Traduttore (sec. 12º) a Toledo di opere filosofiche, astronomiche e astrologiche dall'arabo in latino, tra cui scritti di Avicenna, Alfragano, Alcabizio, e il Liber Alghorismi (cioè al-Khuwārizmī) de practica arismetrice, donde deriva l'introduzione nella terminologia matematica della parola algoritmo. Da non confondere con Giovanni Aben Dahut, detto G. Ispano.