatini, Relazione delle escursioni alle isole Pontine, fatte dalla Soc. geol. it., nei giorni 21 e 22 febbr. 1898, ibid., XVII (1898), pp. LVI-LXI; Il Malm in Calabria, in Riv. it. di paleont., VI (1900), 14, pp. 39-47; Critica al lavoro dello Schnarrenberger: Ueber die Kreideformation der Monte d'Ocre-Kette in den Aquilaner Abruzzen, ibid., VII (1901), 4, pp. 1-6; Revisione dei fogli n. 220, 222 e 230 della Carta geologica d'Italia al 100.000 (3 carte geologiche - Castrovillari, Verbicaro e Rossano - e un foglio di sezioni), Roma 1901; Il calcare con grandi Lucine dei dintorni di Centuripe in provincia di Catania, in Atti d. Acc. Gioenia di sc. nat., s. 4, XVI (1903) [estr. di pp. 71, 4 tavv.]; Osservazioni geologiche della Calabria settentrionale e nel circondario di Rossano, in Mem. descritt. d. carta geol. d'Italia, Append. al vol. IX, Roma 1904, pp. 1-119, 1 tav.; I pretesi grandi fenomeni di carreggiamento in Sicilia, I, Sicilia occidentale, in Rend. d. R. Acc. d. Lincei, cl. di sc. fis. mat. e nat., s. 5, XVI (1907), pp. 258-271; II, Sicilia Orientale, ibid., pp. 375-381; I calcari cretacei con Orbitoidi dei dintorni di Termini Imerese e di Bagheria (Palermo), in Giorn. di sc. nat. ed econ., XXVII (1907), pp. 3-11; Intorno ad alcune faune cretaciche del deserto arabico, in Rend. d. R. Acc. d. Lincei, cl. di sc. fis. mat. e nat., s. 5, XXI (1912), pp. 167-172; La dolomia principale dei dintorni di Palermo e di Castellammare del Golfo (Trapani), in Paleont. italical XVIII (1912), pp. 57-103, 10 tavv.; La Richthofenia dei calcari con Fusulina di Palazzo Adriano nella Valle del fiume Sosio, ibid., XX (1914), pp. 1-27, 3 tavv.; Nuovi studi sul periodo Triassico della Sicilia occidentale in relazione alla teoria dei grandi carreggiamenti, in Boll. d. R. Acc. di sc., lett. e belle arti di Palermo, XII (1917), I, pp. 19-22, Osservazioni sul Cretaceo e sull'Eocene del Deserto Arabico e di El-Sibaiya, nella Valle del Nilo, in Boll. d. R. Com. geol., XLVII (1919), pp. 1-39, 11 tavv.
Bibl.: Necrol., in Boll. d. Soc. geol. ital., XXXVI (1917), pp. XI-V-XLIX; in Atti d. R. Acc. dei Lincei, cl. di scienze mat. fis. e nat., s. 5, XXVII (1918), p. 414; in Giorn. di sc. nat. ed econ. di Palermo, XXXII (1918), pp. 1-11.